A termine della lettura il mio racconto preferito è L’oro in fondo al mare, ha confermato le prime impressioni, per la dimensione marina, per la scarsa presenza dell’autore, fino ad annullarsi tanto da sembrare un racconto vissuto, di essere su quella barca che a notte fonda, priva di illuminazione, sfida la guardia costiera e salpa per la consueta pesca.
«Oro, signori miei. Gettate la rete e tirate su l’oro».
Nel 1917 la Boniface trasporta un carico di lingotti diretta negli Stati Uniti, affondata da un sottomarino tedesco, è l’ossessione di quanti navigano in mare per la pesca.
È Con, il più anziano dei marinai, a narrare le imprese di chi invano ha tentato di accaparrarsi quella ricchezza, così come la leggendaria pesca di un salmone dal peso esagerato. Anche i suoi viaggi rientrano in quella mitica atmosfera di tracotanza.
Tutto in ordine e al suo posto di Brian Friel (Marcos y Marcos) prende il titolo dal racconto omonimo che chiude la raccolta. La preziosa postfazione di Daniele Benati, che ne ricostruisce i tratti salienti della sua produzione con particolare attenzione a queste storie, guida il lettore alla scoperta dell’irlandese Friel, più noto come come autore teatrale, approdato definitavamente al dramma dopo aver scandagliato in lungo e in largo la forma breve.
La copertina, un quadro di Martin Gale – The Leaving – è un frammento ulteriore di comprensione all’angolo di mondo di Friel: ha smesso di piovere da qualche ora, il cielo è pulito, un uomo ben vestito passeggia lungo una strada di campagna, forse è alle porte di un villaggio.
L’Irlanda non è bucolica di sonate e aria buona, isolata dai grandi centri abitati e lontana dalle sanguinose lotte degli anni ‘70 e ‘80, ma che tuttavia «fa il mondo bianco e nero», è portavoce della realtà più reale, in cui povertà, disillusione, alienazione, dignità fanno da contraltare al ruolo della memoria e al legame dell’uomo con la natura.
Il disagio sociale, di cui i piccoli Raccoglitori di patate ne sono un esempio, è colto in pieno nella perdita dell’infanzia e delle prospettive future in quei pochi scellini da consegnare alla madre.
Friel abita questa terra di figurine, vite minuscole, che pare trovino spazio solo nei racconti, non acquisiscono mai l’eroicità che spetta ai protagonisti dei romanzi ma, che in alcuni come il rabdomante e l’illusionista disorientano la comunità, sembrano riappropriarsi un poco di quella luce pur rimanendo ai margini, quasi a sprigionare poteri taumaturgici.
Se questi personaggi portano scompiglio nel villaggio, ciascuno a modo proprio disciplina tutte le ambizioni ordinate e realizzabili, fino a scontrarsi con Mendel e la natura come nel Sistema della vedovanza – dalla vena ironica – e in Ginger l’eroe.
E poi c’è il tempo. Proteggere i ricordi dell’infanzia, mentire per salvare quel passato che invece ha deluso le aspettative odierne come in Foundry House.
«Ma le credevo non per il fatto che sapevo che era vera, bensì perché era lei stessa la prima a crederci, e perché la sua certezza mi convinceva».
In Fra le rovine il suono allegro della complicità ha il sapore dolce-amaro di una percezione edulcorata, ingigantita come è l’universo dei bambini:
«Un posto… una specie di nascondiglio in fondo al giardino, là. Ho visto che non c’è più».
«E cosa ci facevate, là?»
«Delle gran risate. Delle gran risate, quasi sempre».
La memoria è una cosa preziosa che involontariamente si rigenera:
Perché il passato è un miraggio: una dolce illusione nella quale uno entra per sfuggire al presente. Come nascondersi nel rifugio in fondo al giardino.
[…] Il passato aveva un senso. Non era né realtà né sogno, non erano quelle poche querce di oggi e nemmeno i grandi boschi della sua adolescenza. Era semplicemente continuità, vita che si ripeteva e sopravviveva.
A confortarsi con una certezza: dopo il rigido inverno arriverà la stagione dei tepori, lassù sul promontorio, laddove il vento dell’Atlantico è rotto, l’erba crescerà rigogliosa «e, in men che non si dica sarà già estate».
Titolo: Tutto in ordine e al suo posto
Autore: Brian Friel
Editore: Marcos y Marcos
Traduttore: Daniele Benati
Pagine: 238
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: € 18,00