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Comodini – La dote della formica

Qual è la dote di una formica? La pazienza, la generosità. Francesca, blogger nonché lettrice di albi illustrati, l’ha presa in prestito e ne ha fatto un marchio di fabbrica e poi un regalo per i suoi bambini: prepararli alla vita attraverso trame di parole e buone cose. Oggi Ladotedellaformica ci racconta il suo disordine, i libri e le suggestioni.

Il mio comodino è sempre stato affollato, spesso disordinato, ora è anche un comodino condiviso.
Il comodino da adolescente e liceale cambiava velocemente ospiti, soprattutto grandi classici e sempre, accanto ai libri, c’era una delle mille agendine per trascrivere tutto ciò che volevo conservare al di là delle pagine del romanzo del momento. Il comodino da studentessa universitaria era un comodino gremito di scrittori che ho studiato, letto, riletto e amato.
Oggi che sono una mamma, il mio comodino è brulicante, decisamente disordinato e soprattutto condiviso. Ecco perché al di sopra di esso ho sistemato una piccola mensola che è diventata una specie di altare sul quale custodire piccoli tesori cartacei, lontani dalle manine curiose.
Sul mio comodino si può sempre trovare una tazza di tè lasciata inesorabilmente a metà, un ciuccio di scorta per la mia formichina più piccina e il libro o albo illustrato che leggo insieme, ogni sera, alla mia Formichina più grande. C’è spazio anche per ciò che leggo o tento di leggere tra uno sbadiglio e una poppata e nel mio fiducioso ottimismo riservo anche uno spazio per i libri che voglio leggere e il rischio della pila impolverata è sempre in agguato.
Il mio ritmo di lettura è sicuramente rallentato per quanto riguarda i romanzi o i saggi, ma da quando sono mamma ho scoperto il meraviglioso mondo degli albi illustrati e della letteratura per l’infanzia e così il mio è un comodino traboccante di storie, colori e illustrazioni. I romanzieri americani o francesi hanno ceduto gran parte dello spazio a lupi, conigli, bambini birbanti, bambini prodigio, storie dolcissime della buonanotte, viaggi sulla luna o esplorazioni attorno al giardino di casa.

Attualmente lo spazio del comodino condiviso, ospita un gigante della letteratura per l’infanzia: Roald Dahl. Io e Formichina siamo immerse nella lettura del suo primo vero romanzo e così, ogni sera, leggiamo un capitolo di Matilde (Salani) e ci divertiamo e ci stupiamo insieme seguendo i prodigi della protagonista e le follie della signorina Spezzindue. Il nostro è un appuntamento imprescindibile e in alternativa al romanzo, la scelta delle letture notturne ricade su (almeno!) tre albi illustrati, pescati dalle varie piccole librerie sparse per casa.
In lettura solitaria e quasi ultimata c’è il saggio firmato dagli studiosi ed esperti di Hamelin: Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato (Donzelli), un vero e proprio viaggio critico all’interno del mondo dell’editoria per l’infanzia e dell’albo illustrato. Consigliatissimo per chiunque voglia approfondire questo mondo, ricco di sorprese e capolavori senza tempo e senza età.
Non ho un libro o uno scrittore del cuore, per me è sempre stato difficile fare una scelta simile, ma tra questi ne ho scelti tre: Grandi speranze di Charles Dickens (Rizzoli), Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías e Lessico famigliare di Natalia Ginzburg (entrambi Einaudi).
Il romanzo di Dickens mi riporta indietro al mio primo anno universitario quando, in un’ aula C gremita di matricole, seguivo incantata le lezioni di letteratura inglese. Lezione dopo lezione, abbiamo scandagliato insieme la vita di Pip ed è stato bello entrare in un romanzo in questo modo. Questa edizione è ancora piena di post-it, sottolineature e appunti.
Javier Marías è l’autore che più ho letto e amato negli ultimi anni, un autore che credo mi abbia resa una lettrice consapevole e più matura. Il rapporto tra la sua scrittura e il linguaggio fotografico è stato l’oggetto della mia tesi di laurea magistrale. Ho letto tutto o quasi tutto ciò che è nato dalla sua penna e Domani nella battaglia pensa a me è stato il mio battesimo con questo particolare autore spagnolo, libro scovato per caso in un mercatino dell’usato. È stato un colpo di fulmine. In questo passo penso di aver trovato ciò che lui più ama sviscerare nelle sue opere:

Preferisco dire che l’essere umano ha bisogno di conoscere il possibile oltre che il vero, le congetture e le ipotesi e i fallimenti oltre ai fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre a quello che è stato.

Lessico famigliare è per me come una carezza. L’ho scoperto tardi, se mai ci sia un tempo giusto e adeguato quando si parla di libri. Era sempre lì, nella lista dei libri da leggere assolutamente ma alla fine veniva sempre scalzato da altri. Quando l’ho letto per me è stata una rivelazione e un rifugio, la voce semplice e diretta della Ginzburg un luogo di conforto. Mi piace, di tanto in tanto, aprirlo e leggere qualche pagina.

Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia.[…] Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d’un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo.

Comodini - La dote della formica 2 - interno storie

Tra gli albi illustrati che troneggiano sul comodino ci sono alcune delle chicche editoriali che custodisco gelosamente e che amo sfogliare e ammirare. Su questo piccolo altarino consacrato alla bellezza e alla poesia, ci sono titoli che ruotano e titoli che hanno un posto fisso. Al momento c’è la Frida meravigliosamente illustrata da Benjamin Lacombe (Rizzoli), Lei di Cinzia Ghigliano (Orecchio Acerbo), un gioiello di albo dedicato alla figura di Vivian Maier, fotografa che amo molto, L’arcobaleno del tempo una delle opere più belle di Jimmy Liao (Terre di mezzo), dedicata al cinema e Il cosario di Alessia Napolitano e Silvia Molinari (Edizioni Corsare),una piccola e delicata poesia illustrata che amo particolarmente e mi commuove sempre. E infine, un capolavoro di cartotecnica che ricama poesia e dà vita ad un personaggio che porto nel cuore, Jacominus Gainsborough in Ti aspetto di Rebecca Dautremer (Rizzoli).
Il comodino come un piccolo locus amoenus, un piccolo presepe che in realtà non ha confini.

…Nelle mie tasche
c’è un pensiero che non si perde
e il fazzoletto della nonna
che sa di felce verde
Nelle mie tasche
c’è lo scricchiolio di una porta
e passi leggeri nella stanza
La mamma è un’ombra
che fruga, raccoglie
piccole tracce di speranza.

Da Il cosario.

P.S. Nella cornice illustrazione di Serena Mabilia

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