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Le mie letture Playlist

Playlist di giugno, lucciole, rondini e pause

Serate estive. Non ricordo con precisione quando, ritornando a casa a tarda notte, prima di lasciare la bici in cantina, mi faccio rapire da luce minuscola. Impiego un po’ di tempo a focalizzare: è una lucciola che si muove a ridosso di un giardino incolto e incustodito. Una rarità urbana. La fisso finché non si dilegua.

Qualche settimana dopo, sono le rondini che invece mi distraggono dal mio fissare il vuoto sul balcone di casa al tramonto, finché non punto gli occhi in alto e vedo un’infinità di rondini in un gioco di piroette e garriti. Nel mentre ci sono il ronzio tedioso dei condizionatori e una realtà ostica e crudele.

Sono due avvenimenti che mi fanno riflettere sull’inutilità di certi aspetti quotidiani, sulla necessaria disconessione digitale, sulla lentezza: argomentazioni trite e ritrite, ma che hanno una valenza che si ci pongono delle domande.

Attendo sempre con felicità giugno, il mio mese preferito, ma quest’anno è stato fin troppo disordinato, l’ho visto scorrere senza che me ne accorgessi. E io sono stata troppo distratta, lo sono ancora. Non ho fatto caso più di tanto al distendersi della luce, che più di tutto è la cosa che mi fa ben accogliere questo periodo.

Mi prendo una lunga pausa, mi serve anche per questioni meramente pratiche. Forse tornerò in autunno, chissà.

Buona estate

I libri

Solo a lettura ultimata ho cercato Gilberto Owen, credendo fino all’ultima pagina che fosse un personaggio nato dalla penna di Valeria Luiselli in Volti nella folla (trad. di Elisa Tramontin, La nuova frontiera). E invece scopro un autore che ha avuto un’esistenza reale, traballante. La protagonista lo incontra – se il termine è esatto – sugli scaffali della biblioteca, alla ricerca di autori latinoamericani da pubblicare per la casa editrice presso la quale lavora.

Nel frattempo la sua quotidianità si fa sempre più scombinata e nasce in lei il desiderio di scrivere un libro, in cui si insinua fortorse la nostalgia per la vita precedente e la libertà dell’invenzione letteraria. Il senso di soffocamento è imperante, pieno di ombre e possibilità altre che vorremmo avere e che ci aiutano a tappare i buchi dell’insoddisfazione. Owen si fa liquido come la protagonista, un fantasma che resta sempre in scena.

Per me, Luiselli, insieme a Guadalupe Nettel e Jazmina Barrera, costituiscono il trio magico della Nuova Frontiera.

Una linea nel mondo (trad. di Eva Valvo, Iperborea) è il percorso che Dorthe Nors compie da Skagen, l’estremo nord della Danimarca, a Den Helder nei Paesi Bassi, una linea appunto fatta di dune, chiese, abbazie, alberi, vento. Tanto vento. È un ritorno a tutti gli effetti a casa, alle radici e a nuovi sguardi e che si completa con sua ciclicità. Il resoconto del viaggio si mescola inevitabilmente alla memoria storica, intima, ancestrale e soprattutto ai moti del cambiamento, della capacità di modellamento del mare in una sorprendente sincronia tra identità e paesaggio.

Libri simili sono difficili da descrivere, perché ha poco senso perimetrare un libro di viaggio, sia perché in qualche modo prorope la persona con tutto il suo corredo di esperienze.

Non appartengo qui, secondo la gente del posto, ma qui ho radici. Radici forti. Corrono attraverso i miei sensi, la mia famiglia, la nostra storia, e raggiungono il mio amore per il Limfjord e il Mare del Nord. Scendono nella sabbia, nell’argilla marina, fino alla falda freatica e all’ocra.

Le curiosità

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Il film

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