La prima immagine che ho della Norvegia vista dal finestrino dell’aereo è un fiordo – quello di Oslo – avvolto nella nebbia; una casetta rossa e un fitto e cupo bosco. Non è autunno ma fine primavera, tre giorni dopo sarà estate. Poi l’impermeabile e il treno che raggiunge il centro della città. C’è forse troppo vento, come quello che poi sentirò di notte alle Lofoten, e un cielo grigio all’uscita della stazione.
