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Fuori dai libri

Resistenze

A vederla Giulia è una bambina come tante, occhi limpidi, niente nastri tra i capelli lunghi appena sopra le spalle, in mano delle matite colorate. Si muove timorosa tra i banchi. È tutto nuovo: compagni, aula, il corredo obbligatorio di matite e quaderni. Anche il vaccino.
Il suono della campanella le pare liberatorio. Fuori l’attende la nonna.

Un giorno bussa alla porta della quinta B e spedita, per non venire meno alle ferme intenzioni, punta verso il banco di Nicolò. Lo abbraccia. Poi corre chiudendo dietro di lei la porta. Risatine e occhi smarriti intorno. Il bambino è piuttosto imbarazzato.
Ti sei persa nei corridoi?, chiede la maestra, eppure i bagni sono su questo piano.

Durante l’intervallo Giulia si reca in cortile: scruta i suoi occhi nocciola, Nicolò distoglie lo sguardo, non capisce tanta ostinazione.

A tavola due piatti, due bicchieri, due cucchiai per il minestrone. Papà arriva in ritardo, dice che non ha fame. Con mamma evitano di guardarsi, si salutano appena.
Le chiacchiere, molto vaghe, si perdono nella scuola – compagni, giochi, compiti –, poi il silenzio. È troppo presto per andare a dormire. Mamma si rifugia in bagno, papà smarrisce i pensieri davanti a un programma noioso.
La settimana scorsa hanno proposto di andare al bosco, a raccogliere le foglie per arricchire l’erbario iniziato lo scorso anno. La collezione richiede cura per tenere lontani i parassiti e insetti che ne compromettono l’integrità.
Al limitare della riserva, i ventagli dorati del gingko sbucano sorprendenti, ma è l’olmo, resistente, a mancare nella raccolta: quattro tipologie di foglie per completare la famiglia.

Nelle settimane successive, a una certa ora della mattina, Giulia chiede di andare in bagno, sale le scale, bussa alla porta della quinta B, si dirige verso Nicolò e, con preciso ordine di gesti studiati, lo saluta, lo abbraccia.
Le maestre che in quei minuti sono in classe si sorprendono sempre di questa ritualità, qualcuna lo fa presente alla collega della prima. Si azzardano tante ipotesi, le viene proibito di uscire durante la lezione. Ma il divieto si spegne subito davanti alle insistenze di lei e alle sue impellenti necessità.
Finché Nicolò un giorno all’ennesima visita di Giulia, si arrabbia, lei fugge. Poi un fiume di parole: mamma e papà litigano sempre, mi lasceranno solo, singhiozza il bambino.

Nicolò e Giulia non si conoscevano prima, né saranno amici.

 

Racconto scritto per Langue e parole, studio editoriale milanese, in occasione della giornata di formazione, incontro, scambio e confronto per tutti gli amanti della scrittura e delle parole, Artigiani delle parole, che si terrà il prossimo 7 ottobre presso la Cascina Cuccagna a Milano. Un bel connubio tra bellezza ed esercizio linguistico, declinato in tutte le sue sfumature dalla traduzione ai contenuti multimediali guidati dagli sguardi sapienti di chi pratica questa cultura (sul sito ospiti e programma). Per chi ama e lavora con le parole è un momento di confronto da non perdere.