Categorie
Fuori dai libri

Di quali libri è giusto parlare?

Mi sta a cuore parlarvi di un argomento, credevo esaurirlo con qualche battuta, magari su Facebook o Twitter, e finirla lì. Invece, le considerazioni si sono allungate più di quanto pensassi.

All’inizio di ottobre sono capitata in mezzo ad una discussione su Instagram riguardo una youtuber (non rivelo la sua identità, è facilmente rintracciabile) che si occupa principalmente di cosmetici e che ha da poco aperto una rubrica sui libri, dopo aver pubblicato ovviamente il suo. Il suo folto seguito ha urlato alla vittoria: finalmente i libri! Pare che non attendessero altro. Non è la prima volta che inciampo in queste sorprese, ho già espresso il mio disappunto sulla mia pagina Facebook.

Per la serie “gente con i paraocchi” che supplica le beauty blogger più in voga ti curare una rubrica dedicata ai libri. Scusate, ma noi che ci stiamo a fare? [To be continued]
Posted by Little Miss Book on Martedì 13 ottobre 2015

 

Che avrà mai fatto questa disgraziata? Ha trattato di Finzioni di Borges. Nell’accesa diatriba le viene recriminato il taglio troppo scolastico della recensione tanto di scheda guida, l’errata pronuncia dell’autore e la pretesa di aver intuito tutto dell’autore sudamericano. Insomma, Borges non si può toccare.
Inoltre, ci sono finite accuse contro le lauree facili, di una presunta competenza che circola senza ostacolo e via di seguito. Va be’. Si sa come vanno queste cose, una polemica ne tira fuori un’altra.
Tuttavia, la ragazza non si è potuta difendere, ignara di ciò che stava succedendo alla spalle in quanto è stata riproposto al pubblico famelico uno screenshot del suo canale senza citarla. Doppio errore.
Chi siamo noi per decidere cosa è giusto recensire o no? E soprattutto come?
I blog che fanno critica si contano sulle dita di una mano, gli altri, compreso il mio, raccontano per lo più delle sensazioni a libro chiuso, del condividere una propria chiave di lettura. Siamo onesti. Quindi, non vedo il motivo di innalzare barricate. Chi ha letto o leggerà il libro si accorgerà se la signorina in questione ha ragione o no: confido nell’intelligenza della gente. Magari dal confronto con i suoi utenti possono saltare fuori maggiori chiarimenti.
Francamente sono la prima a dichiararmi priva degli strumenti adeguati per poter trattare in modo esaustivo i grandi della letteratura. Nel caso fossi così matta, ne verrebbe fuori un discorso soporifero da mandare in catalessi i miei lettori. Ciò non toglie che non possa parlarne. Se dovessi strettamente attenermi alle sacre regole della critica dovrei chiudere il mio blog e buttare la chiave in mare. Allora, chi decide quali libri sia giusto affrontare in una piazza come YouTube o sul web in generale? Nessuno, appunto.
Anch’io sono stata presa dalla “rabbia”, attirata dalla polemica ho espresso la mia opinione non su quanto si accapigliassero gli altri. Molte volte mi è capitato di leggere commenti su YouTube o Instagram di utenti che chiedono a chi gestisce questi canali di successo di suggerire loro delle belle letture. Mi sovviene questa riflessione: i blogger che si occupano di libri sono tanti, eppure, escluso qualcuno, non abbiamo grande visibilità. Questa gente affamata ha i paraocchi nei nostri confronti che ci affanniamo a condividere parole e libri interessanti. Tutto ruota intorno alla popolarità. E mi rendo conto di quanto sia difficile trasmettere la lettura come bene comune in Paese che non dà il giusto peso alla cultura.
Alla luce di quanto detto sopra, ho dedotto che due sono gli aspetti importanti incoraggianti e deludenti:
1. fortunatamente la gente legge, non si vive di solo trucco & parrucco;
2. io non ho capito niente del web, un calderone di gente frustrata.