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Le mie letture

Playlist di marzo, rinascite

Il giorno non lo ricordo ma è quasi a ridosso della primavera, così ho deciso che fosse il 21 con tuto il suo corredo metaforico: sono quattro anni che corro, due volte a settimane; con vento, sole, neve, pioggia, non mi sono mai fermata. Non mi piace lo sport, ma correre ha significato letteralmente una rinascita. Venivo fuori da un brutto periodo, in parte c’ero ancora dentro. Ho iniziato per perdere peso, poi con il tempo ha significato altro. Me ne sono resa conto solo a distanza di un paio d’anni, quando ho ripensato proprio a quella partenza. È la prima volta che lo confesso, escluso il mio compagno, nessuno se né mai accorto.
Smettere è impensabile, so con certezza che rimpiomberei nel caos precedente e mi sarebbe fatale. Allora cosa mi resta? Affrontare i limiti, che qui si traducono in chilometri, rafforzare muscoli e pensieri.
Se guardo indietro vedo un buco nero, il presente ha quel rosa dorato al calar della sera. Vorrà dire qualcosa?

Libri
Nemici di Isaac Bashevis Singer ha aperto il mese, titolo al quale puntavo da tempo.
New York, 1949.
Herman vive attorniato da fantasmi che si è portato dall’Europa che però, per sua fortuna, lo hanno sfiorato a differenza di altri membri della sua famiglia. Tant’è proprio questi timori e i sensi di colpa incideranno sulla vita quotidiana. Incapace di chiarezza, di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, costruisce una fitta rete di menzogne che intaccheranno lavoro e relazioni.
Herman è il tipico inetto, subisce le decisioni altrui nonostante i tormenti. Il libro, narrato con il piglio ironico tipico della letteratura ebraica, è susseguirsi di colpi di scena, si arriva alla fine pensando: cosa potrà mai accadere ancora? Aspettatevi tutto.

 

La seconda puntata di Indomite è uscita a inizio mese. E io ne ho approfittato per leggere anche il primo, sempre di Pénélope Bagieu, apprezzato di più per la novità della struttura. Complessivamente sono trenta ritratti di donne, note o sconosciute, quali Betty Davis, Katia Karfft, Peggy Guggenheim, Agnodice, Las Mariposas: artiste, scienziate, sciamane, atlete, esploratrice, utopiste o più semplicemente donne ribelli. Della loro determinazione ne hanno fatto un elemento fondamentale per riformulare destini scritti da altrui. Di diritti si tratta.
L’artista francese attraverso un piglio ironico smorza il duro percorso per affermare il proprio posto nel mondo.
È un tema che mi sta a cuore, più volte ne ho parlato attraverso letture, ed impossibile non essere consapevoli anche dei certi
Chiudendo i libri si può attestare che queste donne rimaste sempre fedeli a sé stesse.

 

Se c’è un termine per descrivere Acquadolce è prospettiva, Akwaeke Emezi gioca su più piani, intersecando voci senza mai uniformarle: questa è la vera forza del romanzo. Sensazioni ben distinte.
Ada, nata prematura, è abitata da spiriti – gli ogbanje – ma quando lei se ne accorge sarà già una giovane donna e dalla Nigeria si sarà trasferita negli Stati Uniti. Gli spiriti scissi tra interiorità ed esteriorità espongono le loro intenzioni, giustificano gesti e colpi di testa. Ma Quando Ada prende la parola la percezione di ciò che le accade si fa davvero intima. È proprio questo espediente a conferire una dimensione narrativa decisamente non convenzionale.
È dunque un fluire di pensieri, prese di posizioni e scelte ma soprattutto il dolore di essere imprigionati in una forma: «ho vissuto molte vite dentro questo corpo. Ho vissuto molte vite prima che mi mettessero in questo corpo. Vivrò molte vite quando me ne tireranno fuori.»

 

Termino con un libro che decisamente primaverile, che ci introdurrà alla curiosità del mese: Il giro del mondo in 80 alberi di Jonathan Druri. Come un novello Philips Fogg, il protagonista di Jules Verne, esplora il mondo attraverso gli alberi più rappresentativi. Il volume è corredato da splendide illustrazioni di Lucille Clerc, tra grafica antica e moderna.
Le sono storie curiose e iconiche che sanciscono il legame ancestrale, antropologico e scientifico tra l’uomo e i giganti vegetali, nonostante lo sfruttamento: una ricchezza da tutelare.

 

Nemici. Una storia d’amore di Isaac Bashevis Singer, Adelphi, 2018
Indomite. Storie di donne che fanno ciò che vogliono 1 e 2 di Pénélope Bagieu, Bao publishing, 2018/19
Acquadolce di Akwaeke Emezi, Il Saggiatore, 2019
Il giro del mondo in 80 alberi di Jonathan Druri e Lucille Clerc, Ippocampo edizioni, 2018

 

La curiosità
Esiste un’app “verde” già da diverso tempo, solo che io me ne sono accorta solo ora. Si chiama Forest vi aiuta a gestire, o meglio limitare, il tempo sullo smartphone, la cosiddetta dipendenza: se non lo controlli per 25 minuti germoglia una piantina, al contrario non nasce o muore. Questo vale anche per gli stadi successivi della crescita. L’autocontrollo può far proliferare una piccola foresta.
Dietro c’è anche un bel progetto più concreto, Trees for the Future.

 

L’articolo
What I would draw if I wasn’t worrying about market and social approval di Cinzia Franceschini, in Bad at drawing, 25 marzo 2019
Mi sta molto a cuore questo pezzo, ritengo che sia estendibile a tanti campi lavorativi: la ricerca dell’approvazione altrui, che si traduce in commerciabilità, a scapito della propria creatività. Cinzia qui parla di aver dato una svolta al suo portfoglio e vetrina virtuale (lei è un’illustratrice), orientandosi sulle aspettative di terzi. Non c’è nulla di male, ma farne un motivo economico non paga, come dichiara lei stessa. Ma quando si è liberata di questa costrizione, ha scoperto la leggerezza.
Anche io ne pago le conseguenze, ma al contrario. Non leggo solitamente le novità più chiacchierate, prima di tutto sono una lettrice per di più curiosa, e fossilizzarmi su ciò che potrebbe piacere agli altri sminuirebbe me stessa. E i numeri parlano chiaro.

 

Il film
Ricordi? di Valerio Mieli (2018).
Sono stata alla premiazione Luca Marinelli il 23 marzo al cinema D’Azeglio di Parma