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Comodini

Comodini – Ghi of Green Gables

Gloria ha i capelli rossi, proprio come quell’Anna che ci ha accompagnata con le sue avventure durante l’infanzia, tanto che il suo blog la ricorda in qualche modo, Ghi of Green Gables. È fondatrice di Acciobooks, sito che permette agli utenti di vendere e scambiare i libri usati. Bella trovata, no?
Ha un bel modo di raccontare le sue letture, mi perdo nelle sue foto curatissime e nelle straordinarie analogie. Come il concetto orientale wabi-sabi applicato ai libri
Oggi è mia ospite (la ringrazio tantissimo) e racconta il suo comodino.

 

Qualche giorno fa, chiacchierando con una signora in biblioteca, ci siamo trovate a parlare di comodini. Abbiamo pensato che quando le pile di libri di fianco al letto superano una certa altezza (e a noi capita spesso, abbiamo convenuto) il comodino diventa superfluo: basterebbe un’asse di legno da appoggiare sopra i mucchi, e via.
In attesa di realizzare quest’idea brillante (e, sospetto, anche esteticamente appagante) il mio comodino è uno sgabello di ferro battuto con libri impilati sopra e sotto il piano in vimini. A lato c’è sempre un’altra colonna di volumi – più spesso due, nei periodi di bulimia letteraria acuta tre – appoggiata a terra.

Borges disse di non poter dormire a meno di essere circondato da libri. Io mi azzardo a dire che dormirei anche senza (anche se capita assai raramente, quindi non potrei giurarlo) – ma è un dato certo che protetta da queste sentinelle benevole dormo meglio.

I libri che si trovano nella mia zona-letto rispecchiano alla perfezione le mie sconclusionate abitudini letterarie: un mix disordinato e illogico di romanzi, saggi, fumetti, albi illustrati.

Partirò da quello che da più tempo occupa il posto d’onore sul mio sgabello-comodino: si tratta di Esercizi spirituali e filosofia antica di Pierre Hadot. Un saggio meraviglioso, arricchente, denso di concetti e informazioni. Continuo la lettura da molti mesi, non perché non mi stia piacendo ma perché questa sua “densità” lo rende adatto solo a determinati periodi.
Gli devo molto perché mi ha regalato una visione della filosofia inedita e bellissima, mi ha insegnato che non è una disciplina astratta, ma estremamente concreta:

Il discorso sulla filosofia non è la filosofia. Nell’epoca ellenistica e romana la filosofia si presenta come un modo di vivere, come un’arte della vita, come una maniera di essere.

Sotto di lui c’è Il sistema periodico di Primo Levi, che ho appena scambiato su AccioBooks (il sito di scambio/vendita libri usati che ho fondato) e aspetta pazientemente di essere letto (il mio primo Levi, emozione!).

Sotto il ripiano in vimini invece (non) vedete una decina di libri che ho iniziato e abbandonato (per ragioni varie e perlopiù misteriose) ma che non voglio ancora riporre sugli scaffali, nella speranza che mi torni l’ispirazione per ricominciarli, tra cui: Le avventure di Huckleberry Finn, una raccolta di storie Disney sull’arte, Siamo quello che leggiamo, del mio amato Aidan Chambers. Mischiati ad alcuni che devo ancora iniziare (uno: Picnic a Hanging Rock).

In cima alla pila sul pavimento invece svetta La morte della Pizia, sarcastico, pungente e intelligentissimo racconto di Friedrich Dürrenmatt, che ho già finito ma da cui non riesco ancora a separarmi (quando un libro mi è piaciuto adoro tenerlo fisicamente vicino).
Sotto di lui c’è una raccolta Bollati Boringhieri di scritti di C.G. Jung (L’analisi dei sogni, Gli archetipi dell’inconscio, La sincronicità), di cui ho letto solo il terzo e che aspetta di essere ultimato (so che tra me e Carl sarà un grande amore, ma per i grandi amori non sempre si è pronti, bisogna attendere il momento giusto).
Ancora più sotto 3 o 4 albi illustrati recuperati in biblioteca. La mia passione per la letteratura per l’infanzia è nata con me, ma solo negli ultimi mesi mi sono avvicinata ai libri illustrati. È un genere perlopiù snobbato, poco conosciuto, sottovalutato – credo per il fatto che è dai più considerata letteratura minore. Io credo invece che non esistano generi letterari, o più in generale forme d’arte, che possano essere considerati minori: godono tutti di pari dignità e importanza.
Nello specifico gli albi illustrati sono libri spesso complessi e raffinati, che veicolano concetti profondi per mezzo di immagini e testi solo apparentemente elementari.

Uno degli albi qui impilati, La pantera sotto il letto, è un’allegoria della paura dell’ignoto, rappresentata dagli autori come una pantera nascosta nel buio sotto il letto di una bambina. Come tutti i libri che leggo, è arrivato proprio al momento giusto. Vi lascio con alcune delle sue belle parole.

Scendi sotto il letto come si scende sotto il mondo.
La tua paura è un animale che ti gira attorno.

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