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Fuori dai libri

Cose da Festivaletteratura 2017

Intorno alle 7 di sera arriva la pioggia, poche gocce, poi con furia. Faccio appena in tempo a salire sull’auto, salutare Mantova e il suo Festivaletteratura.

Quando lascio la città Elizabeth Strout sta rispondendo alle curiosità dei lettori, dopo la bella presentazione di una commossa e ispirata Lella Costa, la quale si fa portavoce dei numerosissimi lettori accorsi, armati soprattutto di Tutto è possibile, ultimo titolo di casa Einaudi, dopo ben quattro titoli per Fazi.
Ho chiuso con quest’incontro, con l’autrice di Lucy Barton, per curiosità, non ho mai letto nulla della Strout e non so se avverrà in futuro. Mi interessa sapere cosa muove questa folla, cosa suggerisce quel libro, i suoi libri: penso una perfetta sintonia di momenti.

Festivaletteratura 2017 - interno storie (3)

Qualche ora prima Paolo Cognetti presentava Le otto montagne insieme a Folco Terzani. Non è mia intenzione esserci, l’ho già ascoltato lo scorso inverno, ho fatto da dama di compagnia.
Fuori la fila per i pochi biglietti disponibili è lunghissima. Paolo si porta dietro gli strascichi del Premio Strega – è stato candidato per due volte, la prima con Minimum fax – e pensieri positivi per quanti l’hanno conosciuto proprio con questo libro. Come spesso accade in Italia, c’è la necessità di un riconoscimento ufficiale per poter arrivare ai più.
Trascrivo solo un’osservazione riguardo ai suoi modelli letterari e al processo di scrittura: la giovinezza è infarcita di letteratura americana, per approdare inevitabilmente, in questi anni ai maestri italiani, Primo Levi e Mario Rigoni Stern, per quella struttura povera di aggettivi. Anche Thoreau rientra in questo duetto.

Festivaletteratura 2017 - interno storie
L’incontro con Tash Aw verte sul lavoro per Add, Stranieri su un molo, e quella geografia dei movimenti che riguarda l’uomo fin dall’alba dei tempi, ma qui acquisisce un valore più intimo perché legato alla sua storia familiare.
I presenti sono molto incuriositi a comprendere certe dinamiche emotive dell’immigrazione, lo ascoltano con attenzione e inevitabilmente il discorso cade sulle recenti politiche di contenimento, sul fallimento dell’integrazione da entrambi gli attori in gioco, ospiti e ospitanti.
Mi pare che sia un libro che possa fare molta strada, se avesse anche uno sviluppo narrativo sarebbe ancor più accessibile.

Festivaletteratura 2017 - interno storie (1)

Festivaletteratura 2017 - interno storie (2)
Quando in mezzo c’è Claudio Magris non posso lasciarmi sfuggire l’occasione di sentirne parlare. È l’anima mitteleuropea che accomuna Martin Pollack e lo scrittore triestino, amici di lunga data. Un rapporto che si riflette anche sul tema della discussione pomeridiana. Breve e più leggero il suo intervento a Palazzo Castiglioni, per raccontare il libro che ha riletto: Illazioni su una sciabola di Magris, appunto.
Avrei preferito esserci per Pollack la sera precedente, protagonista con i suoi scritti, Paesaggi contaminati e Galizia, entrambi per i tipi Keller. Soprattutto, quest’ultimo titolo mi sembra più affine ai miei gusti.

Quando raggiungo Mantova è già mezzogiorno, a causa di una deviazione lungo il tragitto arrivo con ritardo. Devo riformulare il calendario degli eventi, ne perdo diversi. Ma in qualche modo ci sono. Il sole splende senza incertezze.

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