Maggio sa di fiori e i primi frutti succosi. L’aria è piena di tigli, filodelfi, gelsomino. Mi sembra di rinascere ogni volta che ci passo accanto. Ha coinciso con un parziale ritorno alla normalità, dopo la chiusura per il Corona Virus. Ho inforcato, dopo i tanti timori ma anche l’abitudine delle mura domestiche, la bici e ho iniziato a riprendere le mie abitudini. Ho ripreso anche a camminare, al mattino presto quando sono certa di incontrare poca gente. Sento che una stagione è volata, senza neanche accorgermene. Mi manca come un’amica che compie gli anni in questi giorni, mi dispiace molto che sia lontana, non ci incontriamo dallo scorso giugno. Chissà se leggerà queste righe…
I libri
La Nuova Frontiera ha un ramo dedicato ai più piccoli, Junior appunto, con collane sempre interessanti. In particolare ne ha una che tratta per un pubblico giovane gli Scrittori del ‘900, troviamo Calvino, Levi, Il Gattopardo, Morante, Ginzburg, Pasolini illustrati con maestria da Giulia Rossi.
Due qualità: di riportare ai ragazzi gli autori cardine del secolo scorso, e di affidarli a penne differenti, allontanando il pericolo di un racconto monotono, ma rivitalizzandoli come personaggi letterari anche per un personale omaggio. Chi scrive infatti è legato da un debito di
Ho letto le due scrittrici, molto probabilmente, più rappresentative della nostra cultura, Natalia Ginzburg e Elsa Morante.
Se Carola Susani racconta una Elsa Morante, “tra storia e sortilegi“, intensa, battagliera, seguendo una biografia classica in terza persona, soffermandosi molto sull’influenza che la vita privata ha avuto sulla produzione letteraria; Arianna Di Genova si affida alle parole riservate di Natalia Ginzburg, scoprendo i tratti più intimi, coraggiosi, di come l’osservazione sia stato un momento privilegiato della sua arte.
Le raccontano attraverso il loro slanci, desideri, errori, drammi, opere. In entrambe prevale il gusto potente della scrittura, donne fortemente legate ai movimenti della vita, tradotti nelle idee politiche, geografie sentimentali, scintille quotidiane. Hanno attraverso la Storia sugellando la letteratura.
Ho una leggera predilezione per la biografia di Arianna Di Genova, Natalia Ginzburg, perché credo che raccontarla in prima persona possa accorciare le distanze con gli adolescenti, renderla amica.
Come si affronta la fiaba notissima, Barbalù, di Charles Perrault con un i suoni moralizzanti? Viene riproposta secondo altre regole da Beatrice Masini per Pelledoca, che con una scrittura elegante, coinvolgente e ricca di espedienti moderni (per esempio inscena, termine più che appropriato, le dicerie intorno alla decisione presa dal temibile signore), la rende unica e concede una possibilità di vita alla protagonista. Blu, nome bellissimo che sconfina di libertà, va in moglie al misterioso Barbablù, che già ha alle spalle ben 6 mogli, tutte “colorate”. Come spesso accade nelle fiabe, i divieti sono il nucleo e così anche Blu non resiste dall’aprire una scatola che contiene il suo destino, già segnato come quelle delle precedenti donne.
La bravura della scrittrice è di ricavarne una storia dai chiari messaggi attuali, impartendo un’importante lezione di rispetto per sé stesse, della possibilità di sfuggire alla violenza. Perché da questo marito uxoricida Blu si salva da sola.
Jón e le missive che scrisse alla moglie incinta mentre svernava in una grotta e preparava il di lei avvento e dei nuovi tempi: non è un sunto della trama, anche per certi versi sì, ma il titolo lunghissimo di un romanzo di un autore islandese contemporaneo, Ófeigur Sigurðsson, pubblicato da Safarà.
È una rielaborazione di un’antica leggenda e un romanzo epistolare. Sono 28 le lettere indirizzate alla donna amata, Þorunn, e in attesa di un bambino, rimasta nel nord dell’Islanda. Jón, il pastore in questione, è costretto a fuggire verso sud, perché accusato di aver ucciso il marito di lei. Qui nella rigidità dell’inverno del 1765 racconta la sua quotidianità di traduttore dal tedesco, autore, esperto botanico.
Il protagonista in questione è Jón Steingrímsson, ricordato come Pastore del fuoco, perché ha fermato una colata lavica mentre celebrava messa. Sigurðsson usa la sua storia per rinnovare l’epica isolana, non mancano i riferimenti storici, attraverso una lingua che si fa moderna, ma percorre i tratti della poesia persino dal punto di vista grafico.
Sullo sfondo della copertina appare minaccioso il vulcano Katla, il “monte sputafuoco” quasi un cooprotagonista, che non concede tregua ai suoi abitanti, diventa allo stesso tempo elemento di analisi scientifica e pagano. Nero, rosso, bianco, blu: quel che leggiamo è una terra primigenia e ruvida dove le forze della Natura tutto possono su ciò che le circonda tranne il cielo.
