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Fuori dai libri

L’estate in classifica

In un racconto di Bernard Malamud, Un’estate di letture, il giovane George lascia la scuola per il lavoro. Tuttavia durante i colloqui gli viene chiesto della sua istruzione, alla domanda come trascorrerà l’estate nell’attesa di occupazione risponde:

«Sto in casa: ma leggo molto per farmi un’istruzione».
[…]
Il signor Cattanzara parve interessato , si terse il viso accaldato con un fazzoletto rosso: «E cosa stai leggendo?».
George esitò, poi disse: «Un giorno mi sono procurato un elenco di libri in biblioteca, e adesso voglio leggerli quest’estate».

A qualche settimana dall’inizio vero dell’estate si sentono sempre più forti gli altoparlanti del solito tormentone: cosa leggere sotto l’ombrellone?
Le classifiche delle vendite si sprecano – chi sale, chi scende –, i consigli non ne parliamo: ci lasciamo incantare come serpenti. L’estate è una sorta di Natale anticipato che promette di risollevare le sorti di una casa editrice. Via libera alle proposte di lettura; 10-20-50 libri da non perdere, in un’accozzaglia settoriale priva di logica che tende sempre più a categorizzare il lettore in amanti di viaggi, gialli, natura, ect….
Sono la prima a spulciarle, più per amore delle liste che per reale bisogno.
Potrei risultare contraddittoria perché in diverse occasioni ho affidato il compito a chi di libri se ne occupa e una volta sola è capitato a me quando avevo da poco inaugurato il blog. Ora non mi pare il caso di aggiungere altra carne sul fuoco. Più che altro trovo pertinente condividere la mia pila di possibili letture, che per me rimarrà sempre fonte di scambio fecondo.

Se prima i consigli si concentravano a ridosso della partenza, oggi si gioca d’anticipo perché le vacanze non si concentrano più solo in un determinato periodo, che ha coinciso in passato perlopiù con agosto. Credo con fermezza che, estate o no, si tratta di trovare il tempo di leggere prima di partire e quando si torna, un’attività – chiamiamola così – che andrebbe coltivata dodici mesi l’anno. Anche solo per avere una certa dimestichezza con la grammatica.

E così sullo schermo del computer mi appaiono copertine, volumi: gli occhi non riescono a stare dietro a questo elenco infinito. Ad un certo punto mi sovviene il dubbio se sia una promozione del libro in quanto tale o del contenuto. Non potrei accusare che chi parla di un libro sia mosso da logiche di marketing, ma pensare anche a titoli di qualche anno addietro non significa non essere al passo con i tempi, criterio seguito dagli stessi editori votati all’esclusiva promozione della novità. Perché si tradisce il vecchio catalogo?
Allo stesso tempo mi chiedo se hanno senso questi suggerimenti quando il più delle volte si concentrano sulle novità editoriali, escludendo marchi editoriali minori. Non si perde di personalità, di sentimento?

Chi si porta il lavoro al mare o in montagna, chi si rifugia nel confortante giallo, chi invece, in preda all’agitazione, si fionda in libreria e magari indeciso si lascia intrappolare in un bestseller che diventa longseller, di solito americano, Premi Strega (ne discuteremo presto) e ricordi di presentazioni televisive.
Non è così alieno incuriosirsi a un libro che ha avuto molta risonanza: se tutti ne parlano ci sarà un motivo. Spesso il motivo è rintracciabile nella buona capacità di rendere un titolo gradito, vendibile, di piazzarlo in classifica grazie anche al personaggio-scrittore. I numeri e la notorietà contano. Soprattutto d’estate.
Tanto meglio affidarsi al passaparola, ai lettori appassionati le cui opinioni sono sincere. Per chi legge sporadicamente sperimentare è un buon modo per comprendere i propri interessi.

Ognuno di noi ha dei piani, si spera fantastici, per l’estate che può rispettare o meno per un tempo che si suppone disimpegnato e dilatato.
La scelta dei libri va di pari passo con l’età e il momento, è come creare una playlist che sostenga l’adrenalina della partenza e allevi il ritorno. La valigia si potrà appesantire di riletture e nuovi acquisti: l’estate è il periodo della libertà di mescolare generi e autori impegnativi e più leggeri. Non biasimo chi tralascia i classici, probabilmente legato a un retaggio scolastico, all’imposizione degli insegnanti mascherata da una finta scelta; si sente il bisogno divincolarsi dall’obbligo a favore di qualcosa di più contemporaneo, a volte riversandosi su qualche caso editoriale ( secondo la stampa avviene quotidianamente).
Durante l’anno accantono i miei titoli per poterli leggere quando non mi occupo del blog, raramente sono ultime pubblicazioni, ma sono più affini con i miei gusti, talvolta aggiungo qualcosa che solitamente non leggerei. Almeno ci provo.
Quando poi si dice l’estate facciamo riferimento soprattutto al periodo centrale d’agosto, ma la stagione inizia a giugno e prosegue fino a settembre inoltrato. Lo scorso anno ho infilato in lista molte letture, qualcuno mi ha criticata accusandomi di compulsività. Con mia soddisfazione, sono riuscita terminarle tutte giungendo alle soglie dell’autunno. E poi non è detto che tutte le letture vadano a buon fine, si scarta, si rimane delusi, a volte non se ne ha voglia. È legittimo.

Una sera d’autunno George uscì di corsa di casa diretto alla biblioteca dove non metteva piede da anni. C’erano libri dappertutto, e pur lottando per dominare un tremito interno, ne fece abbastanza rapidamente un elenco di cento, poi si sedette a un tavolo e cominciò a leggere.

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