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Le mie letture

Tubì, tubì di Neige De Benedetti

Tubì, tubì, opera prima di Neige De Benedetti – meglio conosciuta come fotografa e come autrice di libri di fotografia – si insinua nella testa e non va più via. È una lettura che ti invita a proseguire pagina dopo pagina. È una messa a fuoco su un percorso di emotività e di istinti e non c’è malinconia in questa esplorazione della sofferenza, che abbraccia due diverse età. Perché non è la sofferenza la protagonista di questo racconto.

Neige De Benedetti ci narra una storia avvolgente e delicata, nonostante le tematiche non proprie leggere. Ci narra di un incontro folgorante e inaspettato, tra il mondo degli adulti e quelli dei bambini, due mondi che si saldano e si capovolgono. E lo fa con una prosa lieve e contemporanea, dai guizzi grafici e dagli espedienti narrativi interessanti.
E poi vorresti incontrarli, i personaggi. Consolare Andrea, andare alla scoperta con Layla di nuove percezioni, imparare ad ascoltare il silenzio e l’uso delle parole con il Signor Nessuno.
Dal punto di vista della struttura, la narrazione è condotta sempre in prima persona, da Andrea e Layla che si alternano capitolo dopo capitolo. Ovviamente, c’è una differenza di registro dettata dall’età e dalle esperienze acquisite. Solo negli ultimi due capitoli, prende la parola un narratore esterno che ci racconterà il finale di questa storia meravigliosa.
Layla parla la lingua dei grandi e ascolta i loro discorsi. Il padre è andato via «dal mondo, perché era troppo triste», sua madre Maddalena è una scultrice. Non gioca con i suoi compagni dell’asilo per timore di arrossire, gioca con i riflessi del vetro di un quadro indiano. Gioca con le parole dal suono sconosciuto – le compone, le rompe, le conserva, le getta – e se ne appropria: ciskeik, o coclicò (Coquelicot, il cane del Signor Nessuno), mamma ama i Bitols, mamma e nonna fanno una coperta paci-uorc; poi ci sono i maffins, i puà, i libri popap e Meripoppins; si prepara al viaggio in Inghilterra intonando un Aiauariù (Hi! How are you?); e infine canta, Tubì,tubi (To be, to be). È sensibile e la sua maturità contrasta con i suoi cinque anni. Layla guarda Andrea «come qualcuno che appena superato il muro dei ruoli, che comincia a vedere gli esseri umani come dei tuttotondo e non dei bassorilievi».
Andrea ha ventiquattro anni, è la supplente di Layla e non ama i bambini. Ha passato buona parte della sua vita a mimetizzarsi tra la folla mentre accanto a sé ha sempre visto sorrisi pieni di sole. È incline al suicidio: le cicatrici sono impresse sul corpo e nella mente. La sua armatura luccicante non la proteggerà finché i suoi occhi saranno delle pozzanghere. Con il suo abito di ciniglia cerca di compiacere i genitori durante le tristi e obbligate cene, ma ritorna a casa più infelice che mai. Quel lessico familiare è intriso di «parole chiave che non aprono nessuna porta: responsabilità, lavoro, tua sorella, responsabilità, indipendenza, sciatta, responsabilità, artista». In realtà, Andrea ricorda solo istantanee antiche ed essenziali: il segno del rossetto della madre lasciato sui bicchieri, i fiori freschi, le tende come rifugio per giocare a nascondino, il luccichio del lampadario. La sua vita è piena di tracce di pennelli, colori, pile di libri, una tazza. Le piace sporcarsi le mani con il caffè mentre lo prepara per Edoardo. E saranno i suoi occhi di bosco a procurarle spasmi vitali e inquieti.
Il Signor Nessuno è il collante defilato tra le due protagoniste, smuove situazioni, riconosce solitudini, parla poco ma quando lo fa le sue parole sembrano coltelli.
Tra Andrea e Layla nascerà un rapporto speciale, di cui solo loro conoscono le regole per gestirlo. Per Andrea i diciotto anni di differenza sono la giusta misura per non essere giudicati. E si perderanno nei riflessi del vetro del quadro di Layla, nelle letture a scuola e nel mare. Il mare di inverno è bellissimo, d’estate ne rimane qualche traccia sulla pelle.
Entrambe hanno paura dei cambiamenti, di crescere e di accettarsi come persone in un contesto presente e futuro. Layla si sente sull’orlo del precipizio, perché l’anno prossimo deve andare in prima elementare. Andrea sfugge persino all’amore, ha timore di misurarsi ed essere inghiottita dalle convenzioni e dalla necessità, tappe di una vita in perfetto ordine. Entrambe si sentono inadeguate e intrappolate: è un vero percorso a due, silenzioso e sincero.
In cantina c’è il quadro indiano e Layla attraverso il vetro vede il riflesso delle cose diverse da quelli reali, perché sono solo sue. Questo è la scintilla per scoprire nuovi orizzonti e non fermarsi più. Poi Layla mette via quel vetro perché le luci di Londra sono più attraenti, «sembrano perline color rame e argento che si sparpagliano su una distesa di velluto nero».

 

Titolo: Tubì, Tubì
Autore: Neige De Benedetti
Editore: Sellerio
Pagine: 220
Anno di pubblicazione: 2014
EAN: 9788838931468
Prezzo di copertina: 12,00
Disponibile in ebook: € 8,49