E la chiamano estate
questa estate senza te
ma non sanno che vivo
ricordando sempre te.
Il profumo del mare
non lo sento, non c’è’ più
perché non torni qui, vicino a me.
Bruno Martino. La fine dell’estate. La malinconia.
Toni bianchi e blu polvere. Sulla spiaggia gli ombrelloni chiusi, unici testimoni e superstiti di un tempo più spensierato. Il ricordo di un cornetto al mattino, un profumo, una nuotata fino alla boa. Lentamente scivola il giorno nell’ultimo grumo di sole.
Assaporo quest’atmosfera in E la chiamano estate, il fumetto delle cugine canadesi Jillian e Mariko Tamaki (Bao Publishing), un’atmosfera di cose perdute, un ricordo lontano.
L’ho letto davanti al mare di Peschici, non avrei potuto scegliere luogo migliore. Intorno il silenzio sonnacchioso del primo pomeriggio, sullo sfondo il languido moto ondoso. Solo il grido dei gabbiani interrompeva questo idillio surreale. Ma la fine dell’estate era lontana.
Rose e Windy si rincontrano come ogni anno a Awago, il luogo delle vacanze. Da dieci anni sempre lo stesso posto. Ma quest’anno sarà una vacanza diversa da quelle precedenti. Un primo segnale arriva appena la famiglia di Rose mette piede in casa, quando Alice, la madre, ordina i bagagli l’aria festosa e leggera si interrompe bruscamente. Non si tratta di un semplice battibecco con Evans, ma qualcosa di più.
Ma Rose impugna la bici e si dirige verso casa di Windy. La sua vacanza ha inizio.
Si tuffa nel lago insieme all’amica di sempre, prendono in giro le loro coetanee che mostrano i chiari segni dei cambiamenti fisici. Ritrovano la complicità.
Rose ha un animo delicato, timida, Windy, più piccola di un anno, è buffa e vivace: insieme hanno una sintonia perfetta anche se caratteri differenti. Il ritrovarsi è un’attesa, una gioia.
Ma in quel posto lontano dalla città se si esclude il lago, non resta molto da fare. Le due ragazze affittano film horror vietati, presso un negozio nel quale si consuma la vicenda di Dunc e Jenny, due ragazzi del luogo.
Rose e il primo batticuore.
In casa gli accesi diverbi tra i genitori.
La freddezza di sua madre. Non conosce il trauma che la imprigiona.
L’acqua non è sempre un rimedio, non lava certe ferite.
È così complicato dichiararsi agli altri.
Windy e Rose si affacciano all’adolescenza, lasciano la loro forma infantile per entrare in un nuovo corpo. Forse più goffo del precedente. Si affacciano all’età adulta e saggiano per la prima turbamenti, incomprensioni. In questo piccolo microcosmo si dipanano i fili di ciò che le attende dopo il periodo estivo.
E la chiamano estate è è una storia di crescita, che vede a confronto di tre generazioni, Windy e Rose, Dunc e Jenny, Alice e Evans in tre distinte età in cui l’incomunicabilità fa da padrone. A volte le parole alzano muri, si scontrano con le intenzioni individuali.
Per conservare uno sguardo incantato si racchiude un pugno di sabbia in un vasetto di vetro, si depositano i sogni per magari vederli realizzati l’anno successivo.
La prima volta ad Awago, avevo paura di nuotare nel lago. Poi mia mamma mi ha insegnato ad aprire gli occhi sott’acqua. Pensavo fosse qualcosa di speciale. Come un potere. L’ho detto a Windy e ho scoperto che tutti possono farlo.
Titolo: E la chiamano estate
Autore: Jillian e Mariko Tamaki
Editore: Bao Publishing
Traduttore: Caterina Marietti
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2014
EAN: 9788865432303
Prezzo di copertina: € 18,00