«Potemmo ammirare le stelle e l’aurora boreale dalla botola di Þorsteinn.»
Ortigia, ambigua fin dalle origini, prima terraferma poi isola unita a Siracusa da due ponti, abitata da chi non è mai partito, diventa teatro delle Isole di Norman (Italo Svevo editore). Veronica Galletta dà voce alla vicenda di Elena, giovane studentessa di geologia, che qui vive insieme ai suoi genitori piuttosto silenziosi. Allestisce mappe, le appende, le contempla pe cercare di decifrare sua madre e la costellazione del suo umore.
Quella madre che trascorre buona parte del suo tempo in una stanza isolata dal resto della casa, un giorno scompare senza apparente motivo: «se n’è andata, con il suo borsone beige, il gilè di zia Gisella e la pianta di basilico. S’è andata e loro sono rimasti là, a fare la guardia alla nave abbandonata». Lascia quella casa con un segreto, a lei resta il dolore. Per lenire quella assenza inizia un viaggio carico di riti intorno all’isola, ripensare la quotidianità attraverso un dizionario di cose, luoghi.
Poi quest’isola si moltiplica e diventa plurale, nei racconti di Stevenson e sul corpo di Elena: Norman; Lilliput Laputa verso il ginocchio sinistro; due isole del tesoro, gemelle, dietro la gamba destra; Mompracem, l’isola della battaglia, sul gluteo sinistro; Atlantide, espansa, sulla schiena. Sono i segni che si porta sulla pelle, ricordi trasognati da ricostruire oltre l’ordine, lastre di ghiaccio che spezzandosi rivelano altro.
«Là, dove i mari si incrociano, sai che tempo lasci e mai che tempo ritroverai.»
Il Barone Von Trutt sta terminando il suo componimento per il Grande Concorso di Poesia. È un sopraffino poeta, tant’è che la mattina inizia con la lettura di Giosuè Braccucci: «Chiare, fresche dolci acque, lisce, semilisce o anche frizzanti…». Il Barone è un tipo alquanto bizzarro, è un bassotto di nome Tiberio, che vive con i Sigismondi che considera sua servitù. Anche quest’anno ha l’amara e improvvisa notizia della partenza per le vacanze estive. Iniziano così le sue disavventure, che è anche il titolo del libro (Sinnos). Un incubo per Tiberio che sarà costretto nel trasportino, un incubo proprio ora che deve inviare il suo manoscritto, un incubo per l’ignara famiglia perciò che capiterà durante il viaggio.
Alice Keller ne fa una storia molto spassosa, di quelle che alleggeriscono la mente, e la narra dal punto di vista canino, mantenendo un’adesione alla vicenda che segue la presunta nobiltà del Barone.
E insieme a Veronica Truttero, che l’ha illustrato, ne fanno un genere nuovo in cui coesistono con fluidità fumetto, racconto, albo,
Elsa Morante, tra storia e sortilegi di Carola Susani, La Nuova Frontiera Junior, 2020
Natalia Ginzburg, vocazione scrittrice di Arianna Di Genova, La Nuova Frontiera Junior, 2018
Blu, un’altra storia di Barbablù di Beatrice Masini, Pelledoca, 2017, dai 10 anni
Jón di Ófeigur Sigurðsson, Safarà, 2020
Le isole di Norman di Veronica Galletta, Italo Svevo editore, 2020
Le disavventure del Barone Von Trutt di Alice Keller, Veronica Truttero, dai 6 anni
Le curiosità
La Library di New York ha creato una playlist di suoni provenienti dalla biblioteca, piccole narrazioni sonore per i giorni di chiusura.
Un’estate italiana è la campagna promossa dal Ministero dei Beni Culturali, il Touring Club, l’ENIT, Associazione dei borghi italiani per incentivare il turismo sul nostro territorio attraverso manifesti pubblicitari del secolo scorso che diventano cartoline. E qui l’archivio storico del Touring Club.
Su sollecitazioni di alcune maestre italiane, l’ispirativa Keri Smith ogni giorno pubblica sul suo sito esercizi e attività da sperimentare.
Eco-logica
Sostenete le piccole aziende agricole, se durante la chiusura avete acquistato da loro, continuate a farlo, in termini economici e di qualità, seguendo davvero il ritmo delle stagioni. Spesso si scoprono una rete di relazioni sorprendenti.
I film
Amazon Prime: I complessi di D’Amico, Risi, Rossi (1965), A fish out water di di Kuo-An Lai (2017), La comune di Thomas Vinterberg (2016)
Mubi: Summer Lights di Jean-Gabriel Périot (2016); The magnificent cake di Emma De Swaef e Marc James Roels (2018)
Raiplay: Magari di Ginevra Elkann (2019)
La canzone
Think about things degli Daði & Gagnamagnið (2020)