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Fuori dai libri

Incontri d’autore – Nadia Terranova

Attendevo da tempo l’incontro con Nadia Terranova, dopo essermi immersa nel suo bellissimo libro. Bisognava chiudere il cerchio per dare consistenza alle impressioni che ho avuto. L’occasione è stata la presentazione presso la Libreria Ubik di Parma, organizzata dall’appassionata libraia Carmen, condotto da Stefania Piras, giornalista di Radio Bruno, e Lisa Gattini, segretaria CGIL di Parma.

Impossibile resistere all’accetto sicilianissimo di Nadia: è un bel tuffo nel Sud. Così come lo è il suo racconto, Gli anni al contrario, edito da Einaudi.
Ci fa prendere un treno o un aero (per chi ha fretta) con destinazione Messina, per narrarci degli anni Settanta e di come i suoi protagonisti e la stessa città hanno vissuto quel clima. L’autrice ha trovato materiale nella realtà siciliana, nella vita privata e familiare e nelle tante letture, molta memorialistica soprattutto quando si è trattato di dare una voce al contesto storico e sociale.
Messina guarda l’Italia e insegue le notizie, l’aria è piena della sensazione di perenne ritardo nella Storia. Gli echi delle manifestazioni e delle lotte arrivano nel ’77 inoltrato quando Aurora e Giovanni diventano di colpo adulti, decisi a prendersi il loro posto nella Storia.
Al Sud il tempo si dilata, tutto sopisce e quando esplode è un fuoco di paglia, si palesa un senso diverso di protagonismo rispetto a chi ha vissuto le grandi realtà del Centro e del Nord, per non parlare dell’Europa. Ecco, perché Aurora e Giovanni sono i puntini di quei cortei, mai entrati nelle pagine di libri di storia, messi nelle condizioni di essere fuori dall’attimo: ognuno segue il proprio destino senza colpe.
Gli anni al contrario sono gli anni storti di Giovanni, è con lui che nasce questo libro dalla gestazione lunga, pensato ancor prima che l’autrice di dedicasse ai lavori per bambini. Per entrare nella testa di Giovanni, il più includente ma spinto sempre da una forza buona e sincera, è necessario attraversarlo proprio come Messina, prima città dopo lo Stretto, porta della Sicilia. Poi si aggiungeranno Aurora e infine di Mara, che avrà un ruolo principe. Personaggi rintracciabili in molti dettagli – nel testo di geografia e nei libri del periodo universitario, nella mansarda del ragazzo, nella casa dei due giovani –, che ne disegnano la personalità. Anche per questo motivo è un romanzo di deformazione per i genitori della piccola, Mara, invece acquisisce saggezza e senso della vita.
Questo resoconto potrebbe risultare un approfondimento della recensione, non sono riuscita a spiegarlo meglio di così. È un periodo faticoso per me, anche nel cogliere suggestioni per proporvi un discorso esaustivo.

Ringrazio Nadia Terranova per la piacevolissima chiacchierata che ha preceduto l’incontro. Spero che ci regali molte altre belle storie. Intanto mi appresto a leggere Bruno: il bambino che imparò a volare.