Di Selma Lagerlöf non ne avrò mai abbastanza: dopo avermi deliziata con La leggenda della rosa di Natale, non potevo non farmi trasportare dal mistero della Notte di Natale, ultimo nato in casa Iperborea. E dovrò aggiungere alla mia lista di letture Il libro di Natale, perché un titolo così fa subito pensare alla magia di questo giorno tanto atteso.
«Ricordo solo che la nonna raccontava storie dalla mattina alla sera e che noi bambini sedevamo zitti intorno a lei ad ascoltare. Che vita meravigliosa! Nessun altro bambino l’ha mai avuta così bella». Nell’atmosfera festosa cala l’intimità delle parole eterne, Selma e la nonna si perdono nelle storie memorabili narrate durante le ore del Natale e sarà proprio quella notte che la piccola ricorderà anche da adulta.
Hanno un’impronta matura le storie di cui la nonna narrava, attingendo ai grandi tempi biblici ma connotate da un forte accento letterario. Gesù e la sua famiglia non vengono mai menzionati se non attraverso epiteti o perifrasi. Sappiamo benissimo che si tratta di loro, le loro esistenze hanno attraversato i secoli. L’allusione alla sfera sacra è velata, affidata ai gesti o a terzi che ne profetizzano i risvolti futuri.
Le tappe fondamentali della vita terrena e celeste di Gesù si intersecano con gli occhi dei personaggi che solitamente non hanno voce in capitolo nei Vangeli, ma trovano nei racconti popolari una voce unica e quasi di riscatto: un soldato di Erode, una Sibilla che scorge una luce lontana nella notte più buia dell’anno, un Augusto incredulo di tanta magnificenza, persino la Siccità e un pozzo oramai privo di acqua hanno un ruolo importante.
I miei due racconti preferiti – La fuga in Egitto e Il sacro fuoco – non sfuggono a queste sottigliezze, alla moltitudine dei punti di vista.
Nel piano del deserto due palme hanno il dono della parola e durante il viaggio in Egitto danno ristoro con i loro frutti ad una famiglia di fuggitivi. Ricorderanno solo in seguito che una di queste palme ha radici regali e rivelatrici. La regina di Saba prima di separarsi da re Salomone, lungo il tragitto pianta un seme di dattero nella terra: «voglio che si faccia palma, e cresca e viva finché non sorgerà in Giudea un re più grande di Salomone».
Il secondo ci porta nella Firenze del 1200. Raniero de’ Pazzi, antenato dell’omonima casata nobiliare, è un tipo rissoso e così poco incline al dialogo da trovare dimora nel girone dei violenti nella Divina Commedia. La fama è giunta fino in Svezia e Selma lo fa partire per Gerusalemme, a liberare la città dai musulmani, un’impresa che avrebbe dovuto celebrare le sue prodezze a Firenze per far tornare la bella Francesca tra le sue braccia. Accecato dal potere, riuscirà percorre una via di redenzione nonostante il male commesso.
Ogni racconto ha la sua vena edificante, tale da consideralo come di formazione. Per la scrittrice svedese è un pretesto affrontare la sfera religiosa, i veri protagonisti sono gli uomini con i loro turbamenti. Ne studia la loro natura, ma non ammonisce mai, mette in guardia dai possibili errori.
Come indica il sottotitolo, Le leggende di Gesù, i racconti prendono una nuova forma, vengono reinterpretati. Non bisogna meravigliarsi, perché Selma Lagerlöf ne ha fatto una cifra stilistica inconfondibile. E in questo caso è ancor più evidente come dimostrano molte delle narrazioni: attinge a piene mani alla Storia, ai testi antichi e alla tradizione orale, aggiungendo una dimensione fiabesca da conferire ai suoi scritti un’aura universale.
La luce che risplende nella notte di Natale rischiara il cammino, sembra chiudere un cerchio. E allora, basta solo fidarsi delle parole. «Ricordo anche che, finita una storia, mi posava sempre la mano sul capo e diceva: E tutto questo è vero come io vedo te e tu vedi me».
Titolo: La notte di Natale. Le leggende di Gesù
Autore: Selma Lagerlöf
Editore: Iperborea
Traduttore: Maria Svendsen-Bianchi
Pagine: 187
Anno di pubblicazione: 2015
EAN: 9788870914566
Prezzo di copertina/ebook: € 15,50 – € 8,99