Categorie
Le mie letture

Atlante delle isole remote di Judith Schalansky

Su un’isola piccola, da circumnavigare in qualche ora, non ci sono mai stata. In Sicilia ho messo piede più volte, ma non ti accorgi di essere circondata dall’acqua. Invece, le Eolie (a tre ore di navigazione dalla Calabria) d’estate fanno appena capolino, Stromboli svela il suo pennacchio tra la foschia più densa; d’inverno nei tramonti sereni si intravedono tutte. Per me sono un sogno. Quelle sono le Isole.

Atlante delle isole remote di Judith Schalansky, edito da Bompiani, non è un romanzo, ma un libro d’esplorazione «per chi desidera smodatamente il mondo in una sola volta», una geografia sconosciuta da assaporare anche nella recente e praticissima versione tascabile.
Armatevi di lente d’ingrandimento e coraggio per salpare alla volta di quelle piccolissime porzioni di terra che non sono contemplate sui mappamondi, né dalle carte ufficiali, dagli atlanti, appunto, ma relegate «in un angolino, stipate dentro la cornice di un riquadro, sospinte ai margini, con una scala tutta loro, ma senza alcuna reale posizione» e difficilmente raggiungibili come recita il sottotitolo.
Approdarvi ha un significato profondo e a volte bizzarro – utopia, salvezza, mistero, rinascita a – : «l’isola [sperduta] è il luogo adatto per raccoglierci tutto ciò che è indesiderato, scartato, anomalo», agli antipodi del mondo e lontana dalle rotte commerciali e turistiche, è una prigione circondata dal mare.
Qualcuno ha messo a repentaglio la propria vita, sedotto dalle acque cristalline, illusionedi conquista per tramandare il proprio nome, esercitare il potere lontani dalla madre patria o l’ancora di salvezza, come nel caso di Amelia Earhart, la prima donna a trasvolare l’Atlantico in solitaria. L’epilogo è noto.
E per tale motivosono sinonimo di inferno, fascino letterario, rivendicazioni nazionali o imprese da record«Le rivoluzioni sono proclamate sulle navi, le utopie sono vissute sulle isole».
Esiste un’isola del tesoro, quella del Cocco, ossessione di August Gissler convinto di trovarvi l’oro dei pirati Edward Dawis, Benito Bonito e Lima. Ci perde sedici anni della vita ricavando solo tre ducati e un guanto d’oro.
Judith Schalansky racconta cinquanta microcosmi e microstorie corredate di dati topografici e una breve cronaca che ha il sapore di un diario di bordo. Le cronache sono tra le più suggestive, impervie e incredibili. Sono isole fatte di sogni linguistici, corallo che resiste alla risacca, veleno radioattivo inavvicinabili per anni; abitate da schiavi sopravvissuti ad un naufragio, libere da ogni tabù, inospitali, terre di mezzo in controtendenza all’attuale sistema geo-politico, centri di ricognizione scientifica.
Atlante delle isole remote è un viaggio attraverso oceani e mari, dalle terre glaciali alle spiagge più esotiche. Queste isole respirano di un passato più o meno recente. Ciascuna narra di navigatori, esploratori, popoli, intrepidi viaggiatori alla ricerca del Nulla. Di materiale per i novelli Robinson Crusoe ce n’è: «cercare è più bello che trovare», no?

Titolo: Atlante delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò
Autore: Judith Schalansky
Editore: Bompiani
Traduttore: Francesca Gabelli
Pagine: 143
Anno di pubblicazione: 2013
EAN: 9788845275067
Prezzo di copertina/ebook: € 21,50 – € 9,99