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Fuori dai libri

Collezione d’autunno

Se qualche anno mi avessero chiesto quale fosse la mia stagione preferita senza esitazione avrei risposto l’autunno. Per me significava riprendere le attività che avevano subito uno stop durante il periodo estivo, compresa la scuola nonostante le palpitazioni fossero all’ordine del giorno. Al sud, almeno per quanto mi riguarda, la bella stagione consisteva nei giorni lunghissimi e noiosi, che si riducevano essenzialmente nei venti di agosto, quando le vie del paese si ripopolavano. In particolare, perdevo gran parte di vista della compagnia soprattutto a giugno e a luglio, per ritrovarne qualcuno a ridosso di settembre.
L’autunno era l’attesa di una regolare quotidianità che terminava nei sabati pomeriggi più vivi. Con l’università e la vita adulta le cose sono un po’ cambiate, per spiacevoli episodi che inspiegabilmente sono legati sul finire dell’anno. Su di me queste ripetute casualità incidono molto, tanto che porto soprattutto rancore alla vita invece che alle persone che mi hanno ostacolato.

Soffro la scarsità di luce naturale da evitare persino l’artificiale quando posso farne a meno. E qui al nord è un infittirsi di nebbia. I giorni precedenti la pioggia ho fastidiose emicranie. Insomma, per me questa stagione non è tutta foglie e tepori. A ogni modo dovrò farmela piacere, (ri)trovare degli stimoli, abitudini che non mi destabilizzino.

 

Cosa farò questo autunno.

Berrò molto tè come sempre, più dei mesi precedenti. L’unica bevanda che mi ricorda quanto poca acqua introduca nel mio corpo. Devo però fare scorta, perché l’anno scorso mi sono imposta di non acquistarne per non accumularne più del dovuto. Il mio tè preferito del periodo è Notti russe di Stregatè di Bologna: nero con cannella e vaniglia. Semplice senza troppi aromi. Con il tempo ho capito che preferisco i tè poco aromatizzatati, al massimo tre ingredienti e alcun fiore. Mentre compilo la mia lista vi suggerisco questa lettura per i fortunati che riusciranno ad acquistarla visto che forse se ne troveranno pochissime copie: «Journal du thè. Contemporary Tea Culture», ideata da Johanna Tagada e Tilmann S. Wendelstein; nata lo scorso aprilesenza pubblicità, 96 pagine in inglese. La rinomata bevanda giapponese si coniuga con il design, riti, ricette, arte.
Altrimenti ci accontentiamo di questa piccola e rilassante playlist dedicata al tè per l’appunto.

Di libri da leggere ne ho qualcuno in mente, cioè in programma. Devo dire che attualmente sono un po’ scoordinata, prendo-lascio-riprendo, sempre distratta: ho la mente piena di inutilità. Nonostante ciò un bagliore all’orizzonte si vede, ho in mano qualche libro che avevo preso nota tempo fa e che mi sta appassionando, tra cui qualche graphic novel. A proposito su Spotify si può ascoltare un podcast dedicato ai fumetti: ogni primo mercoledì del mese Tito Faracci si concede una bella chiacchierata con artisti e appassionati.
Vorrei approfondire l’argomento nature writing, soprattutto da quando ho iniziato ad andare in montagna e riconcepire l’idea di viaggio. Accetto qualsiasi suggerimento a tal proposito.

Poi mi interessa riprendere a disegnare, imparare anche ad avere una cifra più personale. Ogni tanto torna a galla l’antica ambiziosa fanciullesca di carta e tempere. Ma non mi esercito da anni e la matita traballa molto a contatto con il foglio, la gomma è la mia migliore alleata contro l’incertezza del tratto. Le foto in copertina ne è una prova tangibile.
Invece per chi si trova a suo agio con le parole e rimpiange la corrispondenza, può scrivere lettere e trovare amici di penna, come si faceva fa fino a vent’anni fa attraverso un’app. Get slowly ha una grafica curata, simula carta e francobolli. Non resta che arrovellare le dita e pensare a un bel formulario.

Pensando intensamente alle golosità, imparare veramente a preparare le torte di zucca e di mela con lo sciroppo d’acero, non come faccio solitamente saltando passaggi e ingredienti con risultati pessimi.

E infine vorrei non sprecare tempo dietro a cose poco credibili, a social che mi prosciugano il cervello e dedicarlo a tutto questo.

 

Collezione d’autunno:
I profumi penetrati – umido dei funghi, balsamico dei boschi e affumicato delle caldarroste;
foglie di forme e sfumature diverse, le conservo nelle scatole;
i tramonti di ottobre, i più nitidi dell’anno;
per qualche giorno provare ancora a salire le montagne.

 

Buon autunno.