A ogni cambio di stagione fluiscono liste di desiderata, programmi, idee da mettere in cantiere, nuove possibilità. La primavera porta una luce così limpida che sembra di avere energie per tutto, persino per cose impossibili.

Ho scritto pochissimo questo mese, non per pigrizia. Capita a volte di non saper coordinare le parole. In compenso ho letto e curiosato molto. Ho in lettura il bel Viaggio di una sconosciuta di Livia De Stefani (Cliquot) ma purtroppo non sono riuscita a terminarlo in tempo per parlarne. Nel frattempo, mettetelo in lista.
«Quest’anno avrei voluto un altro maggio», scrive Patrizia Cavalli in Il cielo (Einaudi), meno impertinente e ingannevole, più generoso di primavera e non di nuvole. Il pensiero, seppur irrazionale, è sempre lo stesso, ogni anno, ossia la percezione di una breve durata della bella stagione. Quasi un sabato del villaggio di leopardiana memoria.