Ranuncoli selvatici, per essere puntuali: una distesa immensa mi è aperta davanti agli occhi, con il mio ritorno sull’appennino. Puntini gialli per salutare l’ultimo giorno di primavera. Finalmente, dopo lo scorso autunno, ho rimesso piede in montagna, per attraversare prati e sentieri quieti, i cui suoni sono assolutamente naturali. Per chiudere gli occhi sotto un albero.
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Cartografie sentimentali
Scrive Robert Macfarlane in Luoghi selvaggi mentre prosegue per sentieri impervi, alla ricerca della wildness, che in qualche modo inquadra persino gli strumenti per orientarsi:
La mappa a griglia si è dimostrata un metodo straordinariamente efficace per convertire il luogo in una risorsa e per elaborare visioni a grande scala dei paesaggi. È una tecnica a cui si devono innumerevoli benefici e progressi. Ma […] ha finito per distruggere quasi completamente la nostra percezione del valore della mappa come racconto: della cartografia fatta di persona, sentita, sensoriale. […] non dovremmo dimenticarci delle mappe-racconto, perché ci mostrano un modo di muoverci dentro a un paesaggio che abbiamo per lo più disimparato.
Sono arrivata per l’ultima mezz’ora dell’incontro, ho messo a dura prova la mia bicicletta: non avrei mai potuto perdermi Paolo Cognetti nell’unica occasione di averlo in città.
Parma, nel cuore dell’Emilia, così vicina e così lontana da certi circoli culturali, perennemente intrappolata nella sua aria snob, ogni tanto sorprende con piccoli miracoli che non hanno a che fare figurine prive di spessore anche quando si tratta di nomi altisonanti.