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Le mie letture

Avventure di piccole terre di Ambrogio Borsani

C’è molto letteratura sulle isole, nascondono sempre quel senso metaforico di solitudine o libertà, eppure non ogni nuovo libro aggiunge qualcosa in più a quanto già noto.
Avventure di piccole terre di Ambrogio Borsani (Neri Pozza) è uno snello atlante in cui traccia una mappa di ben cinquantuno isole italiane, escluse la Sicilia, Elba, Capri e la Sardegna che hanno conosciuto ampiamente la notorietà. Cinquantuno voci delineano sommariamente dati e storie rilevanti di territori offuscati dalle loro sorelle maggiori.
A mio avviso, troppo brevi questi ritratti, il lettore dovrà provvedere a un eventuale approfondimento personale. Nulla vieta, però, a immaginare una personale navigazione letteraria.
Interessante come la specificazione nel titolo faccia pieno riferimenti a questi spazi d’acqua, in quanto spesso ridotti a contesti, esprime tutta la  partecipazione alla Storia di una nazione.

Una manciata di chilometri, massicce consistenze o puntini nel blu sono queste le isole italiane che tappezzano il nostro Mediterraneo, da Nord a Sud, senza fare alcuna discriminazione.
«La memoria non ama nuotare e sulle isole la storia rimane in vita più a lungo».
Eccole testimoni e fautrici di amori proibiti, di efferati delitti, di bizzarri esperimenti erotici; funestate dai venti della Storia o da improbabili mire utopiche; in maggioranza sfiorate dal genio letterario; alcune come mercati con le primizie in vendita e vittime di abusi edilizie; governate da vulcani sopito o dalla flora selvaggia.
Sfilano qui, in questo inventario delle isole, ciascuna si porta dietro una leggendaria reputazione o un fardello di guai. Avventure, appunto. Pagina dopo pagina si attracca a una nuova spiaggia o a un scoglio impervio, in ciascun profilo si nasconde una forte identità.
Ci sono innanzitutto Procida e Montecristo già salite agli onori delle cronache letterarie, che non hanno bisogno di presentazioni. Alexander Dumas, Elsa Morante, Alphonse de Lamartine, Giovanni Boccaccio e Franco Cordelli ne faranno le protagoniste assolute di loro scritti.
Ernest Hemingway ha sostato a Grave di Papandoli e a Torcello, negli anni Cinquanta: si ritrovano riferimenti in Di là dal fiume e tra gli alberi. La sua connazionale Marguerite Yuorcenar più volte è a Pescatori sul Lago Maggiore. E sempre qui, a Partegora Volta scopre il metano, «l’aria infiammabile». È il 1776.
Ventotene, territorio di confino degli oppositori al Fascismo, vede nascere le radici pacifiche: qui Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann pensano al Manifesto per un’Europa Libera e Unita.
Benedetto Croce si salva e rimane orfano dopo il terribile terremoto del 1883 che colpisce Ischia, raccontandolo in Memorie della mia vita. Ma da qui, intorno alle acque limpide, transitano anche Pablo Neruda, Mark Twain, Allen Ginsberg e quanti evitano la ben più hollywoodiana Capri. Truman Capote ritrae luci e suoni in I cani abbaiano: «il pomeriggio è una mezzanotte bianca», un’espressione che coglie pienamente l’aria densa e scintillante del periodo estivo.
Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, autore delle Relazioni pericolose, nominato da Napoleone capo della guarnigione presso il forte di San Paolo, nel golfo di Taranto, trascorre i suoi ultimi giorni di vita.
Le Eolie trovano dimora in Brancati, Maupassant, Dumas fino a diventare teatri di ispirazione cinematografica. A Salina, Tomasi di Lampedusa attribuisce il titolo nobiliare al carismatico principe Fabrizio.
Si scorge la meraviglia di chi le avvista, quasi fossero oasi nel deserto, come accade in Visione dell’isola di Citera di William Blake:

“Guarda,” – dice la mia guida – “ecco là
le isole disseminate, le navi e i venti,
le città antiche e le presenti,
i turisti, le capre, gli eroi, gli dei viventi.”

Ed ecco che, dopo un gran girare,
siamo su un’isola piccola, meravigliosa,
contornata di mare smeraldo colore.
“È Kithira,” – dice Blake. – “Qui fu vista apparire.”

“E se fosse che per noi si rifacesse
viva?” – dico. “Potrebbe,” – dice – “perché Memoria
trattiene tutto e nominando
tutto di nuovo si presenta in gloria.”

L’isola Ferdinandea, la più ritrosa, per antonomasia è l’isola che non c’è. Si è presa gioco degli inglesi e di tanti che hanno pensato di far sventolare la propria bandiera. Lì nel Mediterraneo fa capolino quando le pare, aspetta i sussulti interni, poi sbuca e si immerge in quel mare d’acqua.
Marettimo addirittura è indicata da Samuel Butler, traduttore dell’Iliade e l’Odissea, come la possibile Itaca. Lo studioso inglese si spinge oltre: Omero è una donna, per la rilevanza concessa alla figura di Penelope e alle altre donne, mai derise. Congetture da verificare.
Cicerone pare abbia fondato una scuola di retorica a Scola, una delle quattro isole dello Stagnone, durante il suo soggiorno siciliano impegnato a raccogliere documentazioni per il processo contro Verre, accusato di aver rubato ai contadini e all’amministrazione di Marsala. Su quella porzione di terra rimangono solo tre edifici e nulla più.
Fine del viaggio.
Terre liquide. Luoghi di carta. Isole isolate.

 

Titolo: Avventure di piccole terre. Cinquantuno isole italiane da leggere e immaginare
Autore: Ambrogio Borsani
Editore: Neri Pozza
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2016
EAN: 9788854512214
Prezzo di copertina/ebook: € 16,00 – € 9,99

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