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Le mie letture

Playlist di dicembre, sul quaderno del 2018

31 dicembre cala la serranda dell’anno, fuori l’aria frizzante dell’inverno, l’euforia delle luci e dei brindisi. Tra le bollicine le speranze per i prossimi 365 giorni.
Sono sempre restia a fare bilanci, a meno che non incidano con gravità sulla mia vita, perché proprio non comprendo il senso di ulteriore frustrazione. Alle promesse ci credo. In passato sono riuscita a manternerle, tranne in un momento di crollo emotivo che mi ha attanagliata qualche mese fa. In questo caso sono venuta meno alle mie parole, a mia discolpa dico che ho fatto un buon lavoro su me stessa. Dimentico quei minuti.
Se poi ci sono piccole felicità è bene assaporarle. Posso scrivere sul quaderno del 2018:
le Lofoten e una Norvegia a lungo attesa;
il cielo denso di stelle delle Dolomiti;
colori e carta;
perseguire dei principi e crederci soprattutto;
un regalo inaspettato, un concerto a febbraio.

 

Buon 2019.

 

I libri
Di Selma Lagerlöf, in particolare di Uomini e Troll e Il libro di Natale, è ridondante riferire le medesime parole. Il Natale reca con sé tutti i simboli nordici, soprattutto nel secondo titolo, il primo ha più la dimensione della fiaba. Il mio cuore è tutto per la casa di Mårbacka, lo scambio dei regali e l’impazienza di scartate il più atteso di tutti.

Un giallo. Con mio grande stupore l’ho letto senza fermarmi Cucinare un orso di Mikael Niemi. 500 pagine di una storia piena di colpi di scena inclusa un’improvvisa svolta di prospettiva. Non è la prosa melanconica di Stefánsson ma è sicuramente una narrazione che procede senza fronzoli anche se non manca dei suoi momenti più alti.
La storia inizia nel 1831, decisamente a nord, a Pajala, nella Lapponia svedese. È un’«estate malefica» in cui si consumano una serie di violenze e omicidi a danni di tre donne. Inizialmente additati come vittime di un orso. Nella cultura nordica questo animale è ha il suo corredo allegorico, non è un caso che ne diventi il protagonista.
Jussi, il piccolo Sami, dalla travagliata vita personale, il quale proviene da un mondo arcaico persino nei sentimenti, accolto da Læstadius, il pastore luterano fautore della corrente mistica del Risveglio. un personaggio realmente esistito con tutta la collezione botanica, ha preoccuparsi di investigare sopperendo alle cecità delle autorità competenti.
Al di là del racconto, dell’indagine, i libri porta avanti un messaggio chiaro: la lettura, la lingua come conoscenza, sono strumento efficace per sconfiggere il buio dell’ignoranza.

La vera sorpresa è questa perla proposta da Cliquot, Viaggio di una sconosciuta di Livia De Stefani, scrittrice poco nota ma molto attiva nel dopoguerra. I suoi racconti perfettissimi, struggenti, in chiave pirandelliana, mi ha fatto scoprire una scrittura articolata ma chiara. Chiude l’edizione i versi delle Poesie in diesis, dai Notturni ai più versi più barocchi. A me ricorda Elsa Morante e Anna Maria Ortese.

Ultimo libro: la densa avventura parigina di Sylvia Beach che nella capitale francese, a inizio secolo, apre la Shakespeare and Company. Gli anni fulgenti di quelli autori – dai più conosciuti ai meno –che hanno animato il numero 12 di rue de l’Odéon, soprattutto sull’impegnativo iter, tra censure e coraggio, per la pubblicazione dell’Ulysses di Joyce. Leggetelo come un diario di un’epoca che non brillerà più.

 

Il libro di Natale di Selma Lagerlöf, Iperborea, 2012
Uomini e Troll di Selma Lagerlöf, Iperborea, 2018
Cucinare un orso di Mikael Niemi, Iperborea, 2018
Viaggio di una sconosciuta di Livia De Stefani, Cliquot, 2018
Shakespeare and Company di Sylvia Beach, Neri Pozza, 2018

 

La curiosità
Gli abiti ricamati di Puella atelier è un bel progetto che lega la poesia agli abiti vintage: ogni mese ha le sue parole poetiche che trovano dimora sulla stoffa leggera di una camicia, sottoveste, tra le trine. Dicembre è per Emily Dickinson.

 

Il film
La donna elettrica di Benedikt Erlingsson (2018)

Una commedia sì, ma come poche è in grado di parlare e far riflettere su l’inquinamento, la cura degli affetti, le rivoluzioni personali che diventano collettive.
Quando Halla, la protagonista, abbraccia la sua Islanda, aspira l’odore umido dei muschi e licheni, per un attimo ho pensato alle Lofoten.

 

La canzone
Punto critico dei Subsonica (2018)

Per non c’è testo migliore che rispecchia l’apatia culturale in cui viviamo con tutte le conseguenze che si trascina – dalle questioni economiche e politiche, alla povertà emotiva ed empatica, alla deriva linguistica, alla superficialità come credo a cui votarsi, all’incapacità di reazione. Inettitudine. Peggio degli uomini senza qualità.