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I piccolini Le mie letture

I piccolini – L’Uomo Montagna di Séverine Gauthier e Amélie Fléchais

Quando domenica sera Paolo Cognetti, a Che tempo che fa, parlava di radici in merito al suo libro, su come i luoghi in cui non siamo stati possono diventare case, mi è balenato in mente L’Uomo Montagna, fumetto di Tunué scritto da Séverine Gauthier e illustrato da Amélie Fléchais. Perché anche qui, tra le tante cose, si parla di radici, della ricerca e soprattutto del momento in cui quella sensazione si fa viva.
È una questione con la quale tutti prima o poi facciamo i conti, con il successo dell’impresa o la rassegnazione; a idealizzare a tal punto quel senso di appartenenza fino a smarrire la bussola.
I luoghi sono fatti soprattutto dalle persone. Se non si percepisce una comunione di intenti positivi, quella relazione si fa affannosa, a sgretolarsi senza rimedi.

Un Bambino e un Nonno. L’infanzia e la vecchiaia. La maturità e la perdita. Così si può sintetizzare ciò che rappresentano i personaggi di questo splendido fumetto.
Il Nonno è ormai giunto al suo ultimo viaggio, non è più in grado di sostenere il peso delle montagne che gravano sulle sue spalle. Per aiutarlo, il nipote si mette in cammino alla ricerca del vento più forte che possa liberarlo da tale peso. La promessa? Di aspettarlo al suo ritorno.
«E così il Bambino partì. Viaggiò da solo, viaggiò lontano e a lungo». Con lo zaino in spalla, buona volontà, si inerpica lungo la via impervia con incoscienza e coraggio.

I piccolini - L'uomo montagna di Séverine Gauthier e Amélie Fléchais - interno storie
L’Uomo Montagna è il cammino dell’esistenza con tutte le sue difficoltà, della conoscenza del bene e del male fino al raggiungimento dei traguardi prefissati che includono il focolare domestico. E anche della capacità di fidarsi degli altri, specie quando ci vengono in aiuto.
La montagna – scalarla, arrivare in cima – è metafora quanto mai pregnante della nostra presenza sulla terra, il Bambino e il Nonno incarnano il nostro daffare. Qui resa ancor più magica dalle atmosfere fiabesche – tutte le sue classiche peculiarità e meccanismi –, ancor più evidenti nel tratto di colore, nelle sfumature.
Si intrecciano i temi della vita e della morte, della crescita, delle radici e dello spaesamento, che coincidono con un riconoscimento della propria identità, nulla a che fare con i confini stabiliti ma appartiene a una memoria condivisa, a una geografia degli affetti.

Le sue montagne sarebbero state come nuvole, e sarebbe stato felice.

 

Titolo: L’Uomo Montagna
Autore: Séverine Gauthier, Amélie Fléchais
Editore: Tunué
Traduttore: Stefano Andrea Cresti
Pagine: 48
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 14,90
Età di lettura: dagli 8 anni