Categorie
Le mie letture

Playlist di dicembre, l’anno è di 11 mesi

Alla fine di novembre, precisamente il 30, mi capita di leggere su Instagram un post del «New York Times» sui libri migliori dell’anno. Dopo un paio di giorni altri quotidiani statunitensi pubblicano la loro classifica. E ancora Spotify con il wrapped. Rifletto, chiedo spiegazioni, pur sapendo già le risposte di questa sempre più necessità di accorciare i tempi, dicembre è cancellato, risucchiato dall’ansia dei bilanci. Come se non fosse possibile leggere un capolavoro nell’arco di venti giorni, come se non si ascoltasse più musica, come se il mondo si fermasse nell’attesa imminente del nuovo anno. Non c’è nulla di male, ma essere così definitivi ci rende vulnerabili e marionette.

A dicembre non si pubblicano più libri, dicono. Qualche casa editrice va controcorrente però. E ne ho le prove.

A presto con i miei libri preferiti del 2023.

Buon anno (il 2024 è bisestile, facciamo gli scongiuri)

I libri

Dopo tre anni dall’uscita ho letto finalmente L’ottava vita (per Brilka) di Nino Haratischwili (trad. di Giovanna Agabio, Marsilio), approfittando di un momento di pausa e di una promessa che rimandavo da tempo, cioè di leggerlo entro l’anno.

È un libro corposo, con molta trama e molti personaggi come ogni saga familiare che si rispetti; ha una buona ricostruzione storica che si perde quando l’autrice fa un elenco infinito di eventi. Entrano in gioco le storie di una famiglia che attraversa tutto il Novecento, incatenandole – è il termine più giusto, secondo me – alla Storia, con la s maiuscola, della Georgia e dell’Unione Sovietica.

Mi soffermo su altri due aspetti: la ricetta segreta della cioccolata calda non aggiunge niente alla narrazione; il finale, seppur aperto, mi dà la sensazione di compiutezza, non vedo il motivo di un seguito. Nel complesso è un bel libro, che risente della letteratura russa, seppur non oserei definirlo un capolavoro.

Re inverno di Elsa Beskow (trad. di Verba Manent, Pulce edizioni) arriva nelle mie letture nei giorni vicini al solstizio. È un racconto di scoperta e meraviglia, sull’attesa e sul diventare grandi, e soprattutto sulla pazienza: ogni cosa ha un suo tempo. In qualche modo mi sembra che caschi a pennello dopo il discorso iniziale.

Olle riceve un paio di sci, con trepidazione si inoltra nel bosco senza particolari raccomandazioni da parte della madre, per ringraziare Re inverno per l’abbondante nevicata. Incontra Gelo che lo guida verso il regno di ghiaccio e freddo.

Ho trovato il passaggio finale po’ brusco, repentino, rispetto alla giustezza strutturale della fiaba.

Le illustrazioni sono della stessa autrice, così retrò, di bianco, blu e rosso per poi cambiare i toni in chiusura.

Inoltre, il qrcode permette di ascoltarlo in versione audio e il carattere scelto, il maiuscolo, permette una lettura più agevole a chi ha iniziato a leggere da poco o ha qualche difficoltà.

Il libro esce per la prima volta in Svezia nel 1907, la prima traduzione italiana risale solo quest’anno: l’importanza letteraria e sociale di Elsa Beskow è ben evidenziata nelle pagine conclusive che la casa editrice le dedica.

Phoebe Wahl l’ho conosciuta grazie a social, mi piace molta la sua illustrazione, innamorata delle sue galline.

Finalmente è stato pubblicato Streghetta Nocciola. Un anno nella foresta (trad. di Libreria Radice Labirinto, Il Castoro). È un calendario naturale in qualche modo ciclico: ogni stagione è un’avventura. La protagonista, Streghetta Nocciola, è piccola come una nocciolina appunto, ha naso, guance cappello da gnoma rossi, vive a Bosco Muschio e ha sempre un gran da fare: la raccolta dei lamponi, una festa per il solstizio d’estate, la cura di un uovo e tutti gli abitanti. È una vera immersione nella natura e nei suoi ritmi.

Phoebe Wahl si esprime attraverso il rosso, nocciola, diversi toni di verde, blu pervinca. Non è molto diverso da Re Inverno in quanto a tematiche, soprattutto per la cura verso chi ci è vicino.

Spero che di queste autrici vengano tradotti altri titoli: che qualche editore che passi da qui possa ascoltarmi.

Le curiosità

Cosa ha cercato la gente su Google nel 2023

Classifica di qualità dell’editoria italiana

Ecologica

Il burro di karité è un alleato d’inverno, per riparare e idratare la pelle dal freddo invernale. Si può trovare sfuso (portate da casa il vostro contenitore di latta o vetro), o già confezionato. Lo acquisto allo sfuso, come materia prima e già così è sufficiente per i suoi fini, o si può aggiungere a creme più leggere. Utile anche sulla pelle umida dopo la doccia.

Il film

La chimera di Alice Rohrwacher (2023)