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Fuori dai libri

Scalare le pagine, la montagna nei libri

Avrei un inventario ricco di citazioni per poter aprire questo articolo, ma non vorrei cadere nella banalità, nel già letto e attribuirmi scenari che non mi appartengono.
Qualche giorno fa, leggendo Nelle foreste siberiane di Sylvian Tesson (Sellerio), mi sono figurata in questa immagine che contraddice quanto detto sopra:

Essere là, sulla vetta. Ammiro le montagne; giacciono indifferenti, si limitano a essere. […] Sono soddisfatto di essermi arrampicato fin lì per vedere c’è al di là del mio regno.

Perché mi hanno riportata alla prima vera esperienza montana – anche se con l’appennino è necessario ridimensionare le altezze –, quando per la prima volta sono arrivata in cima al Marmagna: un mattino di giugno, vento sostenuto ma cielo sgombro di nuvole, da lì si raggiungeva con lo sguardo il golfo di Spezia e un pezzettino di Corsica. Il battesimo vero e proprio è avvenuto qualche mese dopo.
Pratico trekking da due anni, neanche così spesso quanto vorrei, nel mio caso sia giusto prenderla a piccole dosi per non correre il rischio di allontanarmi. Né tanto meno posso definirmi un’esperta, forse una principiante con molto entusiasmo e una buona dose di sensatezza.

Le montagne costituiscono il 24% della superficie terrestre, stabiliscono confini naturali e nazionali. Sono luoghi di avventure e infanzia, di grandi imprese, di Grand Tuor europei che hanno inaugurato l’alpinismo; si trascinano dietro un nutrito corredo letterario e metaforico che vede nell’affrontare le avversità, ricerca del sé, la rigenerazione, il raggiungimento dell’obiettivo. Senza dimenticare il teatro di storie, credenze popolari che costituivano il limite del sacro, della tragedia e dell’inesperienza. Un limite che si è perduto a favore di un turismo massa, poco attento all’ecosistema. Sono cartine tornasole dei misurabili  quanto allarmanti cambiamenti climatici, ora più che mai ci avvertono di necessaria tutela ambientale come ultimo spartiacque tra natura selvaggia (da preservare) e urbanesimo.
«Ci sono due montagne, una ideale, per qualcuno un po’ stereotipata, da cartolina, e una vera, anche nei libri incontriamo una montagna disegnata e una vissuta», scrive Caterina Ramonda nel numero dedicato a questo argomento nel numero 354 di «Andersen», più precisamente in Sentieri di libri: tu quale preferisci?
È giunto il momento di raccontarvi la montagna.

Ho preparato tre schede – spero utili – dei libri che ho letto, che vorrei recuperare e i festival di montagna. Sarebbe stato faticoso trattarli uno per uno, sappiate che mi sono documentata e ho letto con attenzione.

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