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Le mie letture

Sofia si veste sempre di nero di Paolo Cognetti

A quanto pare mancavo solo io! Sofia si veste sempre di nero è il primo libro di Paolo Cognetti che leggo e con grande entusiasmo ne leggerò altri. Ho consultato diverse recensioni a riguardo, ma non tutte erano liete. Devo dire che non mi hanno influenzata, anzi ho letto il libro con una certa avidità, come se bevessi acqua in un’assolata giornata di sole. La storia è triste, non certamente facile, ma racconta di una quotidianità in frantumi e di una continua ricerca di un forziere carico di felicità. Ve lo consiglio!

Sono racconti brevi e lunghi, intervallati da continui salti temporali che si ritrovano nel disegno più ampio e profondo del romanzo. Questi “frammenti” hanno una propria autonomia e Sofia è la protagonista del libro, ma non la protagonista assoluta: è elemento del discorso in ogni racconto anche quando non ritroviamo il suo corpo e la sua voce nelle righe; è legata alla storia e ai personaggi in un crescendo di causa-effetto.
Sofia al mattino beve solo caffè nero e si veste sempre di nero, anche dentro, nella propria mente. È asimmetrica, dai lineamenti imperfetti e dagli atteggiamenti opposti: è ironica, fiera, sicura e sorridente, ma anche ostile, guardinga, infastidita. È la periferia di una città da scoprire di notte, un groviglio di strade e insegne che esplodono nel buio. La sua forza selvaggia irrompe in tutta la sua persona e drammaticità.«Sofia», disse l’infermiera a voce alta, «lo sai che cos’è la nascita? È una nave che parte per la guerra».
La nave di Sofia sfida la vita con tutte le complicazioni e desideri assoluti di una bambina prima, di un’adolescente e una donna poi.
La madre Rossana è volubile e presa dai mille tentativi di dare un senso alla vita che le sfugge di mano. Capace di trovare un suo mondo nella stanza con le tapparelle abbassate a Lagobello.
Sofia subisce le nevrosi e le insoddisfazioni di Rossana, quasi fino a farle proprie e con quella tensione perenne di liberarsele per non diventare come lei. Infatti, la madre rimarrà l’ultimo dei suoi pensieri anche quando Roberto verrà a mancare.
Roberto, dedito al lavoro, è un “uomo semplice in mezzo a donne complicate”, ma si ricorda troppo tardi di assolvere alla funzione di padre, proprio quando il rapporto tra Sofia e Rossana è in una fase di non ritorno.
Ma la ragazza sopravvive al declino familiare e al tentativo di suicidio, illuminata da attimi di felicità come l’incontro con il teatro, la convivenza con la zia Marta, il periodo romano, il ritrovato rapporto con il padre. Sofia è in un viaggio perenne (Milano-Roma-New York) per dare un po’ di pace ai suoi drammi interni. Però, anche in New York sembra riconosce la fine delle cose: esce di scena e sembra trovare in Pietro la voce dei marinai di Brooklyn che andranno in giro per il mondo.

A mio avviso, rimarrà folgorata dall’incontro con Oscar, figlio di amici di famiglia e ospite dei giorni estivi per aggravarsi delle condizioni di salute della madre, e che le ricorderà un periodo bello della sua vita. È il periodo più felice di Sofia: i giochi e i racconti sui pirati scandiranno le giornate estive e la pace familiare. Oscar è un balsamo per Rossana e Roberto, i quali si daranno un periodo di tregua dagli estenuanti litigi. Ma quando Oscar lascerà Lagobello, tutto tornerà alla solita routine. E quel magico incontro rimarrà indelebile: il suo cane si chiamerà Mozzo; le conversazioni tra Sofia e le frequentazioni romane saranno scandite da un “gergo” marinaresco; il cappello da marinaio che indossa per proteggersi dal freddo; le regole della convivenza tra lei, Pietro e Juri sono basate su quelle della pirateria; il blues cantato da Nathan ha come tema i marinai. Tutto è un continuo richiamo a quel periodo trascorso con Oscar a Lagobello.
Lasciatevi guidare da Pietro, che si rivelerà solo nel finale del libro: da un racconto in terza persona si passa la voce al giovane autore.
Pietro è stato capace di mettere nero bianco, di trattare di Sofia, laddove Juri non era riuscito con le sue telecamere e le sue interminabili ore di montaggio. Pietro coglie Sofia nella sua interezza, Juri solo in pillole.
Pietro è un regista onnisciente, culla la storia e ci regala frammenti di vita e la straordinaria capacità di montare l’esistenza di lei. Le parole sono nitide, delicate ma pesanti che pulsano della vita di Sofia e della tensione emotiva che si ritrova in queste pagine.
La scrittura è concentrata all’interno di queste pagine piene, caotiche di una giovane in fuga davanti alle tensioni che ritiene irrisolvibili e alla ricerca di una felicità che vorrebbe nell’immediato e non come  futuro immaginario.
Sofia o si odia o si ama. E questo vale anche per tutti gli altri personaggi.

Titolo: Sofia si veste sempre di nero
Autore: Paolo Cognetti
Pagine: 203
Ediore: Minimum Fax
Anno di pubblicazione: 2012
ISBN: 978-88-7521-440-1
Prezzo di copertina:  14,00
Disponibile in ebook: 7,99