E se fuori piove? Ci rifugiamo tra le belle storie. Questo delizioso interrogativo è un profilo bellissimo, Esefuoripiove appunto, che racconta con creatività i libri: è un appuntamento del sabato. C’è una forte attenzione alla grafica, alle piccole cose di una volta, allo studio degli oggetti.
Quando ho chiesto a Esefuoripiove di esserci per Comodini non credevo mi e ci avrebbe inebriati di meraviglia, non che metta in dubbio la sua capacità di stupirmi. Ho trovato con gioia Gianni Rodari, Beatrice Alemagna e una casa viva. Il bello di questa rubrica è proprio l’interpretazione e il racconto che si hanno di sé.
Ecco il suo comodino.
Profumo di tè, vestiti a pois e vento del nord: non si può sbagliare, sono in #casainternostorie.
Ricevere un invito e sedersi a fare due chiacchiere con Marina è un grande onore.
Il comodino l’ho sempre pensato come un mobile gentile, un amico inanimato e con i piedi ben piantati a terra che conosce tutti i nostri segreti e i nostri sogni. Con lui, compagno fidato sempre al nostro fianco, abbiamo tutto a portata di mano: la sveglia per non rischiare di arrivare tardi a lavoro, la radio per ascoltare Caterpillar AM al risveglio, gli occhiali per non affaticare gli occhi, una tazza di camomilla per distendere i muscoli, un libro per farci incontrare personaggi bizzarri, un fazzoletto per asciugare una lacrima dopo una giornata difficile.
Ma io un comodino non ce l’ho! Accanto al mio letto però ho una libreria: è lei che sostiene le mie piccole cose, i libri che leggo prima di dormire e quelli che devo avere sempre a portata di mano per poterli sfogliare “al bisogno”.
Tra questi c’è Fantasia di Bruno Munari. È il libro che negli anni mi ha seguito ovunque, il mio personalissimo atto psicomagico che mi aiuta a “smussare” pensieri troppo rigidi: «La fantasia è la facoltà più libera delle altre, essa infatti può anche non tener conto della realizzabilità o del funzionamento di ciò che ho pensato. È libera di pensare qualunque cosa, anche la più assurda, incredibile, impossibile.» È un libro che libera le idee da gabbie strette, un balsamo per sciogliere pensieri annodati.
Favole al telefono è un altro libro che leggo spesso prima di dormire, soprattutto quando la giornata è stata pesante e ho bisogno di leggerezza. Rodari, con i suoi personaggi buffi e imprevedibili, riesce sempre a cullare la “me” bambina. Insomma: un rifugio sicuro. La favola che preferisco e che non mi stancherò mai di leggere è Giacomo di cristallo, così trasparente da non riuscire a nascondere neanche una piccola bugia. Proprio da questo racconto trae ispirazione un albo illustrato di Beatrice Alemagna che amo moltissimo, La bambina di vetro. Eh sì, gli albi illustrati sono una mia grande passione, sempre a portata di mano anche loro, e Beatrice Alemagna è la mia “illustrAutrice” preferita. L’amore per le sue storie è iniziato molto tempo fa, quando in Italia non riusciva a pubblicare perché i suoi disegni meravigliosamente imperfetti spaventavano gli editori. Penso che il libro I cinque malfatti sia proprio una sua dichiarazione di poetica: la perfezione è bella ma tanto noiosa.
Infine non può mancare un po’ di poesia. Adesso sto leggendo il libro di Chandra Livia Candiani La domanda della sete: con lei il mondo diventa un luogo in cui abitano parole bellissime e attraverso la poesia ci guida all’ascolto del nostro io più profondo.

A illuminare tutte le mie letture c’è la lampada Eclisse progettata da Vico Magistretti nel 1965, un regalo di una cara amica. L’amore che ho per gli oggetti, a volte inutili ma belli, non è un segreto: le piccole cose che amo collezionare mi aiutano a conservare i ricordi e a organizzarli in una sorta di mappa visiva. Gli oggetti, come alcuni libri, sono per me luoghi dove tornare per ritrovarmi.