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Fuori dai libri

Matera 2019, un viaggio letterario in Basilicata

Parlare di Matera, anche in relazione al suo nuovo status di Capitale europea della cultura 2019, e di libri era un’idea che mi frullava da un po’ di tempo. Ho atteso per guardare con i miei occhi i segni tangibili di una narrazione piena di meraviglie, complice il matrimonio di una mia carissima amica, che non ha mancato di seguire il rigoroso quanto ricco galateo delle nozze del Sud.

Mater-a, spirito guida e domus per i suoi abitanti, è indescrivibile, nel dramma del passato ha un tesoro inestimabile. Guido Piovene la descrive così in Viaggio in Italia: «Sembra che Matera si affacci ad un sottosuolo scoperchiato e abitato, che nell’insieme forma una città maggiore. Una tale adunanza di semicavernicoli in cui si prolunga senza soluzione di continuità l’esistenza della preistoria, non ha paragone in Europa, ed è tra i paesi italiani che generano più stupore».
La Basilicata, quella che ho visto io, ha cinque colori: verde umida e pungente di bosco; sole ubriaca di ginestra; azzurra di cielo quando il vento e le nuvole non la sorprendono; bianco antico forte e seducente dei Sassi; terra polverosa e regolare in prossimità della Puglia.
Questa notte ti penso, Lucania cara, con il volto scarno ma roseo, con i lineamenti calcati dal freddo e dall’umidità, con i denti sporgenti, come quelli delle capre che ancora oggi pascolando sui colli materani, con le sopracciglia folte che si uniscono al centro della fronte come fossero la tua aureola scura, e scura è pure la tua pelle, che trattiene il passo degli avventurieri spagnoli, quando ti attraversarono. Sono venuta a renderti omaggio, cara madonna di nome Lucania, partorendo mio figlio sul tuo suolo, restituendoti il dono della mia nascita, pur essendo io stata costretta a partire per non morire come te con il sangue giovane e la pelle consumata dalle maldicenze e dall’indifferenza. Quando arriverà il mio momento, non so se presto o tardi, anche io morrò sepolta nella Gravina dove tu compiesti il salto, e mi terrai la mano quando volerò.
(Non tremare da Non dire madre, Dora Albanese)
Quello di oggi sarà un percorso alternativo a quello turistico, un tracciato letterario tra poesia e narrativa, in vista delle imminenti vacanze o di viaggi sulle pagine dei libri. Leggere significa anche scoprire un territorio attraverso la Storia, la letteratura e il paesaggio, in una compenetrazione di elementi quanto mai serrato.
Ho dato rilevanza agli autori contemporanei lucani e non, che hanno scritto della Lucania o ne sono originari. Per alcuni di loro ho speso qualche parola di più, perché ho letto le loro opere. Non me ne vogliano gli abitanti o altri scrittori, ho cercato di figurare un tracciato vicino alle mie conoscenze e di rendere omaggio a una terra che mi ha colpita, antica e brulla ma accogliente di vita e buone intenzioni.
A settembre il capoluogo lucano si anima con Women’s fiction festival, un evento dedicato alla scrittura femminile. Il festival della paseologia, La luna e i Calanchi, ad Aliano (22-27 agosto 2015), chiude il mese più caldo dell’anno. Senza dimenticare il Maggio lucano, rito arboreo denso di echi antropologici, storici e religiosi, circoscritto alle zone di Oliveto, Accettura, Castelmezzano, Pietrapertosa, Rotonda, Terranova di Pollino, Viggianello.
Di parchi letterari la regione ne ha ben tre, ad Aliano dedicato a Carlo Levi, a Tursi per Albino Pierro e a Valsinni omaggio a Isabella Morra, tutti nel materano. Complessivamente, questa terra ha un forte spirito letterario con alcune sue penne tra le più conosciute.
Dici Basilicata e pensi a Rocco Scotellaro (1923-1953), sindacalista e politico di Tricarico, aveva a cuore la piaga dei contadini, ha rivoluzionato la poesia del suo tempo: la visione neorealista approda nei suoi versi e nei suoi discorsi pubblici come impegno politico e sociale, Si è fatto giorno (Mondadori) e L’uva puttanella (Laterza) per esempio.
Grottole la troviamo nelle pagine di Mille anni che sto qui Mariolina Venezia (Einaudi), splendida saga familiare dall’Unità di Italia agli anni ’90 in una terra che guarda con sospetto i grandi eventi storici. Come piante tra i sassi (Einaudi), sempre della autrice, è un giallo e un’indagine su una Basilicata aspra e amara, che include un po’ tutto il Sud. Il silenzio pervade tutto, abitanti e luoghi: nei calanchi di Craco, nelle colline che costeggiano il Bradano e il Basento, nel tufo dei Sassi, nei campi di grano, fino alla piana di Metaponto.

