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Le mie letture

Hannah Coulter di Wendell Berry

Questa è una delle rare occasioni in cui la copertina mi colpisce prima di conoscere la trama: una scala di verdi e terra si armonizza perfettamente e che introduce al scenario bucolico di Port William.  Ho letto recensioni entusiaste sul precedente lavoro di Wendell Berry, Jayber Crow, non potevo farmi sfuggire Hannah Coulter edito sempre da Lindau sapendo già che mi sarebbe piaciuto. Lo scrivo così mi tolgo il pensiero ed evito di tergiversare. Oltre la storia ben costruita, la sorpresa viene dalla scrittura dell’autore americano, concreta, calata nel contesto. Il discorso di Berry è più complesso di quel che sembra: non raccoglie solo le memorie di una vecchina, ma di una comunità. E non si dimentica l’amore per la vita agreste e il rispetto dei valori umani.

L’ho iniziato durante il viaggio di andata verso casa durante le vacanze natalizie, ma è una lettura da camino perché davanti al fuoco si ascolta meglio ciò che ha da dire Hannah.Vibra la voce di Hannah quando ricorda la sua vita, quando lascia la casa paterna per andare in città spinta dalla nonna, donna pratica e attenta al presente più che al futuro incerto.
Prima Felter poi Coulter in pochissimi anni la sua vita si trasforma: la giovane si trasferisce a Port William quando si sposa con Virgil Felter. Un amore fondato sull’immaginazione di ciò che potrebbe essere, «perché non ha mai potuto essere altro». Virgil, infatti, è chiamato alle armi.
Port William è ovattato, filtrano in controluce le notizie della guerra. L’attesa e l’ufficialità della morte fluttuano in un tempo sospeso rintracciabile fin dai versi iniziali.
Sono splendide le pagine su Okinawa: solo attraverso le parole dei libri Hannah riesce a rendere con pienezza l’orrore della guerra. La difficoltà di intuire e capire si scontra con il silenzio di Nathan e con l’assenza di Virgil. Hannah non osa chiedere, non ha idea di cosa significhi combattere e veder morire altri individui fino a quando non si documenta in biblioteca. Il rombo assordante, le urla disperate arrivano alle sue orecchie e a quelle del lettore.
Il dolore non può pesare così tanto su questa giovane Hannah e sulla piccola Margaret. Ed ecco, che con Nathan Coulter il rapporto si fa più adulto e cosciente, basato sulla quotidianità. Hannah non rimpiange il tempo in cui era segretaria presso uno studio legale, anzi riacciuffa il suo passato alla fattoria di famiglia dedicandosi all’attività campestre.
La sua vita può essere condensata in queste due parole, rifugio e riconoscenza verso il piccolo villaggio, animato da una solidarietà incrollabile che comprende i vivi e i morti. La forza sta tutta qui, in questa comunità che si promette aiuto eterno e protezione.
Tuttavia, queste dichiarazioni si scontrano con il progresso, il lavoro meccanico, le malattie: gli abitanti si ritroveranno cacciati dal luogo e dal ricordo come pezzi di ricambio usurati e da sostituire, magari alla fine soli e dimenticati.
Port William non è esente dalle trasformazioni sociali ed economiche, si sgretola sotto i colpi dell’industrializzazione. Il paesaggio, così familiare come un foulard, cambia ed è minacciato. Anche i figli di Hannah e Nathan mal si adattano a questi luoghi, pare che abbiano dimenticato la linfa vitale della terra, ma si siano lasciati abbindolare dal denaro che promette tutto ma non mantiene niente.
La donna e la comunità tentano di mantenere questi equilibri, almeno nei ricordi, nella speranza che la sensazione di un inverno infinito possa cedere il passo alla primavera.
Cara Hannah, nulla è perduto, quell’opportunità che hai avuto, quel dono, verrà raccolto e custodito.

Titolo: Hannah Coulter
Autore: Wendell Berry
Editore: Lindau
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2014
EAN: 9788867083022
Prezzo di copertina: € 19,00