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Le mie letture

Ma la vita è una battaglia di Charlotte Brontë

Quando iniziai a leggere Jane Eyre faticosamente riusci a raggiungere metà libro. Lo avevo vinto in una delle gare mensili che decretavano il miglior o i migliori temi della classe, prive per fortuna di alcun fine competitivo. In una di quell’occasione a me era stato donato il romanzo di Charlotte Brontë. Avevo tredici anni e scarsa maturità per affrontare un romanzo simile.
Anche il film non mi ha aiutata negli anni, associo ancora un’atmosfera cupa che non mi ha mai abbandonato. Ho un difetto, quello di non dare un’altra chance ai libri che in periodo della mia vita non ho apprezzato. Dovrei correggermi.

Con una premessa simile qualche lettore potrebbe pensare di affrontare un resoconto negativo su questa piccola meraviglia dell’Orma, dell’interessante collana I pacchetti, che propone una selezione del proficuo epistolario dell’autrice inglese in Ma la vita è una battaglia. È la corrispondenza – datata 1832-1855 – della maggiore delle sorelle Brontë scambiata con l’amica di sempre, Ellen Nussey; con gli editori; con l’ex insegnante Margaret Wooler; con il direttore del collegio belga Constantin Héger; con alcuni critici inglesi.
Le lettere in questione, fortunatamente non hanno subito tagli tranne in qualche caso, manifestano un quadro omogeneo e una scrittura densa, elaborata, raffinata. Ho ritrovato gusto per la lettura e un certo piacere di concretezza.
Diari e carteggi suggeriscono aspetti inediti di un autore, riducono la distanza con il lettore, ridimensionano un’opinione spesso sbagliata, come è accaduto a me. Recuperarli è una sfida contro i cliché e i facili giudizi.

Charlotte Brontë non lascia la canonica paterna a Haworth se non per studiare a Bruxelles e per presenziare ai salotti intellettuali londinesi, rimanendone molto delusa. Quando raggiunge Londra, ha rivelato la sua vera identità, spogliandosi dello pseudonimo con la quale si era mascherata per dare alle stampe il suo romanzo più famoso insieme a Emily e Anne.
Tanto che i critici, se all’uscita di Jane Eyre si mostrano ben accoglienti, nel momento in cui l’autrice si racconta nelle sue fattezze femminili e firma Shirley, il loro giudizio è ben diverso. Scrive così a G.H. Lewes dell’«Edinburgh Review»:

Desideravo essere valutato come AUTORE e non in quanto donna, lei ha rozzamente impostato la sua critica (non senza cattiveria, mi è venuto da pensare) proprio su una questione di genere. Presumo che in realtà non lo abbia fatto con l’intento di nuocere, e forse non riuscirà a capire perché mi addolora a tal punto qualcosa che lei crede in fondo essere solo una piccolezza, eppure il dolore c’è e con esso anche l’indignazione.

All’origine della sua storia personale c’è il tentativo di esordire come poetessa, l’editore Robert Southey la dissuade dall’occuparsi di tale genere e ancor di più di scrittura: «la letteratura non può essere la prima occupazione della vita di una donna, ed è giusto che non lo sia». Quella che Charlotte Brontë chiama le «gioie dell’immaginario» e delle quali non potrà farne a meno, ad appassionarsi senza badare troppo alle opinioni altrui.
Ha una vita appartata, dedita allo studio e all’insegnamento, ai doveri domestici, segnata dai tanti lutti familiari, eppure quel volto che campeggia in copertina sembra rivelare una certa fiducia nelle proprie capacità e nella letteratura, soprattutto come realizzazione delle proprie aspirazioni.
È una figura integra, che rivendica una certa autonomia intellettuale e economica: «non vi è nulla di più rispettabile sulla terra di una donna che, giorno dopo giorno, costruisca la propria vita con pazienza e tenacia senza il supporto di un marito o di un fratello.
[…] Il miglioramento della nostra condizione dipende da noi stesse».
Charlotte non è stata così battagliera come sarà quasi un secolo dopo la sua connazionale Virginia Woolf, ma le sue lettere hanno una vitalità attuale, sono un preludio per assicurarsi una stanza tutta per sé.

 

Titolo: Ma la vita è una battaglia. Lettere di libertà e determinazione
Autore: Charlotte Brontë
Editore: L’orma
Traduttore: Laura Ganzetti
Pagine: 64
Anno di pubblicazione: 2016
EAN: 9788898038961
Prezzo di copertina: € 5,00

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