Quando la protagonista di questo romanzo incuriosita e titubante allo stesso tempo si presenta ad un incontro, ad costellazione familiare precisamente, credevo che fosse un puro artificio letterario per rendere interessante la trama. Con mia grande sorpresa scopro essere una pratica psicologica di gruppo, diffusa ampiamente in Germania e ideato dalla psicoterapeuta Bert Hellinger.
Rosa partecipa ad una Costellazione familiare – da qui il titolo omonimo pubblicato da Adelphi –, una terapia collegata alla famiglia, ossia una rappresentazione di fatti e situazioni umane di cui nessuno sa nulla. A Renato Wok tocca il compito di guidare l’improbabile aggregazione di sconosciuti, che ai suoi occhi apparirà sempre come un ciarlatano. A turno, ciascun partecipante avrà le proprie controfigure, i conflitti personali verranno personificati da estranei. Nel pieno della commedia, la protagonista ripensa al rapporto con i suoi genitori in particolare la madre Raffaella. Alla fine questo andrà in scena, un teatrino della memoria.
Un legame sotto la buona stella del cane o dei cani, tanti quanti sono entrati a far parte della famiglia e nella casa ad Orvieto. «I cani sono stati l’unico tramite tra me e lei, una sorta di risicata passerella di corde gettata fra due impervie ripe sentimentali».
Leporì è l’anello di congiunzione tra le due donne, temerne la morte significa far saltare questo equilibrio precario di poche parole e gesti.
Donna algida, incapace di amare se non attraverso la rigidità che da bambina le era stata impartita, la protagonista sfoga questa mancanza di gesti e parole sul cibo, che però la madre lesina, proponendolo su tutto la lettura dell’amatissimo Rilke e l’attenzione su Leporì. «Il cane si annoia», intona ogni minuto nel silenzio della stanza che la costringe a ogni cura.
Mia madre aveva occhi azzurri, labbra color ciliegia, dentatura perfetta degna di un atlante anatomico per aspiranti dentisti. Fluenti chiome castane. Una disdicevole vocazione per la frangetta. Non ha mai manifestato gli slanci della madre amorevole. Non mi ha mai abbracciata, baciata, né mi ha mai accarezzato il viso, lavato le manine, infilato calzette e scarpine. Non mi ha mai allattato né imboccata. Nacque contessina cinofila sotto il segno dell’Acquario, l’anno dell’arresto di Gramsci e della morte di Rilke a Montreux. Come bimba d’alto lignaggio fu allevata dall’istitutrice, una Fräulein bavarese che ha sempre chiamato affettuosamente Frò. Educata con rigore, disciplina e buonsenso, seppe ben presto che al minimo capriccio la Frò le avrebbe opposto il severo memento: «Ricordati che sei una bambina tedesca». Erano i tempi dei primi orologi Oyster, del foxtrot, del fox terrier Pipino, dei frisons alla garçonne, della Repubblica di Weimar, dei vestiti di perline, dei boa di struzzo e dei cappellini a cloche. La Garbo ancora non parlava.
Rosa si adatta alle stramberie della madre, unico modo per relazionarsi con lei e mantenere vivo quel rapporto. Riportare a galla, quindi, quel lessico familiare significa riconciliarsi con se stessi, mettere da parte i tormenti.
Ad un certo per Raffaella si acuisce un problema di salute che in gioventù le aveva costretta ad un operazione sperimentale per essere il 1948, inizia così un lungo calvario di sofferenza che la madre affronta caparbiamente, mentre la figlia patisce sfinita.
Il racconto è accompagnato da una lingua fantasiosa e forbita, a tratti ironica e pungente, sempre intima, tanto da essere definita “la lingua di Rosa Matteucci”. Il ritmo concitato, arguto, visionario, sul finale si distende come se chi narra avesse trovato una propria misura, un attimo di pace, il distacco definitivo da quel dolore.
Dopo molti anni, la donna in una fredda domenica genovese ricostruisce quella genealogia così complicata nata sotto la costellazione del cane, traiettorie luminose e opache allo stesso tempo.
Titolo: Costellazione familiare
Autore: Rosa Matteucci
Editore: Adelphi
Pagine: 167
Anno di pubblicazione: 2016
EAN: 9788845930577
Prezzo di copertina/ebook: € 16,00 – € 7,99