Dicembre 1992, avevo 8 anni, ero in terza elementare. In prossimità del Natale, la nostra maestra Anna – dico nostra perché da quando aveva iniziato a insegnare in paese è diventata la maestra di tutti – si presenta con una pila di libri. Non ricordo la mia reazione, sarei una bugiarda se dicessi che fossi curiosa o in estasi davanti a così tanti libri. Erano 11. Noi eravamo in 11. Libri acquistati a Milano. Noi, io per prima, non sapevo neanche come fosse fatta una libreria e quanti titoli avrebbe mai potuto contenere.
Se si escludono il libro di lettura e il sussidiario, in casa non erano mai entrati i libri. E lo confesso senza troppa vergogna perché le cose possono cambiare.
La collana per ragazzi della Mondadori, Natura Junior, annunciava con caratteri luccicanti un affollato zoo: il gorilla, il lupo, l’ape, il dromedario, il panda… Per i bambini di quell’età gli animali sono un soggetto affascinante per “intrappolarli” in qualsiasi attività anche culturale.
Dentro di me, avevo selezionato i miei preferiti e ancor di più desideravo Pamela, lo scoiattolo. L’avevo bramato fino a quando non era stata chiamata una mia compagna. Sfortuna. A quel punto speravo che mi capitasse il meno peggio: il pinguino, mi è toccato Augusto di Olivier Seigneur e Frédéric Bosc.
Le vacanze natalizie sarebbero state un primo banco di prova nell’affrontare un titolo di circa 70 pagine con esercizi di comprensione e snelle schede scientifiche. Una pillola per incuriosire. L’ho letto, senza battere ciglio. Ogni tanto pensavo allo scoiattolo, però. Mi ero appassionata alla vicenda di Augusto, nato in Antartide, avevo seguito la sua storia romanzata dalla nascita fino all’età adulta, pericoli e il contatto pacifico con alcuni esploratori.
A distanza di anni, credo, che quella non sia stata un’assegnazione casuale, probabilmente dettata da inclinazioni personali dopo alcuni mesi di studio e conoscenza di noi fanciulli. A ciascun lettore il suo libro.
La prova era stata superata e per un certo periodo ci eravamo scambiati i libri. Avevo letto Flora, l’ape, Ba Jing il panda e Pamela lo scoiattolo. Quest’ultimo avevo iniziato a copiarlo su un quadernino, con l’intenzione di rileggerlo ogni volta che desideravo senza chiederlo in prestito. Poi mi ero stufata, il mio entusiasmo si era spento dopo qualche pagina per il puro esercizio di copiatura. Mi ero dedicata ad altro a fumetti. Fino a consumarli.
Nel frattempo c’è stato il trasloco nella ristrutturata scuola. Solo in quinta elementare ho ripreso a leggere libri. Ed era stata sempre la maestra a proporcene qualcuno dalla biblioteca della scuola, un’entità astratta che improvvisamente aveva preso sostanza. Gli otto cugini di Louisa May Alcott – in un’edizione illustrata degli anni ’70 – mi era piaciuto molto, tanto da prendere Piccole donne e Piccole donne crescono e considerare come prossima lettura Tom Sawyer.
La maestra Anna tentava in ogni modo di indirizzarci alla lettura, superando il poco stimolante esercizio di ripetizione dei quotidiani brani antologici. La ricordo con molto affetto, la ringrazio per avermi fatto scoprire un mondo bellissimo, che faticherei a lasciare per qualcos’altro. Non glielo mai detto. È la maestra che tutti dovrebbero avere.
Settimanalmente si facevano le gare di lettura, chi otteneva un voto alto veniva premiato. Scusate l’amnesia, ma ho dimenticato diversi passaggi fondamentali. Io mi impegnavo poco, giusto un paio di ripassi. Mi piaceva leggere il racconto assegnato ma non mi capacitavo come, se avendolo compreso, avessi dovuto passarci un pomeriggio intero per affinare le mie proprietà linguistiche. Mi annoiavo molto e sbagliavo sempre. Forse una volta ho vinto ma in quell’occasione non c’era nulla in palio. Io credo al destino.
In un mercatino di libri usati avevo scovato un libro della stella collana ed è subito stato madeleine di Proust. Il Natale appena trascorso ho fatto un inferno in casa, ho rovistato tra scatoloni straripanti di infanzia. Ero arrabbiata perché non saltava fuori, avevo deciso di recuperalo dall’oblio e sistemarlo in libreria. Come inizio di una passione mai sopita. Ci tenevo. Mia mamma continuava a indicarmi un certo scaffale che avevo già esaminato, ero convinta che fosse finito in qualche discarica. Dopo tanto l’ho ritrovato sulla scaffale in questione, sepolto sotto altri libri.
Ho riletto più volte la dedica
A Marina
Con l’augurio che possa essere il primo di una lunga serie…
Augusto, il pinguino è il primo libro di una lunga serie.