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Comodini – Il tè tostato

Laura del Tè tostato, sorseggia tè e anima Two Readers, il gruppo letterario che ogni mese si ritrova su Twitter a discutere di una selezionata novità editoriale. Recentemente ha curato e tradotto Ma la vita è una battaglia di Charlotte Brontë per i tipi L’orma.
Il comodino di Laura me lo aspettavo così, su tutti campeggia Virginia Woolf.

 

Vivo in due case, in due città diverse e dunque ho due comodini che in comune hanno un solo libro (che ho in due copie) e il fatto che sono entrambi troppo piccoli, così finisco per allargarmi sul pavimento, in questo caso a Roma.
Tutto ruota intorno a Diario di una scrittrice di Virginia Woolf e pubblicato da minimum fax. È il libro fondamentale della mia vita, quello che ho portato con me quando è nato mio figlio, quello che non ho mai lasciato dal giorno che ho comprato la prima copia.
Sabato 19 luglio 1919 Virginia scrive:

Si dovrebbe dire qualcosa, suppongo, sul giorno della pace, anche se non sono sicura che a questo valga la pena di prendere un pennino nuovo. Mi sono infilata qui, nel vano della finestra, sicché sento, quasi sula mia testa, il persistente sgocciolio della pioggia che tamburella sulle foglie.

Con questa descrizione ho riconosciuto in Virginia Woolf la persona e non solo l’autrice e ho iniziato a scoprirne il cuore, l’opera l’avevo già divorata prima. Questi Diari non se ne vanno mai dal mio comodino e sono in compagnia dell’altra mia madre letteraria, Natalia Ginzburg, che ha scritto il primo libro che io abbia mai scelto da sola Caro Michele, e l’ho fatto perché dopo Lessico famigliare, letto a scuola, ormai mi fidavo di lei. Non ero nemmeno adolescente e questo romanzo, pieno di lettere, che inizia a dicembre del 1970 è stato il via alla mia personale carriera di lettrice.

Harry Potter e la pietra filosofale l’ho appena iniziato a leggere a mio figlio, una pagina ogni tanto il pomeriggio, invece le storie di Peter Coniglio e i Disney prima di dormire. Di costa quattro romanzi che mi hanno stupita, Il giovane Holden di J.D: Salinger che è il mio libro preferito (un comodino di totem insomma), quello che posso recitare a memoria, per esempio quando Holden fa le valigie per lasciare la scuola:

Solo una cosa mi depresse un po’. Quando dovetti metter dentro quei pattini da ghiaccio nuovi di zecca che mia madre mi aveva appena mandato un paio di giorni prima. Questo mi depresse. Mi pareva di vedere mia madre che andava da Spaulding e faceva un sacco di domande sceme al commesso – e io qui mi stavo facendo buttar fuori un’altra volta.

La sensibilità di Holden mi conquistò quando avevo quindici anni, fu il mio primo amore di carta e ossa. È un libro impossibile da citare per me, lo reciterei tutto.

Sul comodino poi c’è un libro recente Purgatorio di Martinez pubblicato da Sur, l’ho letto appena uscito e mi ha quasi ossessionato, l’ho trovato magnifico, bello in modo totale: “

Anche se Simon è cambiato solo in minimi dettagli, impercettibili per chi non lo conosce, Emilia ama allo stesso modo quello di prima e quello di adesso. Sono le labbra di entrambi a baciarla, sono due i respiri che, dopo il bacio, si rilassano in un medesimo sospiro.

Che dire? Un capolavoro.

E poi Vonnegut, che sto leggendo da cima a fondo e Anna Karenina che è quasi un dono divino:

Non aveva bisogno di chiedergli perché era lì. Lo sapeva perfettamente, come se lo avesse sentito uscire dalla sua bocca, che era lì perché lì c’era lei. – Ignoravo che doveste partire. Come mai siete in viaggio? – gli chiese comunque, lasciando ricadere la mano con la quale avrebbe voluto aggrapparsi alla maniglia dello sportello. E sul suo viso passò un lampo di esultanza e di gioia irrefrenabili. – Come mai, mi chiedete? – ripeté lui, fissandola. – Se sono partito, se sono qui, è perché qui ci siete voi, – disse – Non posso fare altrimenti. E in quello stesso istante, quasi gli fosse finalmente riuscito di scavalcare un ostacolo, il vento fece piovere la neve dal tetto della vettura e andò a scuotere la lamiera divelta, mentre in testa al treno riecheggiò il fischio denso della locomotiva, cupo e lamentoso.

I libri in lettura sono per terra, leggo la sera e li lascio scivolare giù dal letto, sono tre e li consiglio a tutti, vengono da tre case editrici quasi emblematiche, sono i racconti della O’Brien pubblicati da una storicissima Einaudi, il romanzo di Domenico Dara pubblicato da un’indipendente esperta come Nutrimenti e la proposta western della giovane CasaSirio. Il resto è la vita, telecomando, anelli, crema, caramelle per la gola e il mio preziosissimo altarino a Virginia Woolf, gli occhiali, il sonno e l’insonnia.