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I piccolini Le mie letture

Playlist, buona la prima

Playlist. Come quelle musicali.
Non è una rubrica nuova ma più cose messe insieme, prima di tutto raccoglie le mie letture mensili, poi un contenitore del periodo.
Ho preannunciato qua e là i possibili cambiamenti che riguardano il blog e questo rientra in pieno, anche per far fronte ai miei impegni e adeguarmi al logorio della vita moderna che ci vuole frenetici, iperconnessi e un po’ distratti.
Poi aggiungo un film, una canzone, qualche curiosità. Consideratela una newsletter per tutti, non per pochi eletti.

I libri più il primo dell’anno
Blankets di Craig Thompson, Rizzoli Lizard, 2010

Blankets me l’aspettavo così, non ho avuto alcuna sorpresa al riguardo. Craig Thompson tesse una storia fortemente autobiografica, di formazione in uno spazio di blu e silenzi.
Ci sono un primo amore, scatole di ricordi, una famiglia rigida, il senso della vergogna per un volume che si definisce romanzo grafico.
Pagina 270: «Poi il senso dello spazio, della profondità, si distolse a mano a mano che i fiocchi di neve cadevano sempre più fitti». L’autore segue la caduta della neve, il suo infittirsi fino a coprire i suoi protagonisti, Craig e Raina, a diventare protagonista essa stessa e isolarli da ciò che non è importante.
Blankets è la neve del Wisconsin e del Michigan, è la coperta patchwork tessuta da Raina, l’educazione cattolicissima che ha segnato entrambi, è una storia di crescita, su tutto di scelte. Anche di raccontare una piccola parte della propria esistenza.

 

100 passi nella scienza. Le scoperte che hanno cambiato il mondo di Lisa Jane Gillespie e Yukai Du, Editoriale Scienza, 2017, dai 10 anni

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Dimensioni importanti e una grafica d’impatto per 100 passi nella scienza di Lisa Jane Gillespie e illustrato da Yukai Du. Colori saturi in una combinazione vincente di ruggine, blu, giallo e una guida femminile – proprio perché anche le donne si occupano di scienza – esplora le dieci Scoperte che hanno cambiato il mondo, così recita il sottotitolo, in altrettante complesse declinazioni evolutive di ciascuna. Luce, suono, vita, ruota, DNA, numeri e una carrellata di protagonisti da Lavoisier, Da Vinci, Galileo, Pitagora ai Curie e Mandeleev seguono il percorso umano tra tentativi, successi e futuri scenari possibili. Non è una strada che si interrompe bruscamente.
Le schede di rapida consultazione sono facilmente comprensibili per i ragazzi, catturati dall’esposizione snella, aprono a tante curiosità; alcuni termini in maiuscolo e in grassetto sono spiegate nel glossario che chiude il volume. Vedi alla voce Particelle, sezione Radioattività: quanta cura in quella vignetta!

 

Fiabe in rosso di Lorenzo Naia e Roberta Rossetti, Verba Volant edizioni, 2015, dai 5 anni

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Le fiabe classiche imbastite da secoli di trasmissione orale hanno subito rimaneggiamenti e in Fiabe in rosso Lorenzo Naia si presta a darle un nuovo significato, più profondo, attuale.
Cinque eroine – Mignolina, Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Rosaspina, Raperonzolo – così bisogna definirle, affrontano piccoli stravolgimenti della tradizione con una nuova consapevolezza, libere dagli orpelli che le hanno incatenate in un vestiario pomposo e in finali precostruiti. Quindi vedremo cambiare destino a una Biancaneve che va in miniera insieme ai nani o una Cappuccetto Rosso lettrice e scaltra. Insomma qui non si aspetta alcun principe. Ma a ciascuna è stata data una seconda possibilità, scegliere e agire, non subire come spesso accade alle fanciulle delle fiabe.
Come l’autore spiega nella postfazione, i ritagli di giornale, perfettamente integrati nelle illustrazioni di Roberta Rossetti, rievocano la cronaca nera delle tante morti femminili e omosessuali. E poi quel filo rosso, i dettagli del medesimo colore sono un omaggio alle Zapatos Rojos dell’artista messicana Elina Chauvet, simbolo delle donne latine che hanno subito violenza.

 

Piccolo Albero di Forrest Carter, Salani, 2010, dagli 11 anni

Brevemente su Piccolo Albero. Quello che Forrest Carter narra è un inno a un mondo perduto. Sono gli anni della depressione del ’29 e del proibizionismo. Il protagonista, Piccolo Albero, rimasto orfano, è affidato ai nonni Cherokee sui monti Appalachi. Da loro imparerà il rispetto dei ritmi della natura, quello umano. Qualcuno non vede di buon occhio questa educazione così particolare: è l’inizio delle trasformazioni che lo travolgeranno. Ma manterrà fede agli insegnamenti dei nonni.
Lo considero un racconto di formazione, splendido.
L’infatuazione è arrivata con il capitolo Un’avventura pericolosa, le prime pagine sono un piccolo quaderno di flora e fauna, un’incursione nella natura. Inizialmente ho avuto difficoltà a capirlo, poi è stato tutto in discesa.

