Di palese ispirazione boccacciana, come recita il titolo, Il Decamerino di Guia Risari (Mondadori) ha il sapore di un’adunata moderna. Zaino, merendina e via, in cerca di un rifugio per raccontarsi storie.
Dieci bambini scappano da scuola e si ritrovano vicino alla statua equestre su in collina – Mario, Attilio, Carolina, Hamid, Djana, Valeria, Fang, Draga, Fabrizio e Annarosa.
Erano lì per un motivo preciso: raccontarsi delle belle storie che ognuno aveva inventato per l’occasione.
Si erano preparati bene. Tutti volevano dare il meglio di sé e stupire con una storia che non si era mai sentita prima. A scuola, certo, si leggevano libri. E i grandi, a modo loro, si impegnavano. Anzi, ce la mettevano tutta. Eppure c’era qualcosa nella loro maniera di raccontare che stonava. Ripetevano le parole nell’ordine giusto, ma era come se non ci credessero veramente. Sembrava un gioco serio, fatto solo per far piacere.
E così attendono il proprio turno per prenda la parola, stufi delle invenzioni degli adulti, finalmente liberi di esporre una novella che li rispecchi, i cui personaggi si muovono secondo l’indole di ciascun narratore.
Sono storie apparentemente semplici ma nascondono grandi questioni quali la fame, la saggezza, l’amore, la libertà e che, allo stesso tempo, smuovono interrogativi più elementari come la conoscenza di ciascun paese, se esistono i pirati, come e quando si diventa adulti. Ed è la stessa autrice a indicarcele nella postfazione.
Nei racconti si mescolano riminiscenze di fiabe, leggende, letture, piccole esperienze di vita. Ci sono l’uomo delle volpi, famiglie albanesi in conflitto, un’isola dei bambini, un principe goloso, piratesse senza macchia e senza paura, Terre di Mazzo e Signore dei Tranelli.
La mia storia preferita è La donna di sabbia narrata da Hamid, dai colori carichi e polverosi dell’Africa più autentica. Afeworki, quella che dice cose belle, racconta ai bambini storie senza pretendere nulla in cambio. Finché un giorno un prepotente funzionario la chiede in moglie nonostante le suppliche della famiglia. Afeworki si abbandona alla volontà del più forte, ma il destino le riserverà un futuro ben più glorioso, di narratrice eterna.
Accade che le cronache si amalgamino ad altre cronache, la cui origine ha il profumo dei gelsomini e delle spezie: «la Cina era la terra in cui erano nate le prime storie e che il vento le aveva trasportate altrove, dando origine a tutti i racconti del mondo». Tracce delle Città invisibili e del Milione le ho trovate nell’Imperatore e il saggio e nell’Ottava meraviglia del mondo. Cartiglia, città di cartapesta e ottava meraviglia, sfondo del racconto di Fabrizio, mi fa pensare a una città calviniana:
A Cartiglia si legge molto e non solo sui libri. Si legge su tutte le superfici perché non è proibito scrivere sui muri. Al contrario, alcuni testi importanti – poesie, romanzi o pezzi d’enciclopedia – sono stampati sui principali edifici della città. I cittadini sono liberi di esprimersi ovunque – sulle case, per terra, sugli alberi, sui fianchi dei cavalli – e tutti sono curiosi di leggere.
Senza accorgersene si è fatto tardi, ma perdersi in questo fiume di parole è come stare su un’isola accogliente, come quella descritta da Annarosa:
Parlano una lingua particolare fatta di bambini di tutto il mondo. Una lingua che mescola cinese, italiano, spagnolo, portoghese, indonesiano, inglese, francese, arabo, russo, giapponese, hindi, ebraico con dialetti antichi che forse non esistono più. Una lingua che comprende i richiami degli animali e i rumori del vento, della terra e degli alberi. È una lingua ricca che però è facile imparare, e i nuovi arrivati ci riescono in poco tempo.
Disposti in cerchio, i bambini condividono il loro bagaglio culturale, hanno origini differenti ma uguale necessità di ascolto e discussione. Un esempio perfetto di integrazione, di girotondo del mondo. Sono, quindi, cantastorie contemporanei in cui multiculturalismo e fantasia trovano un luogo ideale per poter convivere pacificamente in un rinnovato percorso di crescita. Storie mai scritte che trovano nell’oralità, prima espressione del sapere, un mezzo per esistere. L’invito della stessa scrittrice è di inventare storie, a documentarsi attraverso i libri e a dare un contributo alla letteratura.
Qualsiasi libro di Guia Risari ha un senso profondo, le parole si fanno leggere ma scavano sotto la superficie. E di Guia c’è da fidarsi.
Titolo: Il Decamerino
Autore: Guia Risari, Elisa Macellari
Editore: Mondadori
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2015
EAN: 9788804655633
Prezzo di copertina/ebook: € 9,50 – € 4,99
Età di lettura: dagli 8 anni