A gennaio la terra non aspetta che il sole rinvigorente dei mesi più caldi per poter rinascere in piccole gemme e in un verde sfavillante, ma l’autunno è un’esplosione di vita nonostante ci si prepari per il lungo sonno. Andar per boschi, anche letterari, fa riscoprire questi ritmi magici.
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Pralève di Lalla Romano
È luglio. Lalla Romano trascorre l’estate in montagna. Una villeggiante. Come dichiara il titolo del suo primo nucleo narrativo di casa Einaudi. Il secondo, Pralève, riproposto da Lindau – la cui prefazione di Giovanni Tesio è una lucida guida alla lettura – è arricchita di altri racconti di montagna e lascia una traccia ben chiara su chi sia il protagonista di queste pagine.
Nel mio immaginario il Giappone si riduce ai cartoni degli anni ‘80-’90 – Marrabbio, Mimì, cugina della ben più famosa Mila e una pioggia di fiori di ciliegio -, alla cerimonia del tè e a qualche film. Troppo poco per conoscere un paese. Ai tempi dell’università, prima che negli ultimi anni scoppiassero la mania e il turismo nipponico, sognavo di andarci. Poi è passato l’incanto. Si cambia. Si sposano altri interessi.