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Le mie letture

#Fingerbook – Mendel dei libri di Stefan Zweig

Bentrovati nella rubrica dei libri belli e delle ricette buonissime. Oggi apriamo con dolcezza: i muffin di castagne e cacao ci portano nell’accogliente atmosfera di un caffè e sono perfetti per la lettura di oggi, Mendel dei libri di Stefan Zweig edito da Adelphi. Una lettura di poche pagine dense e liriche.

Zweig confeziona una storia senza tempo, che ha il tono della fiaba amara ma sognante. La sua penna raffinata ci parla con nostalgia della Vienna mitteleuropea, di un prezioso mondo di carta. In sole 53 pagine si snocciola tutta la vita di Jacob Mendel, meglio conosciuto come Mendel dei libri. Lui che di bibliografie, cataloghi e lettura ne ha fatto una passione oltre che una professione.
«Forse non ha letto tutti i libri, ma che tutti li conosce», poche parole per descrivere questo cultore del libro come oggetto, tanto che è il suo abito a interessarlo – prezzo, copertina, frontespizio.
Giunge a Vienna dalla Russia, quando i confini e l’identità non sono fonte di problemi, per studiare da rabbino abbandonando l’intento per dedicarsi al «rutilante e sfaccettato politeismo dei libri».
Chiunque si rivolga a lui per necessità bibliografiche riuscirà a reperire i documenti, tanto da essere considerato «mago e sensale dei libri, un archivio vivente». Anche il nostro narratore si reca dal mercante di libri per le sue ricerche universitarie su Franz Mesmer perché alcuni librai viennesi non sono riusciti a rispondere alle sue richieste. Si accorge ben presto della memoria di ferro di Mendel e del suo carattere burbero: chiedergli di annotare un titolo risulta offensivo tanto da farlo regredire ad apprendista libraio, solo un amhorets, un ignorante, può mettere in discussione la sua competenza.
La memoria è il nucleo centrale di questo libretto, due facce della stessa medaglia. La memoria è Mendel, il custode del sapere, una mente prodigiosa quanto appartata che dovrà fronteggiare i traumi e le umiliazioni subiti. Ma significa anche caducità e oblio: di questa figura non è rimasta traccia nei cambiamenti e nei tanti passaggi al caffè, ma si rintraccia nei racconti della signora Sporschil, unica superstite di ciò che è stato. In questo scambio di ricordi c’è tutto il rammarico della voce narrante.
Sembra ancora di vedere Mendel rifugiato nel Caffè Gluck, il suo quartiere generale, sbocconcellando qualche panino al latte e bevendo caffè, totalmente immerso nel silenzio della sua lettura non  curante di ciò che gli accade intorno. Persino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale che spazza e distrugge tutto, Mendel non ci fa caso se non quando ne fa le spese per la sua ingenuità e perdendo, successivamente, ingegno e amore verso quell’unico suo conforto, i libri. Quel mondo di buone maniere, reciproca fiducia crolla sotto i colpi d’artiglieria. Mendel è il simbolo della salvaguardia della cultura e della parola scritta contro il conformismo e la sete di potere che attanaglia l’uomo. Il declino dell’Europa e della  società si prefigura proprio in questa prima guerra.
E allora, forse basta una pioggia improvvisa che ti costringe a rifugiarti in caffè, nel Caffè Gluck, e ritrovare Mendel intento a studiare uno dei suoi tesori, a non dimenticare Mendel dei libri.
Titolo: Mendel dei libri
Autore: Stefan Zweig
Editore: Adelphi
Pagine: 53
Anno di pubblicazione: 2008
EAN: 9788845922749
Prezzo di copertina/ebook: 7,00 – € 1,99