Non voglio parlare dell’estate che finisce, pur avendone ancora per 20 giorni buoni, né del caldo torrido e di tutte le lamentele che ne seguono. Ho solo in mente il verde dei prati primaverili, le persone che ho incontrato, i tetti antichi e inediti per me, gli attimi di lontananza fisica e mentale che mi hanno regalato il viaggio di questo mese. La sorpresa ha governato questi giorni: per aver visitato il nuovo che si manifesta sotto tanti aspetti e soprattutto come l’idea di partenza sia stata completamente ribaltata. Ho camminato, disegnato sul mio taccuino – pratica che ho ripreso da un po’ –, osservato, ascoltato.