Dora Albanese in Non dire madre, attraverso il topos della maternità, ci parla di una Matera piana e poco affettuosa, ma è a Stigliano che ha trovato il paese delle madri, quello ospitale del mondo contadino.

Materana che ha lasciato la sua terra per Medio Oriente è la giornalista Imma Vitelli, grande esperta del mondo arabo, ma non credo che abbia scritto qualcosa riguardate la Basilicata.
Aliano è casa di Carlo Levi – costretto al confino durante il Fascismo –, che lucano non è ma che insieme a Scotellaro richiamano più che mai questa regione, tanto amata da donare la sua produzione pittorica alla città di Matera, e rivissuta in Cristo si è fermato a Eboli (Einaudi), un ritratto magnifico e doloroso, simbolo della questione meridionale. «Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza. In essa vive la miseria nobile e civile dei contadini, filtrata attraverso l’eterno del tempo, continua sotto tutti i soli e tutte le piogge, ripiegata su sé stessa, chiusa nella terra come una cosa preziosa, di fronte ad un mondo ostile».
Di Tursi è Albino Pierro che a partire dal 1959, dopo aver lasciato il suo paese, si dedica definitivamente alla poesia dialettale e più volte candidato al Nobel. A parte qualche titolo, Un ponte nascosto (Einaudi) o Nun c’è pizze di munne, (Mondadori), le sue opere sono di difficile reperimento se non nelle vecchie edizioni e in biblioteca.
Valsinni è il paese Isabella Morra (1515-1546), poetessa cinquecentesca, uccisa dai fratelli per una presunta storia d’amore con Diego Sandoval De Castro, poeta di origine spagnola, barone di Nova Siri. Di lei rimane un Canzoniere di tredici componimenti.
Spostandoci a Potenza, la geografia prende una certa omogeneità, si asciuga nei campi e si addolcisce il profilo delle alture. Anche il potentino ha i suoi assi nella manica.
Raffaele Nigro, giornalista d’istanza a Bari, è di Melfi, conosciuto per I fuochi del Basento (Rizzoli), romanzo storico ai tempi dei Borbone. E sempre dello stesso autore lavoro fotografico Viaggio in Basilicata (Adda), ma la sua bibliografia è sterminata.
Vito ballava con le streghe (Sellerio) di Mimmo Sammartino, giornalista, nasce dall’immenso patrimonio popolare ma sopratutto dalle cronache della nonna di Castelmezzano. È una storia di stregoneria che affonda le radici nei racconti contadini.
Gaetano Cappelli (Potenza) in Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino di Aglianico nel mondo e Parenti lontani (Marsilio) si muove dalla Basilicata per raggiungere gli Stati Uniti.
Leonardo Sinisgalli (1908-1981), poeta e uomo di cultura, ha vissuto fino all’infanzia a Montemurro. Gran parte delle sue liriche e prose sono ambientate qui, come I nuovi Campi Elisei e Belliboschi (Mondadori).
Atella ha dato i natali a Giuseppe Lupo, scrittore e saggista, il quale ha impresso la Lucania in molti suoi libri, tra cui La carovana Zanardelli, Viaggiatori di nuvole, L’ultima sposa di Palmira (Marsilio).
Non per ultimo, si raggiunge la costa più ripida e alta che si lega con la Campania e la Calabria, un breve tratto salato che sembra così lontano dal cuore delle vicende lucane. Maratea bagnata dal mare è lo sfondo di Fuoco grande (Einaudi), romanzo incompiuto di Cesare Pavese e Bianca Garufi, pubblicato postumo nel 1959. Un libro che narra di un ritorno alle proprie origini e di un segreto familiare.
Finisce qui il nostro breve viaggio. Matera, o forse tutta la Basilicata, si sta vestendo a festa e attende i suoi ospiti. Ci sono passata, l’ho sfiorata e mi è incantata.
Link utili:
Matera 2019
Parchi letterari Basilicata –  Carlo Levi, Albino Pierro, Isabella Morra