Ciò che evito di fare a dicembre sono i bilanci, non serve a granché. Credo che tutte le nostre azioni siano continuamente analizzate, non si attende la fine dell’anno. È secondo me un ulteriore esercizio snervante che in alcuni casi acuisce eventi spiacevoli. Preferisco tracciare una linea netta e ripartire.
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Qualche giorno fa ho riletto i vecchi articoli che aprono ai tanti gennai precedenti, pieni di “leggerò” e giù di lì una bella lista. Promettevo a me stessa illusioni, giuravo di recuperare titoli che non ero riuscita durante i tanti 365 giorni trascorsi. E allo scadere del 31 dicembre, mi rendevo conto che non portavo a termine gli obiettivi (se la lettura potrà mai esserlo), mi comportavo da marinaio. Ecco perché non credo ai buoni propositi letterari: io ne sono la prova.