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Fuori dai libri

Il 2016 in libri. I miei preferiti

Con le migliori letture del 2016 chiudo, tema che solitamente apre l’anno nuovo. Consideratele come i consigli letterari per chi ancora è indeciso quale libro regalare.
Non è proprio una classifica o forse sì, soprattutto per quello che per me è il libro dell’anno.
Ma andiamo con ordine. Questi 365 giorni, o quasi, sono stati di grandi letture, ho letto tanto come al solito, più volte ho avuto il rammarico di non aver dato il giusto peso a un libro invece che a un altro. Bilancio: lettura nella media. Un paio pessimi, il resto letture piacevoli. Gli entusiasmi sono riservati a pochi, quelli citati.
Con il tempo sto diventando una lettrice esigente, un libro deve veramente colpirmi per entrare nella mia libreria mentale.

Se gli anni passati selezionare diventava difficoltoso, in quanto molti titoli mi erano piaciuti, quest’anno la difficoltà è stata arrivare a 10. Non ci sono arrivata. Sia chiaro quello di cui vi parlerò tra poco li salverei in caso d’incendio, perché li ho prediletti su tutti.
È comunque una seleziona soggettiva, che incontra i miei gusti e talvolta li sorprende.

Cominciamo dai più piccoli.
L’abc dei popoli di Liuna Virardi (Terre di mezzo) è un libro contro i pregiudizi razziali. Un trattino, un punto, due triangoli: si gioca con pochi elementi combinatori ma tali dare origine a tante tribù, a piccole comunità poco note. E così dalla Russia dei Vepsi ai Suma dell’Etiopia e del Sudan, dalle praterie nordamericane dei Piedi neri ai Banjara della penisola indiana. Il grande patrimonio umano, della salvaguardia della diversità, del rispetto reciproco in poche semplici figure, quasi a sottolineare la medesima discendenza. Un’educazione dello sguardo per adulti e bambini.

Un libro sulle balene (Corraini edizioni) è una piccola enciclopedia sul gigante del mare. Andrea Antinori chiarisce i tanti dubbi che si accumulano intorno alle balene. Un volumetto agile e interamente illustrato a matita: è un’immersione affascinante nel mondo semisconosciuto degli abissi, alla scoperta del cuore palpitante delle balene.

Poi ci sono due graphic novel di storie familiari.
La casa di Paco Roca (Tunué) è quanto mai un lettore possa ritrovare in qualche modo la propria, di legami che si spezzano e si riannodano, si sfogliano le vecchie foto di un album dimenticato come richiama il formato dell’edizione. Nel giardino c’è un fico: il metro di misura delle correzioni familiari.

Primavere e autunni di Matteo Demonte e Ciaja Rocchi (Becco Giallo) ripercorre la vita di Wu – nonno dell’autore – che giunge in Italia negli anni Trenta. Non tornerà più in Cina, causa la dittatura maoista, guarderà a Oriente sempre con nostalgia. Attraverso la sua biografia racconta le trasformazioni della città meneghina. È una lente d’ingrandimento su Milano che da via Paolo Sarpi ha posto le basi delle futura comunità cinese. Non è solo un fumetto ma anche uno studio sociologico. Graficamente bellissimo, colori pieni, impostazione da manifesto.

Fredrik Sjöberg. Ancora lui. Per il secondo anno entra nella mia classifica personale. Questa volta con Il re dell’uvetta. Chi nutriva dei dubbi che non potesse piacermi? L’arte di collezionare mosche resta il mio preferito, soprattutto per la sorpresa di aver scombinato preconcetti e miei limiti. Una scrittura limpida, un gioco di sovrapposizioni, conducono il lettore nelle storie improbabili di Sjöberg. Insegue le mosche, Eisen. Insegue se stesso.

Il medesimo discorso vale per Paolo Cognetti e Le otto montagne. Novembre è stato momento attesissimo, quasi da scene di panico. Cognetti è un autore che non mi mai ha deluso, nemmeno quando ha scritto, passatemi il termine, l’acerbo Manuale per ragazze di successo. Ma qui la maturità è sacrosanta, stabilita: il ragazzo selvatico ha trovato la via maestra. Con gli anni migliora come il vino. E ve lo consiglio apertamente se ricercate le vostre montagne.

La raccolta Pietre, piume e insetti a cura di Matteo Sturani narra l’arte di osservare la natura; segue la traccia naturalistica di Cognetti e altre letture che ho intrapreso ultimamente. Pubblicato nel 2013, potrebbe essere quel che oggi viene etichettato come nature writing, anche se questa raccolta appartiene più al genere del diario di viaggio o spedizioni. Nabokov andava a caccia di farfalle – tra l’altro menzionato da Sjöberg nel Re dell’uvetta – Franzen è un birdwatcher, Neruda ricorda il suo bosco cileno. Autobiografia e narrazione. Non tutti i resoconti sono così avvincenti, posso semplicemente concludere che un libro che ricordo con piacere.

Breve parentesi a questo binomio Einaudi aggiungo Alice Munro, Mobili di famiglia. Così ho fatto pace con la scrittrice canadese.

Il silenzio del lottatore di Rossella Milone è del 2015: ma un libro ha scadenza? Anche questo una collezione di storie sopraffini, intime, meditate intorno a un unica protagonista della quale non viene mai svelato il nome. Facile immedesimarsi. Forse l’ultimo racconto, Il silenzio del lottatore, ho trovato poco incisivo. Però che penna la Milone!

Passaggi e comunque il catalogo della Nuova Editrice Berti, tra cui Le ombre della primavera di D.H. Lawrence, almeno quello che ho letto fino ad adesso. Edizioni curate fin dalla copertina. Émile Ollivier parla di immigrazione, un argomento molto dibattuto, dello sradicamento. Due storie parallele, capitoli finiti, tanto che potrei definirteli dei racconti autonomi ma ben legati gli uni agli altri. Chi lascia la propria terra per miseria o costrizione raggiunge Miami, considerata l’America latina del Nord: ma veramente è un sollievo?

Per me è Il paradiso degli animali il libro dell’anno, di David James Poissant (NN editore). A lettura terminata sapevo che mi avrebbe accompagnato per molto tempo, tanto da presagire già da gennaio che sarebbe stato il mio preferito. Troppo presto? Puoi darsi ma certe cose si sentono, arrivano in pancia, come quando si entra nella casa che si acquisterà. Racconti d’America, splendidi, alcuni surreali (ma chi può smentire che la realtà non lo sia?), gioielli come Il rimborso, Il paradiso degli animali. Non lasciatevi sfuggire queste meraviglie.
«Sto facendo lo stesso viaggio» disse Dan. Anch’io, caro NN editore.

Buone feste. Buon 2017

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