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I piccolini Le mie letture

I piccolini – Storie botaniche

Estate: aria aperta, erbari e soprattutto libertà di esplorare la natura con l’occhio scientifico e allo stesso tempo sognante della scoperta, tra gioco e personale attitudine.
Per chi è fortunato vivere in campagna è un buon terreno per osservare le trasformazioni della flora e del paesaggio e di allestire un piccolo erbario.
Scrive Camillo Sbarbaro a proposito della collezione di fiori e foglie:

L’erbario è un campionario del mondo. Risorsa nelle ore di tedio, a caso apro un pacco. In ogni pacco c’è il mondo.
Quando un luogo mi piace troppo perché vagheggiarlo con gli occhi mi appaghi, a illudere l’impossibile voglia d’una maggiore comunione con esso, mi scorre una fantasia quasi scientifica: un aerostato in cambio di ali, che compensi il peso del corpo; farmi lieve per esso, come si dice saremmo nell’atmosfera della luna. Dietro la voglia e il capriccio, sorvolare quel luogo; della mano sfiorare l’oliveto quasi dorso di gregge; tuffarmi in un verde, calarmi dove un’acqua canta; allagare d’un balzo a quel greppo, incuriosirmi del bianco che trema su quel precipizio; andare e tornare, esser qui ed esser là: piluccare quel luogo come un grappolo d’uva, a gara con la farfalla che deliba il suo prato di fiori.
Con l’erbario il sogno s’avvera; e non per un luogo; pel mondo!

Calarsi nel verde e ascoltare i suoni, leggere tre storie botaniche che hanno come protagonisti una donna, un bambino e il mondo vegetale.

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La voce di Elena Accati, agronoma, racconta l’intensa vita di Eva Mameli, un’importante naturalista del Novecento, in Fiori in famiglia per la collana di Donne nella scienza di Editoriale scienza. E spesso le cronache si soffermano molto sulla figura del marito.

Eva Mameli prima ancora di essere la madre di Italo Calvino è stata una bambina e una donna che ha coltivato – letteralmente – il suo amore per la botanica, lasciando traccia nella scienza. È la prima ragazza in Sardegna a frequentare un liceo pubblico.

D’estate, poi, liberi dalla scuola e dai compiti andavamo nei prati. Quanti colori, quanti profumi! Ogni giorno portava una scoperta. Ritornavo sempre a casa con piccoli mazzi che osservavo con attenzione. Mi chiedevo: “Di che cosa si nutriranno queste pianticelle?”.
Efisio un giorno mi disse:
– Potremmo studiarle, sperimentare, provare…
Le sue parole lavorarono dentro di me. Mi munii di un righello e di un quaderno a quadretti, di quelli con la copertina nera e l’etichetta, su cui scrissi Esperienze.

Una passione nata nei pomeriggi assolati, dalla guida sicura del fratello Efisio, nel cuore dell’orto botanico di Cagliari e nei suoi erbari: sono i primi passi che la giovanissima Eva prima di lasciare il suo amato mare per approdare, dopo la laurea in matematica, a Pavia per specializzarsi in scienze naturali. Nella città lombarda l’ambiente universitario è in fermento e molti studi di botanica sono ancora embrionali. Eva trova un po’ di conforto dalla lontananza da casa.
Ma la sua formazione prevederà nuovi interessi,viaggi, isole e la corrispondenza con Mario Calvino che cambierà rotta alla sua vita. E già perché Eva partirà alla volta di Cuba, dove soggiornerà per cinque anni.
All’Avana metterà a disposizione dei contadini le sue conoscenze. Qui nascerà Italo Calvino, il quale tenterà di seguire il percorso dei genitori ma rimarrà la pecora nera della famiglia come si è etichettato in seguito, l’unico letterato.
E poi c’è Sanremo, odorosa di verde e sale. Al ritorno da Cuba viene inaugurata la casa dei floricoltori: villa Meridiana diventa il laboratorio e il giardino dei Calvino e degli studiosi.
Ecco perché Fiori in famiglia è una storia domestica, di un lavoro svolto con entusiasmo e meticolosità, lega anime e strumenti: nel giardino di casa si getteranno i semi della conoscenza e di nuovi frutti.

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Una storia che nasce dai semi è Le piante senza nome di Beatrice Masini e Sonia Luce Possentini, che ha dato il volto a Rico, per Carthusia Edizioni per la collana Storietalentuose. L’edizione a fisarmonica permette di leggere su un risvolto la vicenda, dall’altro un focus sul mestiere del giardiniere.

Sami ribattezzato Rico – ha due nomi come le piante – dal ricco mercante Alvise Zordan presso il quale è un aiutante, vive a Venezia, «città d’acqua e luce»; ha imparato a leggere e scrivere ma gli manca la sua terra, soprattutto sua madre dai grandi occhi lucenti.
Un giorno Alvise lo sorprende mentre contempla due piantine che a quanto pare diventano grandi fino al cielo. Ma né il bambino né il mercante conosco la specie: Rico se le è portate dall’Africa.
Si può fare un tentativo, recarsi all’Orto botanico di Padova dove si studiano e si custodiscono le piante: «Là sapranno che cosa fare delle tue piante. Come trattarle bene», dice Alvise.
E così davanti al giardiniere Rico sbriciola la sua storia tra curiosità e nostalgia, ma qui nell’Orto il bambino trova forse qualche risposta.

È una fiaba da leggere ad alta voce che pone l’accento su molte questioni: l’interazione di culture e generazioni diverse come scambio fecondo, salvaguardia della natura come lascito per il futuro.
Da un ricordo familiare nasce un bene comunitario.

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Di tutt’altro genere è Poemario di campo di Alonso Palacios con le illustrazioni di Leticia Ruifernández. Nell’edizione italiana di Orecchio Acerbo la traduzione di Francesca Lazzarato ha portato un guizzo nuovo, una cadenza più cantilenante. A conclusione un apparato, come fosse un libro di botanica, espone i tratti salienti dei protagonisti di questa speciale raccolta.

Componimenti lievi dedicati a chi arricchisce e abita il paesaggio campestre – dieci insetti, dieci alberi, dieci fiori e frutti, dieci uccelli: un piccolo erbario e bestiario quello a cui Sbarbaro fa riferimento. Ma soprattutto è un inventario naturale che mima le peculiarità di ciascuno, fino a essere un tesoro di musicalità, delicatezza e meraviglia.

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Avevi mai pensato che la gazza organizza un mercatino con tutto quello che raccatta in giro? O che il melo ha un sogno di fiabesca memoria?

Principesse
in attesa, fanciulle
dal sonno stregato:
ecco il sogno segreto
del melo in mezzo al prato.

E le ciliegie?

Ciliege:
assomigliano un poco
a orecchini di brace,
a biglie rosso fuoco.

Non resta che portarlo nelle esplorazioni campestri.

 

Buone avventure

 

Fiori in famiglia di Elena Accati e Anna Curti, Editoriale Scienza, 2011, età di lettura dagli 11 anni

Le piante senza nome di Beatrice Masini e Sonia Luce Possentini, Carthusia Edizioni, 2017, età di lettura dai 9 anni

Poemario di campo di Alonso Palacios e Leticia Ruifernández, Orecchio Acerbo, 2017, età di lettura dai 4 anni