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Le mie letture

Io non mi chiamo Miriam di Majgull Axelsson

Solitamente evito libri e film sull’Olocausto e sulla Seconda guerra mondiale non perché sia una negazionista, perché non riesco a sostenere tutta quella tensione, quel peso. Non solo i dubbi su una tragedia così grande, ma tanta crudeltà difficile da comprendere.
Persino la proiezione, quest’estate durante una rassegna cinematografica, del drammatico Il Figlio di Saul, non ha giovato al mio pensiero, tanto da ripromettermi di starmene lontana per un po’ da questo filone. Promessa non mantenuta.
Quando mi sono avvicinata a Io non mi chiamo Miriam (Iperborea) ero titubante, credevo erroneamente che avrei lasciato a metà la lettura. Ma i nordici sono capaci di raccontare qualsiasi aspetto della vita umana senza eccedere nell’orrore.