Ora andiamo al sodo. A Torino ci sono andata armata fino all’osso (salvo batteria del cellulare che mi ha abbandonata), organizzata come per andare in guerra sugli stand da visitare e incontri da seguire. La conferenza che mi interessava di più, Diritto d’autore per Self-Publisher e Blogger, l’ho persa per un mio ritardo. Ne ho approfittato per gironzolare nei tre padiglioni e non rimandare al pomeriggio per evitare corse dell’ultimo minuto e accavallamenti con i vari incontri. Sabato sarebbe stato il mio unico giorno al Salone.
Ho visitato gli stand di Minimum fax, Sur, Tunué, marcos y marcos, Edizioni e/o, Liberaria, Iperborea, Rubbettino, Nottetempo, Hacca. Devo dire che le copertine di quest’ultima sono bellissime. Ho tralasciato le grandi case editrici perché so cosa pubblicano e per motivi di sopravvivenza in quanto erano affollatissime. Ho solo dato un’occhiata al blu di Sellerio perché mi piace particolarmente, il loro stand era semi aperto, quindi, fotografabile anche dall’esterno. Le indipendenti mi interessavano di più: quest’anno hanno avuto più spazio rispetto al passato.
Poco prima delle tre ho incontrato Silvia di A cup of books. Noi ci sentiamo da quando ho aperto il blog, ci sosteniamo a vicenda. È simpaticissima, un fiume in piena! E poi lei legge tutto quello che non leggo io. Abbiamo scambiato poche parole, ma la promessa è quella di risentirci: Silvia non rimangiarti le parole!
Chissà quante altre blogger avrò sfiorato, intravisto. Pensavo di conoscere qualcun altro, ma per disguidi vari e scarsa connessione è saltato tutto: il Salone non è il miglior posto per incontrarsi. Comunque, l’importante è tenersi in contatto.
Dalle tre in poi ho seguito quattro incontri, diversi per tematiche e approccio. Di questi il primo ho meno gradito, la conversazione tra Chiara Valerio e Walter Siti, ma ve ne parlerò nel prossimo post.
La giornata è stata lunga e fortunatamente soleggiata. Sicuramente, ho vissuto un Salone diverso rispetto al primo. Certo, l’organizzazione e la consapevolezza dei miei gusti letterari mi hanno aiutata a non farmi venire mal di testa. Mi aspettavo una fiera caotica fino all’inverosimile, sono riuscita a districarmi bene tra la folla e tra le file agli eventi. L’unica pecca è proprio questa: fare la fila per gli incontri previsti nelle sale è un po’ snervante. Per l’evento della Littizzetto la gente attendeva l’ingresso in Sala Gialla già un’ora prima! In generale, Torino è un’ottima occasione per i libri e per gli scrittori, chi è un veterano del Salone lo sa meglio di me.
Cosa ricorderò di questo secondo Salone del libro? Il gelsomino (che adoro) nell’aria pic-nic, la conoscenza di A cup of books, il mio fidanzato divertirsi all’incontro di Malvaldi, Manzini, Rebecchi. Perché il Salone non è solo libri.