Caro Babbo Natale,
ti scrivo come ogni anno la mia letterina, forse solo per portare un po’ di magia in questi (quasi) 365 giorni piuttosto duri. Il 2019 è iniziato male, proseguito barcollando, si sta concludendo ancora peggio. Non vorrei influenzarti, né dare giudizi sulla mia bontà. Se proprio pensi di non meritarmi nulla, ti chiedo solo un sacchettino di stelle, come quelle che ho visto lo scarso anno in un cielo notturno e tersissimo delle Dolomiti, così da aver conforto quando ho gli occhi si faranno opachi.
Domani è 6 dicembre, il tuo giorno.
Prima di cimentarmi con la mia lista, alla fine dell’articolo potete scaricare la lettera e un francobollo da indirizzare a Babbo Natale. Spero sia un regalino gradito.
Inizio con i libri che mi procurano sempre grande entusiasmo.
Adoro gli illustrati, in particolare gli albi, li trovo adatti per grandi e piccini, un’amante del disegno e dei colori.
Quattro delizie: La marea di Clare Helen Welsh e Ashling Lindsay (Pulce edizioni) per il contrasto tra la delicatezza dei tratti e i colori estivi più decisi; il classico di James Matthew Barrie, Peter Pan illustato da Tatjana Hauptmann (Lupo Guido); Prima di dormire di Giorgio Volpe e Paolo Proietti (Kite edizioni) perché ogni anno rincorro sempre una storia di boschi; About tea di Monica Barengo (Grimm Press) che sfortunatamente è solo per il mercato cinese ma una bevitrice di tè come me non poteva non citarlo.
Il canto della balena di Kim Crabeels e Sebastiaan Van Doninck per Sinnos edizioni, che ha un buonissimo catalogo, di cui ho apprezzato Alla ricerca del fiore perduto: qui ci sono una bambina, un faro, i boschi, una balena e il Nord. Sono in adorazione.
L’imminente 2020 apre con una grande ricorrenza: si celebra un secolo dalla nascita di Gianni Rodari. Edizioni EL ha pensato a un titolo ricco, Rodari Cento: cento storie illustrate da 100 artisti.
Chiudo questa lunga parentesi colorata con un bellissimo pop up, per Panini editore, già curioso fin dal formato, La famiglia acrobati dei geniali Anouck Boisrobert e Louis Rigaud, noti per Oceano, La foresta del bradipo di Corraini.
I minatori della Maremma (minimum fax) è una storia di denuncia di un fantaccio accaduto nel 1954. Carlo Cassola è uno dei miei autori preferiti – persino nei suoi scritti più acerbi –, mi incuriosisce questo esperimento a quattro mani con Luciano Bianciardi.
In Nulla di ordinario di Michał Rusinek (Adelphi), assistente per quindici anni di Wislawa Szymborska, racconta il volto inedito della poetessa. Le biografie minute ti fanno scoprire tante meraviglie e improvvisazioni.
Se Colori d’autunno di Henry D. Thoreau mi ha entusiasmata anche Mirtilli, o l’importanza delle piccole cose, sempre Lindau edizioni, potrebbe darmi grande gioie. Già vorrei che fosse luglio per andare su in appennino per raccogliere le bacche blu.
Sezioni viaggi reali e fantastici: Atlante delle montagne d’Europa di Johan Lolos (Rizzoli), un libro per lo più fotografico dal sapore nordico e informale; mentre nelle Terre Immaginate di Huw Lewis-Jones (Salani, di cui vorrei tutto la collana Gli istrici), il punto focale sono le mappe che aprono ai libri di noti autori, quelle che li hanno ispirati e deciso le loro geografie. C’è Robert Macfarlane. E ho detto tutto.
Due variabili di peso: L’amore molesto è il mio libro preferito di Elena Ferrante; con gli audiolibri ci ho preso gusto. Sono curiosa di sentire la lettura di Anna Bonaiuti (Emons audiolibri), che ha interpretato il film omonimo diretto da Mario Martone.
Altre amenità di artigiani italiani
Con le Bioline mi trovo benissimo, ne possiedo diverse paia, mi hanno accompagnata durante il viaggio in Portogallo e non hanno fatto una piega. Sabot Ares in ruggine. Riporto il mio numero 36.
«Una storia nordica di amore di boschi e rugiada», sentori intesi e iperborei nella candela Norwegian wood di Cera una bolla: cerco la Norvegia ovunque.
Bevo moltissimo tè, soprattutto nelle stagioni più fredde. Ne ho scovati due, rispettivamente verde e oolong: Sahara di Tea world con fico e dattero e Cookie di Camelia shop dal profumo di biscotti. Prediligo per i sapori golosi, morbidi, come se gustassi una fetta di torta (più o meno) così non mi sento in colpa.
E nella tazza ci verserò il tè. Pinotto di Giovelab è splendida per forma e anche per gli abeti che mi ricordano la montagna.
Gli anelli sono l’accessorio che più porto, insieme alle collane lunghe e minimali. Insetto di C’era una volta gioielli mi piace perché è auspicio di primavera, di aria densa di miele.
Naïve è molto brava anche creare dei meravigliosi collage vintage rinchiusi nelle scatoline di latta. Questa spilla in legno e dipinta a mano, nata in collaborazione con Cobaltolab, è Conserva di stelle: se l’appunto vicino al cuore mi regalerà bei sogni.
La maglietta a griglie azzurra di Rigira la moda non fa che aumentare il mio amore per i quadretti, più dei vichy o plaid. In inglese esiste persino un termine per definirli windowpane. Anche la gonna mi piace molto.
Ho una bandiera rossa, blu e bianca che batte dentro di me: forse il desiderio più sentito è un pezzettino di Nord, non necessariamente nell’immediato, ma che possa esprimersi in un viaggio di ritorno.
Con affetto,
interno storie, che nella realtà mi chiamo Marina
Caro Babbo Natale – lettera e francobollo