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Fuori dai libri I piccolini Le mie letture

Playlist di dicembre, ciao 2021

Dicembre è casa. Dopo due anni sono tornata al mio paese di origine, dalla mia famiglia. È stata una partenza dell’ultimo minuto, titubante fino alla fine a causa del lavoro e della situazione non proprio serena (senza nominare l’innominabile, sappiamo di cosa parliamo).

Riassumo l’anno: tutti i meme dei calciatori italiani durante gli europei, così l’idea è più chiara.

Riassumo il mese, invece. Ho terminato il secondo abbonamento al cinema, proprio con il film che chiude l’articolo.

Come mi accade da qualche tempo a questa parte, ho letto a spizzichi e bocconi (qui un primo bilancio), ho però allungato la lista delle future letture. Poi, ho perlustrato poco la città vestita di Natale, sia per stanchezza sia perché lo spirito mi sembra che sfugga ogni anno che passa.

Adesso scrivo da casa, l’altra, faticosamente costruita, e nel frattempo vi auguro buon anno. Niente buoni propositi, tanto il mio 2022 inizia con i fuochi d’artificio e non sono belli.

I libri

In Io e Madlena, dall’inizio attribuisco alla voce narrante un certo ruolo, poi a un certo punto quelle impressioni si ribaltano completamente. Mi chiedo come abbia fatto l’autrice a farmi credere una cosa e invece quegli occhi indagatori appartengono a un’altra. Quel racconto è il mio preferito di Le piramidi dei giorni (trad. di Adriano Cerri, Iperborea) in cui Daina Opolskaitė si addentra nelle protagoniste, nel sogno del mare, «l’acqua verde-azzurra, le onde che rotolano e gli spruzzi bianchi e freschi della schiuma che schizzano i piedi».

È sempre complicato la maggior parte dare una direzione quando si tratta di tale genere, per i tanti movimenti, temi. Sappiate che è un libro cristallino, pieno di umanità, vuoti, desideri.

Resto sempre in area nordica, mi sposto in un’altra nazione. Le fiabe finlandesi a cura di Bruno Berni (trad. Giorgia Ferrari, Sanna Maria Martin, Iperborea) hanno sbaragliato tutte le mie aspettative o meglio le mie titubanze, perché innanzitutto non c’è la ripetitività che ha caratterizzato le raccolte precedenti, quindi, non sono state riportate le varianti che forse annoiano la lettura. Credo di aver trovato in Ceneraccio un trait d’union con appunto le fiabe dei vicini paesi.

E tal proposito, come è stato specificato nella postfazione, sono storie che risentono dell’influenza europea, scandinava, ugrofinnica ma conservano una peculiarità tutta propria, quale un contesto selvatico, quindi, spazi aperti, la presenza di figure mitologiche, divine, spiriti d’acqua e della foresta come vetehinen, Ilmarinen, Perkele, Hiisi. Proprio quest’ultimo aspetto ho apprezzato di più: rendersi uniche.

E comunque nelle terre del nord non mancano magia, castelli, intrighi, coraggio, ermellini, scoiattoli e alci, persino «un uomo che portava dentro di sé cinque inverni e addosso cinque maglioni tipici di questo genere», Lippo da cui ha inizio la storia della Lapponia e Antti che scopre per tutti i finlandesi quale sia la via per raggiungere la piena felicità: «ho ancora molta strada davanti a me?»

Con la Finlandia dovrebbe – il condizionale è doveroso – concludersi il ciclo delle fiabe boreali.

Claudia Mencaroni ci racconta di re Primaditutto che vive Nel regno di Nientepopodimenoché (Verba Volant Edizioni), il quale un bel giorno decide di fare ordine, abbattere, riqualificare – per usare un termine urbanistico – ma in chiave negativa.

Si pone quasi come una filastrocca amara che gioca con la lingua, gli stereotipi, le differenze, ma riuscirà a emergere forte e chiara la voce di Cincischia.

È un racconto che sulla perdita delle piccole cose, ma soprattutto della ricerca della bellezza e della libertà senza farsi condizionare da disegni altrui. L’aspetto che più mi ha colpita è la grafica: ci sono le pastose matite di Serena Mabilia che si è superata in una serie di tavole che sembrano quadri; si aggiungono inoltre una stratificazione di elementi (bustine, mappe, semi, ritagli, spartiti) come fosse un quaderno-scrigno.

Insomma quel viaggio inizia anche attraverso la carta. Bello. Bellissimo.

In un rifugio Lù si prepara a seguire le tracce di un lupo: «ho studiato le mappe, le tracce del tuo passaggio, mi hanno raccontato di te… So che da te siamo tanto attratti quanto spaventati. Ci sarai al nostro incontro?». E così si incammina lungo i sentieri.

Sulla montagna di Lù (trad. di Eugenia Durante, Corraini) è un pop-up meno costruito rispetto ai precedenti lavori di Anouck Boisrobert e Louis Rigaud, ma comunque sorprende per i cambi di quota e orizzonti, dai prati verdissimi e profumati del fondovalle, ai notturni, fino alla cima innevata, alla discesa, seguiamo la ragazza nella sua esplorazione. Quando Lù ripensa al suo anche io scorgo insieme a lei quel profilo montano che sembra tanto un lupo.

Un titolo così – Nord (trad. Floor Robert, Clichy) – non può che farmi sognare. Semplice e magico al tempo stesso. Marieke ten Berge, con la consulenza di Jesse Goossens, illustra e narra Spitsbergen, nelle Svalbard. Questo viaggio nelle terre nordiche, estreme, flette in un ritratto di 35 animali che abitano proprio quelle isole, dai più noti come orsi bianchi, pulcinelle, renne, ai meno conosciuti quali alche, iperodonti, ghiottoni. Sono gli stessi animali ha fornire informazioni sul loro ciclo di vita, insomma a raccontarsi. La voce è chiara, puntuale, persino buffa.

Più volte si ribadisce la fragilità degli ecosistemi, la necessità di salvaguardare la natura. Sulla copertina troneggia una megadattera: ricordiamoci che siamo degli ospiti su questa terra.

Le curiosità

Passeggiare per il mondo

Una webcam a Capo Nord

Ecologica

Maschera rigenerante al miele. Stendere un sottile strato di miele sul viso, escludendo la zona oculare, lasciare in posa venti minuti. Pulire il viso con un panno umido e risciacacquare. Per ottenere risultati ripetere due volte a settimana. Il miele è un antibatterico, lenitivo, cicatrizzante, ideale soprattutto durante la stagione invernale.

La canzone

Stars dei Cranberries (2002)

Il film

Scompartimento n.6 di Juho Kuosmanen (2021)