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Le mie letture

Luce d’estate ed è subito notte di Jón Kalman Stefánsson

Da un po’ di tempo gira in rete questo libro, Luce d’estate ed è subito notte di Jón Kalman Stefánsson, edito da Iperborea. La copertina è meravigliosa e raffigura pienamente il contenuto di questa raccolta di racconti: una comunità che partecipa alla vita.

Tornando a Luce d’estate ed è subito notte, l’ho trovato piacevole, non bellissimo, le mie aspettative non sono state compensate per intero. Non so cosa bene spiegare cosa mi trattiene dal lasciare un giudizio totalmente positivo. Comunque, è un libro che ha un suo valore. Sono curiosa di leggere le altre opere di Stefánsson.

La sua è prosa elegante, poetica, tempo e spazio si perdono in simbiosi con la solitudine di questa terra lontana. Lo sguardo ironico dell’autore si intreccia con l’introspezione più pacata.
La luce d’estate è intensa di vita, breve come la bella stagione nordica ma subito giunge la notte che equivale all’oscurità, alla paura del buio, dei fantasmi, dell’incomprensibile che sta oltre la morte.
Questo è il filo conduttore del libro, o meglio, per quale motivo viviamo? Non vi spaventate, non è un noioso trattato esistenziale, ma una serie di racconti che ruotano intorno alle vicende di alcuni cittadini di un piccolo villaggio islandese.
Ci sono la Cooperativa, il Magazzino, il Deposito, la Latteria, un paese che non ha né un cimitero né una chiesa, in cui età media degli abitanti è alta proprio perché manca un cimitero. «Noi crediamo invece che che si debba essere letteralmente morti per non pensare alla morte. Solo la sera pensiamo alla morte, quando il cielo sanguina». A questi pensieri si contrappone la vita vera e propria. La gelida e monotona Islanda – e pensiamo male che sia così – è incendiata da segreti e pulsioni. La felicità, la solitudine, la dignità, l’incoerenza, i sogni tessono le esistenze di questo borgo, ciascuno ha una storia, anche se semplice, da raccontare perché ha una vita: «Parliamo, scriviamo, raccontiamo di piccole e grandi cose per cercare di capire, di arrivare a qualcosa, di afferrare l’essenza che però si allontana sempre più come l’arcobaleno».
È un narratore esterno a presentarci l’Astronomo, Elísabet, Jónas, Kjartan,  Kristín, Ásdís, Jakob. Quest’ultimo lembo di terra diventa teatro di vicende sensuali e terrene.
Il noi collettivo, che fortifica il senso di comunità nel villaggio, apre verso il romanzo corale in cui il narratore si perde nelle loro vicende, per poi riemergere alla fine di ogni capitolo attraverso gli intermezzi in corsivo per chiarire i racconti o presentare i capitoli successivi.
Inoltre, l’occhio del narratore e dei suoi abitanti è privo di pregiudizi ed è per questo che non bisogna farsi accecare dalla luce e perdersi nel buio, mantenere uno sguardo limpido soprattutto quando le vicende interessano gli altri.
E alla fine cosa rimane? La semplicità della vita, l’intenzione di darle un senso, un sogno, come recitano i versi di una poesia dello stesso Stefánsson (Mi chiese cosa porterei con me su un’isola deserta, 1993) e citati nella postfazione:
Mi chiese
cosa avrei portato su un’isola deserta
Una barca e te
Dissi
e la barca la bruciamo sulla spiaggia
Poi me ne andai
lasciandola lì
per tenermi il sogno

Titolo: Luce d’estate ed è subito notte
Autore: Jón Kalman Stefánsson
Editore: Iperborea
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2013
EAN: 9788870915174
Prezzo di copertina: € 16,00
Disponibile in ebook: € 8,99