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I piccolini Le mie letture

I piccolini – Natale in Scandinavia

Vedete, devo dire che c’è una tradizione a Mårbacka, che quando si va a dormire la Vigilia di Natale si ha il permesso di avvicinare un tavolino al letto, metterci sopra una candela e poi leggere finché si vuole. Questa è la più grande di tutte le gioie di Natale. Non c’è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro avuto in regalo, un libro nuovo che non si è ancora mai visto e che nessun altro in casa conosce, e sapere che si può leggere pagina dopo pagina finché si riesce a stare svegli. Ma cosa si fa la notte di Natale, se non si sono ricevuti libri?

Chi scrive è Selma Lagerlöf nel suo Il libro di Natale (Iperborea), ricordando il piacere di avere tra le mani una storia nuova e soprattutto il tempo da dedicare terminati i festeggiamenti. Le medesime sensazioni sono colte da un’altra autrice, Tove Jansson nel Libro dell’inverno: la gioia per il Natale si sposa con l’attesa dei regali meglio ancora se letterari.
Si sa i popoli del nordici sono gran lettori ed esplorare la loro cultura è sempre un forte richiamo per me. Per tale motivo non ho resistito all’idea di proporvi un brevissimo viaggio del natale scandinavo attraverso alcuni libri per bambini, storie minuscole, di poche pagine da leggere e soprattutto regalare.

L’abete di Hans Christian Andersen, pubblicato nel 1844 e presentato dall’Ippocampo in una preziosa veste con i disegni grafici e minimalisti di Sanna Annukka, è il racconto dell’insoddisfazione di sé anche nella più giovane età.
Un giovanissimo abete attende con impazienza di lasciare le lande desolate e innevate del nord Europa per vedere con i propri occhi ciò che gli uccelli migratori gli hanno raccontato, trovando rifugio tra i suoi rami: del mare e di altre meraviglie, di lustrini e calore domestico. Essere così piccolo rispetto agli altri alberi della foresta gli crea qualche imbarazzo: quando sarà finalmente il suo turno?
Così una mattina in prossimità del Natale, l’abete lascia la foresta, da qui la prima sofferenza fisica. Lo consola l’idea di essere l’ospite d’onore in una casa borghese, per essere decorato con luci e biscotti e sarà la gioia dei piccini.
Ma esaurito quel clima di festa, scoprirà a proprie spese che è stato un breve attimo, sorge in lui la delusione di quanto desiderato e il rimpianto di aver screditato quanto aveva avuto intorno. È una fiaba amara, pur densa di significati, in cui la fretta di bruciare le tappe della crescita si scontra con l’illusione del mondo adulto.

«Goditi la tua giovinezza!», dissero i raggi del sole. «Goditi il tuo fresco vigore, la giovane vita che è in te!».
E il vento baciò l’albero, e la rugiada lo coprì di lacrime, ma l’abete non capiva.

Un altro classico è della nota Astrid Lindgren (La Nuova Frontiera Junior), Il Natale di Pippi. A Villa Villacolle Pippi Calzelunghe organizza una festa per il dopo Natale invitando tutti i bambini della città. Caramelle rosse lasciano sulla neve una traccia per seguire il sentiero verso il grande albero addobbato con omini di panpepato e luci. E nell’igloo ci sono torte e cioccolato a volontà.
Nel frattempo riceve due visite: da un bambino, arrivato da poco in città, si aggira intimidito intorno all’abitazione credendo che l’invito non lo riguardi e da un cagnolino abbandonato.
Anche la signora Quisquis, golosa di torta alla panna, ma che mal sopporta i bambini, chiede di partecipare. Pur di affondare il cucchiaino in quel dolce, per una volta potrebbe sorvolare su ciò che la irrita.

«Questa festa del dopo-Natale è riservata ai bambini. L’ingresso è vietato agli adulti. Ai grandi non fa bene mangiare torte e caramelle, altrimenti, s’immagini che mal di pancia! E poi è diventano noiosi. Lo sconsigliano anche i dottori», concluse Pippi.

Si salvaguarda l’innocenza dei bambini, il loro mondo strampalato e privo di pregiudizi. Che sia Natale o qualsiasi giorno dell’anno, è importante accogliere chi una casa non ce l’ha. Fosse anche un cagnolino.

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Le ultime due proposte invece hanno il protagonista assoluto di dicembre, Babbo Natale. Il finlandese Mauri Kunnas e il norvegese Alf Prøysen – entrambi per Il gioco di leggere edizioni – raccontato due declinazioni differenti della stessa figura, votata al perdono, all’ospitalità, all’altruismo. Non sono narrazioni banali, anzi hanno una struttura ben studiata e, nel primo caso persino molto ironica.
In Babbo Natale e il tamburo magico di Mauri Kunnas, al villaggio di Babbo Natale, in Lapponia, fervono i preparativi per la notte del 24 dicembre. Babbo Natale è influenzato e a nulla servono i consigli di Natalina, sua moglie ed esperta erborista.
Dalla posta sbuca fuori una lettera con uno strano scarabocchio, firmata Birbo. Gli addetti ai lavori tentano di decifrare la richiesta del bambino, si accorgono della carta ingiallita. Nel frattempo a interrompere il lavoro uno strano rumore e una sfilza di furti e dispetti.
Nonostante tutto, ormai Babbo Natale è pronto per la consegna, inaugurata con l’accensione dell’albero e della musica. Ma qualcuno ha interrotto la corrente e in cima al tetto ha imprigionato l’aurora boreale. Inizia così un’esilarante avventura nei giorni più impegnativi dell’anno.

Mentre in Il falegname Andersen e Babbo Natale di Alf Prøysen è una novella di poche pennellate. E per un caso ben calcolato il falegname si chiama come il famoso scrittore danese, che ha aperto questa piccola collezione di racconti.
Ogni notte del 24 dicembre, per far gioire i suoi figli, Andersen si traveste da Babbo Natale. I rituale sono sempre i medesimi: abbandona casa per qualche minuto, indossa l’abito rosso e in groppa su una slatta si dirige dai bambini carico di regali.
Accade, però, di scontrarsi con un tizio esattamente vestito come lui al quale è toccata la stessa sorte; con sorpresa che si tratta del vero Babbo Natale. Decidono insieme di scambiarsi i ruoli: il vero Babbo Natale proseguirà il suo viaggio nelle case dei bambini e di quelli di Andersen e quest’ultimo farà compagnia alla famiglia di Babbo Natale che ogni anno resta sola, per fabbricare storie di legno.
Attraverso questo strano gioco delle parti si mette in luce lo spirito natalizio sopito, la meraviglia perduta persino dai bimbi di Andersen per la realtà più arida.

Non resta che affrontare il rigido clima scandinavo e lasciarsi avvolgere da queste storie. Scrive Astrid Lindgren:

C’era un’aria magnifica. Un bel cielo stellato, tutto era avvolto in magico silenzio e faceva proprio un bel freddino.

Buone letture

L’abete, Hans Christian Andersen, L’ippocampo, 2015
Il Natale di Pippi, Astrid Lindgren, La Nuova Frontiera Junior, 2012
Babbo Natale e il tamburo magico, Mauri Kunnas, Il gioco di leggere, 2008
Il falegname Andersen e Babbo Natale, Alf Prøysen, Il gioco di leggere, 2013