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Le mie letture

Un posto al mondo di Wendell Berry

Il conto alla rovescia per l’uscita di Un posto al mondo l’ho fatto insieme a Lindau, la casa editrice che in Italia pubblica proprio Wendell Berry. Non potevo perdermi le sue storie del Kentucky: ancora una volta Berry riporta sulle pagine temi a lui tanti cari, la vita agreste e la comunità di Port William. 

Nella sinossi si legge che Un posto al mondo è un romanzo dalla struttura inusuale, è davvero così: se la voce di Hannah Coulter ci ha accompagnati nel suo lungo racconto, dalla giovinezza fino alle vicende dei suoi figli, in questo libro è un narratore esterno a riavvolgere il nastro, focalizzando l’attenzione sul finire della guerra e sul punto di Mat Feltner, padre di Virgil, e di tutta la comunità di Port William divenendo sempre più romanzo corale.

L’attesa di notizie dal fronte si consuma lentamente, immobilizza l’aria e si ripercuote sulle esistenze: «la partita a ramino è una creatura della guerra che ha preso forma nella sospensione dell’azione e nella sospensione di ogni certezza che la guerra ha imposto loro». Mat e i suoi concittadini non possono che pazientare, nel bene e nel male, che il vento cambi direzione e porti sollievo. Solo la natura e il lavoro nei campi sembrano non interferire con le fragilità umane.
Quando la felicità brilla per un attimo, bisogna misurarsi con la conseguenze tragiche delle piogge incessanti, con la solitudine, la vergogna per aver immaginato un nuovo inizio.
E sempre quell’attesa esplode definitamente quando bisogna prendere atto della perdita del figlio. Mat davanti al nascita della piccola di Hannah non sa come prendere la giusta distanza, contrapporre tutta quella vita alla presunta morte di Virgil, si fa un grumo di rabbia e sensi di colpa.
Burley riceve, invece, la corrispondenza di Nathan, anche lui in guerra: si esplica così quella che è la sorte di ogni combattimento, tra chi sopravvive e chi non tornerà più.
La comunità si stringe intorno a chi soffre per placare il dolore e scherzosamente esorcizzare la morte, si riscopre unita nell’amore per la terra come atto di vita e il rispetto dei valori. E quando giunge la fine della guerra viene salutata con smarrimento, dopo anni di torpore, per poi gioire.
Dicevo, si riavvolge il nastro e si ritorna a Port William quando ancora l’industrializzazione non ha attentato l’agricoltura e quel sistema etico che regge il villaggio. I primi segni del progressivo allontanamento dell’uomo dal suo habitat originario sono evidenti nell’impoverimento del terreno, nelle violente alluvioni, nelle brutture umane.
Ha una storia antica Port William, così antica che non ha lasciato traccia delle sue origine: «la verità è che Port William non ha più una memoria del perché sia stata eretta nel luogo in cui si trova, di quando e di come». Però esiste, ha le sue radici ben piantate nella terra e per ciascun cittadino significa sopratutto rimanere fedeli a quello che si ritiene essere il proprio posto nel mondo.

Titolo: Un posto al mondo
Autore: Wendell Berry
Editore: Lindau
Traduttore: Vincenzo Perna
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2015
EAN: 9788867083497
Prezzo di copertina: € 26,00