Mirtilli: parola chiave di agosto. Sono andata in montagna, l’ultimo giorno di luglio perché la domenica, l’1 agosto, le previsioni non erano buone. Non ricordo neppure se ha piovuto o meno. Fatto sta che ho colti una piccola quantità, giusto per spargerli sullo yogurt. Ne ho ingoiati più di quanto ne avrei potuto mettere nel barattolo: ma come si fa a resistere?
Sempre a luglio avevo preparato una lista di titoli da recuperare, mi viene da ridere sia perché le vacanze vere e proprie le ho fatte il mese scorso, sia perché ho mollato l’impresa. Lo sapevo già.
Sono stata in una bella città italiana, per qualche giorno, a cavallo di ferragosto, non aggiungo nulla, sto scrivendo un diario di bordo.
I libri
Come ho anticipato sopra, dei volumi che avevo intenzione di leggere, ne ho terminati solo tre: Le piccole virtù e Un’assenza di Natalia Ginzburg (Einaudi), La casa di Mango Street.

Parto da quest’ultimo, che è il primo libro di Sandra Cisneros (La Nuova Frontiera).
Procede per frammenti, piccole cronache apparentemente leggere di un quartiere di una città americana, che diventa il centro del mondo per gli occhi di una bambina.
Esperanza, la voce narrante, inizia il racconto nel momento in cui si trasferisce con la famiglia nella nuova casa, al numero 4006, che di nuovo non ha nulla, anzi smentisce le aspettative.
È piccola, rossa, con una scala stretta davanti e le finestre così piccole che sembrano trattenere il fiato. Qua e là i mattoni si sbriciolano e la porta d’ingresso è così deformata che per entrare bisogna spingere forte.
Immigrati, ubriachi, sgangherati: molti hanno paura a mettere piede in quelle vie. Ma l’umanità che filtra attraverso il suo sguardo, è autentica. Pure quando la violenza è dentro casa.
Sally, Lucy e Rachel, Geraldo, Nenny: voci di amare illusioni.
Esperanza ha ereditato il nome dalla bisnonna, ma non vuole fare la sua fine:
«Mi piace raccontare storie. E adesso vi racconterò la storia di una ragazza che non voleva sentirsi a proprio agio in un posto.»

Ella Frances Sanders ci aveva sorpresi con i suoi lavori intorno alle parole, Lost in translation e Tagliare le nuvole col naso, fino a cambiare rotta con Piccolo libro illustrato dell’universo. In qualche modo si riprende quest’ultimo filone dal punto di vista grafico e strutturale in Di nuovo vicini (Marcos y Marcos), una raccolta di speranze e desideri, non prevista – come scrive l’autrice nella brevissima introduzione –, nati come augurio per gli innumerevoli vuoti che il periodo pandemico ha lasciato e continua a lasciare.
Tutto ciò che consideravamo ordinario, persino noioso, all’improvviso si è rivelato indispensabile, ricco di vita: «gesti abitudinari condivisi di una varietà meravigliosamente banale».
Il libro smuove corde, ha un forte velo nostalgico, meditato.
Su fondo bianco, il tratto tipico dei suoi disegni e un pensiero che accompagna l’illustrazione, si muove tra ricordi e routine, ma soprattutto a non dare nulla per scontato.
È la somma delle piccole cose a riempire una vita – più generazioni che si lavano i denti insieme, la prima volta che vediamo un nipotino appena nato, percorrere le strade dell’amore quotidiano.
Le curiosità
I luoghi della fotografia in Emilia Romagna
Eco-logica
Organizzare la dispensa e il freezer con conserve, confetture e verdura estiva. Per esempio i barattoli di vetro, senza riempirli fino all’orlo, possono conservare passati di zucchina da congelare oppure si preparare, nei sacchetti, dei minestroni secondo il nostro gusto. Basta andare al mercato, dal contadino di fiducia e fare il pieno dell’estate.
Il film
Renoir di Gilles Bourdos (2012)
La canzone
Summertime di Billie Holiday (1954)