Posso dichiarare un certo affetto per Paolo Cognetti, visto che sono stata occupata la seconda opera in meno di un mese.
Una cosa piccola che sta per esplodere è il ritratto di Margherita, Mina, Diego, Pietro, Anita fotografati nel periodo più critico e fragile di un essere umano, l’adolescenza.
In questi racconti tutto viene ridiscusso, i rapporti, le certezze, le paure e le malattie. Tutti sono alle prese con adulti essenti o poco presenti, con gli egoismi dei genitori, con i cambiamenti storici, la solitudine.
Questi cinque racconti hanno come comune denominatore due aspetti rilevanti: l’adolescenza e le battaglie silenziose e sofferenti con i genitori.
Margherita-Margot è in cura presso una clinica per anoressiche da diversi anni e vive con la consapevolezza della sua inguaribilità. Sarà la piccola Lucia a capovolgere tutto, fino a diventare l’una lo specchio dell’altra.
Diego vive un rapporto burrascoso con il padre e allo stesso tempo si scontra con la crescita dei suoi amici, che ha portato alla dispersione del gruppo e all’abbandono del loro rifugio segreto.
Mina conosce Antonia che supplice sua madre depressa e, attraverso le pagine dei propri quaderni, inventa mille esistenze per quel padre finito chissà dove, trovando ispirazione dai sogni, dagli oggetti, dai rumori.
In un campeggio in montagna Pietro, schivo e solitario, è testimone della separazione dei genitori, ma trova sollievo esplorando la natura. E proprio quando si innescano nuove prospettive, è un temporale a riportare tutti al punto di partenza.
La storia di Anita è raccontata e immaginata dalle parole del figlio che vede una giovane donna che lotta per afferrare e confermare la propria emancipazione durante il naufragio di un’epoca, attraverso l’amicizia profonda che la lega a Tania.
Non sono storie da teenager di ispirazione americana o provinciale, di cui gli scaffali delle librerie sono infarcite, ma storie che hanno una dinamica potente dei sentimenti e degli avvenimenti. I ragazzi entrano in contatto con una rivoluzione inevitabile: la conoscenza e il passaggio all’età adulta, quasi fosse un repentino cambio di stagione.
Dice la nonna che la vita degli adulti comincia con una bugia. L’adolescenza, per quanto la riguarda, è solo un’invenzione borghese. C’è un’età dai segreti innocui, ma quelli cadono come i denti da latte, e i segreti che crescono dopo sono minati da una carie inconfessabile. Sesso.
Perciò ecco dimostrato il suo teorema: la vita degli adulti è arte del mentire.
Si scontrano con l’inevitabile e prendono atto della propria identità attraverso l’amicizia, l’amore, il sesso, la scrittura. Si percepisce nelle pagine, una certa speranza che fa sopravvivere i personaggi a questa battaglia: l’autore riesce ad inquadrare l’attimo prima e dopo in cui “una cosa piccola sta per esplodere”. Perché in questo caso la perdita di controllo non è vista sfavorevolmente, anzi fortifica i protagonisti e diventa base per una nuova individualità e crescita.
«Non c’è il finale».
«Per me le cose succedono così. Ne succedono alcune e poi altre, non è che a un certo punto finiscono».
«La letteratura è diversa. È la vita che non ha senso, mi capisci? La gente scrive storie per dargliene uno».
Lo scrittore dà un senso di vita a questi personaggi, il coraggio in grado di raccogliere le macerie dopo l’esplosione e di farle maturare per tentare di scovare degli aspetti positivi.
A mio avviso, ho trovato qualche nota negativa. In ogni storia viene presentata la medesima situazione, lo schema è sempre lo stesso, cambia il contesto ma lo sviluppo della storia si ripete per tutti e cinque racconti.
L’opera è meno incisiva rispetto a Sofia si veste sempre di nero, ma questo è il primo lavoro di Cognetti e tuttavia, l’intenzione di descrivere con
sensibilità la fragilità adolescenziale c’è tutta.
Titolo:Una cosa piccola che sta per esplodere
Autore: Paolo Cognetti
Editore: Minimum Fax
Pagine: 138
Anno di pubblicazione: 2013
EAN: 978-88-7521-504-0
Prezzo di copertina:€ 9,00