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Le mie letture

Il poeta dell’aria di Chicca Gagliardo

Ho terminato la lettura di questo libro ieri mattina, Il poeta dell’aria di Chicca Gagliardo ed edito da Hacca. Ho desiderato leggerlo fin da quando ho avuto notizia dell’uscita. Una volta nelle mie mani, mi sono armata di matita e ho sottolineato molti passaggi interessanti e speciali. Troviamo visioni e grandi intuizioni che arricchiscono queste pagine e danno man forte ciò che si vuole comunicare; ci sono delicatezza di parole, richiamo di arte, che è letteratura, creatività, musicalità, che fu e che sarà. Aspetti che incontrerete anche da un punto di vista grafico. C’è molta cura di in questo libro. 

Temo di non essere all’altezza di spiegarvi questo piccolo gioiello. Ci provo. Poche volte mi sono sbilanciata senza indugi e spero che vi abbia convinti almeno un po’. Forse non è un libro che consiglierei a tutti, soprattutto a coloro che non amano gli intrecci sottilissimi e i non-detti, però credo che con questa lettura si può fare uno strappo alla regola.
Il poeta dell’aria è storia molto evocativa, una narrazione antica, quasi fiabesca, e allo stesso tempo contemporanea.
Sapevo già che mi sarebbe piaciuto, sapevo già che il titolo, magnifico, mi avrebbe introdotta in un racconto altrettanto magnifico. I colpi al cuore accadono poche volte nella vita.
Un quaderno accoglie lezioni di volo, la consistenza del vuoto e dell’invisibile, che è al tempo stesso un’arte, la poetica dell’aria. Ed un Volatore a scrivere versi e pensieri, lo fa di nascosto seduto su un cornicione perché le parole non posso essere trattenute, non appartengono a nessuno. Ma questo quaderno verrò letto da chi ha intenzione di intraprendere un viaggio nuovo, leggero di corpo e pieno di spirito e silenzio. Le lezioni sono trentatré che potrebbero corrispondere a prospettive di esistenza.
La prima lezione invita a scrivere nell’aria con le dita: i versi scivolano nel vuoto appartengono al vento. La prima sensazione è di immaterialità. Comporre versi non è così immediato, solo dopo moltissime prove verranno lucenti e intimi. I poeti dell’aria non reclamano alcun diritto d’autore, le loro poesie sono di tutti, compongono un impercettibile soffio di il vento. Le parole non possono essere prigioniere nei libri e nei quaderni, si formano e volano nell’aria, madre di tutte le voci: sembra inconsistente, tesse fili per trame ricchissime per svelare il mistero, l’invisibile raggiungibile solo quando si coglie il blu oltremare che il punto dell’origine e nuova partenza. Un granello.
Per «alzarti in volo devi aver conosciuto la vertigine che fa precipitare», il motivo che non ti trattiene più alla carne per salvarsi prima che la gravità mostri la sua reale levatura.
Fluttuare, planare, volteggiare, destreggiarsi «Il volo è una scrittura del corpo nel cielo» ha i suoi tempi, conosce il vuoto, la caduta, i colori e la scala musicale del vento sono importanti esercizi di lettura.
Il vento è suono che si trasforma in musica e colore, i colori in parole, le parole vengono da lontano sono portate all’ascolto dall’anima che significa vento, appunto. «La poesia è anima, l’anima il vento, la poesia è volo» e fuga dalla forza di gravità che ti schiaccia, è un peso anche in relazione a ciò che si vive.
Lo Stormo sono i compagni di viaggio del narratore, – Zuzù, Oboe, Malva, Ulu –, voci che si aggirano sopra la città durante il giorno e la sera si posano. Hanno abbandonato la vita terrena spinti dal desiderio di volare e divenire nulla, non hanno paura di cogliere la Bellezza. Sono poeti erranti dell’aria, cercatori dell’invisibile, che hanno dimenticato o ricordano appena un battito della loro precedente esistenza: la loro metamorfosi coraggiosa avviene nel presente, non in un futuro incerto.

Forse, ho capito che cosa si può «fare con filo d’aria».

Titolo: Il poeta dell’aria
Autore: Chicca Gagliardo
Editore: Hacca
Pagine: 228
Anno di pubblicazione: 2014
EAN: 9788898983001
Prezzo di copertina: € 15,00