 

Breviario del rivoluzionario da giovane di Bruno Osimo, Marcos y Marcos, 2018

Avevo già incontrato, letterariamente parlando, Bruno Osimo con il suo bel Dizionario affettivo della lingua ebraica, e ora, da poco uscito in libreria, è Breviario del rivoluzionario da giovane. L’impostazione è la medesima: un raccontato con piglio ironico attraverso lemmi o espressioni che hanno caratterizzato un’epoca, quello dell’autunno caldo, ma con un’impronta personalissima.
«Il primo ottobre 1973, io ufficialmente migro dalla vecchia educazione alla nuova educazione politica, che sarebbe maleducato chiamare “buona”».
Scisso tra l’educazione familiare, la vecchia appunto, garbato nei toni e nei gesti per aspirare ad essere un vero rivoluzionario che contempla con cautela le parolacce borghesi, suda, è studiatamente villano, maniacalmente sfacciato e incivile ma che si sente fuori posto.
Si snocciola pagina dopo pagina quest’alfabetizzazione del giovane Bruno che ritorna a Milano dopo alcuni anni e si ritrova catapultato nelle lotte studentesche al liceo scientifico X. All’appello ci sono Lucio Battisti, i dirigentini, il ciclostile, Amanda, il suo cespuglio di capelli, Arianna, i viaggi in treno.

«Forse se urlo forte forte che i borghesi son tutti porci, mi riscatto e posso ripartire pulito, senza avere sulla schiena le colpe dei padri dei nonni dei bisnonni, borghesi, porci. Non è nemmeno kashèr».

 

Il bonus
Selvatiche di Laura Savina e Cinzia Franceschini

A prima vista sembra un quaderno e tale mi è parso quando l’ho ricevuto. Bella carta spessa, ruvida. Poi apri e si profila un racconto intimo, di colori come macchie, quasi un nascondersi nella natura, rifugiarsi e ricominciare tutto daccapo. È un libriccino che avrei voluto scrivere io.

Il progetto nasce in collaborazione con l’associazione culturale r o b i d a, dopo un soggiorno nel paese di Topolò.

 

L’articolo
Fantascienza e progresso di Michele Bellone, «IlTascabile», 23 gennaio 2018

Bandita per anni, soprattutto durante la Rivoluzione Culturale, oggi la letteratura fantascientifica è in gran rispolvero in Cina per incentivare il progresso tecnologico. Il governo finanzia con cospicui capitali la divulgazione scientifica per non perdere il passo con gli Stati Uniti, Russia.
E infine scenari arabi.

 

Il film
Call me by your name di Luca Guadagnino (2017)

Ero arrabbiata per le quattro candidature agli Oscar, mentre le bandiere italiche sventolano con orgoglio su balconi e palazzi, alla sola idea di mettermi in fila al cinema anche dopo due spettacoli pomeridiani; di colpo questa notorietà avrebbe catapultato gente che sicuramente non l’avrebbe considerato.
Ho fatto la fila come chiunque altro. Ma ho letto troppi pareri che hanno compromesso la visione, ho assaporato le cascate del Serio e
L’ho visto in lingua originale che rende tutto più autentico, anche per i diversi cambi linguistici, non molti per dire la verità.

Sarà un’estate apparentemente troppo lunga o troppo breve quella di Elio, ma un’estate in cui saprà dare un nome alle cose, alla sua educazione sentimentale con tutto il suo corredo di sfumature.
Oliver, giovane ricercatore americano e ospite della famiglia, porta scompiglio nei pigri giorni di luce accecante; è avido di vita, lo si nota da come beve in un sorso il succo d’albicocca, rompe l’uovo a colazione, dai suoi balli in piazza e dalle sue improvvise sparizioni (l’irritante “later”).
Nella prima parte del film c’è un ripetuto gioco di piani e bassi, di che pongono i due protagonisti su due livelli differenti e fino a scene più simmetriche (evidente sotto il monumento ai Caduti) in un percorso di graduale avvicinamento.
L’ambientazione è meravigliosa, a cominciare dalla villa di famiglia nella campagna cremasca. Dell’aria che entra dalle finestre, delle lenzuola stese al sole, dei pranzi in giardino, delle infinite letture, delle melodie di Busoni. Anche la natura lussureggiante, dei bagni al fiume, o ordinata del paesaggio campestre, le architetture rossastre e polverose dei borghi sono una (ri)scoperta per Elio che fa di quest’estate degli anni Ottanta un ricordo dolceamaro prima che sopraggiunga la neve.

Nella piazzetta del paese, vicino al Torrazzo, Oliver e Elio sorseggiano una bibita. In paese si aggira poca gente.

«Che cosa si fa di solito da queste parti?»
«Si aspetta che l’estate finisca.»
«In inverno, invece?»
«Si aspetta che arrivi l’estate?»

La canzone
Turbo/Attraverso lo specchio di Cosmo (2017)

Toc toc
C’è la realtà che mi bussa alla porta
Non so
Se aprire o se nascondermi

Sono le prime battute di questo singolo che ha anticipato l’uscita di Cosmotronic; un brano dalla doppia natura, da attraversare come uno specchio per piombare in sonorità più elettroniche.
Sono stata al concerto di Cosmo, lo scorso febbraio. A me piace.